“Può la Pace essere raggiunta dal solo sforzo Umano? Il Ruolo delle Fedi verso la Vera Fratellanza Umana”, incontro Universal Peace Federation: appello alla pace e all’armonia tra le fedi

“Il mondo sta attraversando un periodo con molti conflitti, spesso predomina il tornaconto personale, economico e politico. Le religioni devono intensificare la collaborazione tra loro, promuovere la spiritualità e la fratellanza e cooperare con i governi e la società civile per costruire la pace”. Con queste parole Michele Cavallotto, coordinatore dell’Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo (IAPD-Italia), ha aperto il webinar sul tema “Può la Pace essere raggiunta dal solo sforzo Umano? Il Ruolo delle Fedi verso la Vera Fratellanza Umana”. Organizzato da Universal Peace Federation (UPF) per la Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi e la Giornata Mondiale della Fratellanza Umana, l’evento si è svolto lunedì 21 febbraio 2022 e ha visto la partecipazione di un pubblico collegato online di più di cento persone ed è stato seguito sulla pagina Facebook di UPF-Italia.

Dopo aver ascoltato The Gift of Love, Inno della Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi (WIHW), la moderatrice Maria Gabriella Mieli ha letto il messaggio di Barbara Aiello, fondatrice del Movimento pluralista ebraico progressivo. La Rabbina ha raccontato la sua esperienza in un paese in provincia di Catanzaro. “Con il parroco siamo impegnati a favorire il dialogo tra la comunità cattolica, quella ebraica e coloro che si considerano laici”. “Momenti particolarmente significativi sono stati quando il parroco ha partecipato alla cerimonia, voltasi in sinagoga, nella quale un bambino ebreo ha ricevuto un nome ebraico nell’ottavo giorno dalla nascita e quando sono stata invitata a leggere alcuni passi dei Profeti in lingua ebraica durante la messa”.  

“L’Islam è una religione che chiede al fedele di riporre la propria fiducia nella volontà di Dio, nella Sua benedizione, ma accompagnando questa fede con l’azione. Specialmente per un obiettivo come quello della pace, interiore ed esteriore”, ha affermato Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma. La vera pace, ha spiegato, può essere raggiunta dal credente nel ricordo di Dio nella preghiera, attraverso un cuore sereno, uno spirito fraterno e con un’azione collettiva per la pacificazione a livello mondiale.  

Per Francesco Canale, Pastore Evangelico dell’Equippers Church, “La fede può insegnarci tre azioni fondamentali per il mantenimento della pace. La prima è ‘adoperarsi per la pace’. Tutte le fedi ci insegnano a essere operosi, fuggendo il male e lavorando per il bene” . “La seconda azione è ‘andare in pace’, mantenere il nostro animo pacificato, in comunione con Dio. La terza azione è ‘pregare’, che ci insegna a essere uno con Lui”. Ha terminato affermando che la fede è fondamentale perché la pace interiore è contagiosa e influenza la famiglia e la società.

 Don Valentino Cottini, docente di Relazioni Islamo-cristiane ha ricordato il documento firmato dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar, che afferma che le religioni non incitano mai alla guerra. Invocarle come pretesto per la violenza è frutto d’interpretazioni false. Ha richiamato il “ bisogno di riandare alle radici del Cristianesimo, al Dio invisibile che ha inviato Suo Figlio Gesù di Nazareth per piantare semi di pace. Questi sono i semi che spettano alla responsabilità umana. Il resto, la pace tra i popoli, è la crescita che solo Dio è capace di propiziare”.

Per  Miguel Perea, Vescovo della Chiesa Episcopale Anglicana d’Europa, “La parola ‘sforzo’ presente nel titolo mi ha ricordato il brano quando Gesù, terminato di parlare alla folla, disse a Pietro di prendere il largo e di gettare le reti”. Nonostante la pesca infruttuosa della notte precedente Pietro calò le reti che si riempirono di pesce. “La prima riflessione è che le incertezze del nostro cuore ci fanno sentire che siamo nel buio. Come Pietro che aveva faticato tutta la notte”. “La seconda riguarda chi non crede che si possa costruire la pace. Per loro ci vuole un gesto di fiducia, come quello di Pietro”.

“Se c’è la fede, tutto è possibile. Se non c’è, il mondo diventa un luogo veramente difficile” ha dichiarato Tenzin Khentse, Monaco buddhista tibetano, spiegando che avere fiducia significa aprire la nostra mente e il nostro cuore per fare entrare una luce ed essere benedetti dal trascendente. “Lo possiamo chiamare Buddha, oppure Dio, ma è qualcosa che supera la tua individualità, il guardare solamente a te stesso e al tuo interesse. Avere fiducia e praticare la pace ci permetteranno di abbracciare tutto ciò che esiste come un’unica perfezione della quale possiamo fare parte”.

Per Sergio Coscia, Direttore della Federazione delle Famiglie di Torino “Il desiderio che l’intera umanità viva come una sola grande famiglia è comune a tutti gli esseri umani”. Ha spiegato che per i credenti è naturale parlare di Dio secondo la propria tradizione. “Oggi però siamo chiamati a portare la nostra fede a un livello più grande, perché il desiderio di Dio di entrare nella nostra vita non dipende dalla nostra appartenenza religiosa”. “Dio ci ama come un genitore e desidera che ci prendiamo cura gli uni degli altri con lo stesso amore che Lui ha per noi. Questo ci può portare alla vera pace”.

A conclusione dell’incontro Gabriella Mieli ha citato le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “Impegniamoci a fare di più per promuovere la tolleranza, la comprensione e il dialogo culturale e religioso”. Carlo Zonato, presidente di UPF ha letto una frase del Reverendo Moon “La saggezza più importante di cui ha bisogno l’umanità proviene dalla conoscenza del cuore di Dio e del Suo ideale. Per questo motivo il ruolo della religione continua a rivestire un’importanza fondamentale”.  

COMUNICATO STAMPA