“Sanità in terra dei fuochi: strutture inadeguate, fondi insufficienti e ruoli delle istituzioni”
“I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”!, Gino Strada, medico fondatore di Emergency.
E la salute? E’ un nostro diritto o un privilegio?
La nostra Costituzione parla chiaro, recita all’art 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Sulla carta un diritto inalienabile, fondamentale e universale.
Ma nella realtà?
A Marcianise nella serata di ieri si è tenuto un convegno presso La Chiesa di San Pasquale, organizzato dal laboratorio politico e culturale Demos.
Il tema dell’incontro:“Stato di salute della sanità in terra dei fuochi: strutture inadeguate, fondi insufficienti e ruoli delle Istituzioni”.
Moderato dalla giornalista Taisia Raio, il convegno ha cercato, attraverso le testimonianze commosse di Manuela dell’Unto e Teresa Tartaglione, due donne malate oncologiche, e le riflessioni dei relatori tra cui l’on Sergio Costa, il dott.e scienziato Antonio Giordano, il dott Luigi Costanzo e il Gen. Michele Giordano, di affrontare il problema della malasanità, più che mai vivo nel nostro territorio causa inadeguatezza delle strutture sanitarie, carenza del personale medico, falle nella ripartizione dei fondi e delle risorse del SSN, tutto ciò intrecciato e aggravato dalla problematica ambientale.
Perché la correlazione tra ambiente e problematiche sanitarie, se prima poteva e veniva, di fatto, negata, attualmente è certificata dall’ISS.
E ricorda l’on. Costa che “su 38 comuni ci sono 2767 luoghi di gestione illegale di rifiuti e c’è una percentuale di popolazione del 37% a meno di 100 metri da questi luoghi”.
Popolazione,questa, maggiormente suscettibile di poter sviluppare forme di malattie, specie oncologiche, come affermato anche dal dott. e scienziato Antonio Giordano per cui “è dimostrato che le zone ad alta presenza di metalli pesanti e diossine favoriscono l’insorgere di patologie tumorali anche in soggetti apparentemente sani”.
Nonostante ciò, denuncia Giordano, continuano a mancare forme efficaci di prevenzione e monitoraggio.
Teresa Tartaglione, con la voce rotta dall’emozione, si è resa invece portavoce dell’odissea sanitaria che i malati oncologici devono affrontare a causa della delibera 599/2021 che stabilisce per i centri convenzionati una suddivisione dei fondi sulla base di tetti di spesa mensili, che di regola terminano molto prima della scadenza del mese, bloccando di fatto l’erogazione delle prestazioni e determinando lunghissime file d’attesa incompatibili con malattie, quali il tumore, che non sanno attendere.
E così anche l’esenzione prevista dal codice 048, che dà diritto a ricevere gratuitamente, presso le strutture pubbliche o private convenzionate accreditate, tutte le prestazioni sanitarie per i malati oncologici resta, di fatto, solo su carta.
Così l’alternativa più rapida e compatibile con il decorso della patologia restano i centri privati, con elevati prezzi di esami e controlli spesso ai più inaccessibili.
Ed è così che la salute, da diritto, diventa un privilegio.
“Come medico di famiglia denuncio che la sanità è divenuta un privilegio per pochi, per chi ha soldi o santi in paradiso”!” urla Luigi Costanzo, medico ISDE Napoli, denunciando il drammatico quadro sanitario in Campania e lanciando, al contempo, anche una serie di proposte tra cui la ripartizione dei fondi del SSN non più su base anagrafica, come previsto attualmente, ma fondata anche su criteri quali la deprivazione sociale, l’andamento epidemiologico, le determinanti ambientali, l’istituzione di un registro nazionale di malati oncologici aggiornato in tempo reale, il potenziamento della prevenzione tramite monitoraggio di biomarcatori tossici con avvio di percorsi di disintossicazione.
Simona Costanzo