SANT’ANTIMO. L’amministrazione di Massimo Buonanno decide che l’ufficio di avvocatura comunale deve essere autonomo e non subordinato ad altri servizi. Il commissario prefettizio, subentrato al primo cittadino, ne annulla l’atto prodotto ed accorpa il servizio ad Affari generali. L’avvocato del Comune ricorre al Tar che le da ragione

SANT’ANTIMO. L’amministrazione di Massimo Buonanno decide che l’ufficio di avvocatura comunale deve essere autonomo e non subordinato ad altri servizi. Il commissario prefettizio, subentrato al primo cittadino, ne annulla l’atto prodotto ed accorpa il servizio ad Affari generali. L’avvocato del Comune ricorre al Tar che le da ragione. Di seguito il comunicato stampa e la sentenza del Tar.
L’avvocatura municipale del comune di Sant’Antimo è un ufficio autonomo, non subordinato gerarchicamente ad altro settore.
Lo ha affermato il Tar Campania, sede di Napoli con la sentenza n 5139/2023 che, in accoglimento alle istanze avanzate dal funzionario avvocato in servizio al Comune di Sant’Antimo, ha annullato la delibera n 2 del 29.6.23 del commissario straordinario, insediatosi dopo la sfiducia all’amministrazione comunale eletta a Giugno del 2022, avente ad oggetto la rivisitazione dell’assetto organizzativo dell’ente nella parte in cui accorpava l’ufficio avvocatura al settore affari Generali.
Tale delibera commissariale, in particolare, ribaltando e stravolgendo l’assetto organizzativo impresso dall’amministraIone Buonanno con la deliberazione di Giunta comunale n 27 del 31.3.23, annullava l’istituzione del settore autonomo avvocatura e accorpava quest’ultimo al settore affari Generali, ponendo, di fatto, l’ufficio legale in subordinazione gerarchica.
Ebbene, il tribunale amministrativo regionale ha ripristinato la scelta fatta dall’amministrazione comunale del marzo scorso, perché conforme alla legge, di collocare il settore dell’avvocatura comunale in una posizione di autonomia e indipendenza rispetto agli altri settori dell’ente. Quanto stabilito dai giudici amministrativi con la citata sentenza testimonia che le scelte amministrative fatte dall’esecutivo comunale oltre che essere dettate da principi di efficacia, efficienza ed economicità erano tutte improntate al rispetto delle norme di comparto e tese solo al migliore funzionamento dei settori strategici dell’ente. Cose queste acclarate dal provvedimento del Tar che restituisce all’avvocato del comune quanto, impropriamente ed illegittimamente, sottrattole sul piano professionale.

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