Lettera aperta alla presidente del consiglio Giorgia Meloni di Francesco Annunziata, presidente di Napoli e vicepresidente nazionale dell’ “Associazione Trasportounito” e titolare della “LTA-Logistica e Trasporti”, sita in Palma Campania (NA) con succursale in Orbassano (To).
Illustre Presidente,
Mi permetto di scriverle, nella mia duplice veste di presidente di Napoli e vicepresidente nazionale dell’ “Associazione Trasportounito” e come titolare della “LTA-Logistica e Trasporti”, sita in Palma Campania (NA) con succursale in Orbassano (To).
Il settore del trasporto e della logistica ha bisogno come non mai della Sua autorevole attenzione, in considerazione innanzitutto che in questo periodo dal Mar Rosso si alzano minacciosi venti di guerra, che certamente si ripercuoteranno sul piano economico, sociale e imprenditoriale della nostra Nazione .
Egregio Presidente, credo, a mio modesto parere che sia indispensabile e urgente una sua forte presa di posizione che dia nuova energia all’impresa italiana, riportandola al posto che ha sempre avuto nell’economia europea.
E, mi creda Presidente, come le dicevo,da imprenditore dell’autotrasporto , non posso non evidenziare e farle presente il calo enorme dei volumi di tutti i generi, ma in particolare dall’automotive, dove ormai scontiamo perdite di posizioni considerevoli.
E mi domando, e a Lei sommessamente chiedo, come mai la politica non manifesta alcuna preoccupazione per la crisi di tale comparto, che a pezzi sta andando via dal nostro Paese .
Ricorderà, illustre Presidente come la nostra amata FIAT era una realtà che direttamente e indirettamente dava lavoro al 70% del popolo italiano, attraverso trasporti, indotti vari e soprattutto il ruolo alla guida dell’innovazione, cosa che faceva onore alla nostra Nazione .
Sono certo, inoltre, che sia a Lei chiaro e non le sarà sfuggito come l’imprenditoria italiana stia attraversando ultimamente un periodo come non mai difficile.
Infatti, si stima la perdita di oltre 152.000 aziende gestite da giovani under 35 tra il 2012 e il 2022. Un calo del 23%, aziende “che sono passate in un solo decennio da 675.053 a 522.086, mentre il numero di imprese totali è rimasto sostanzialmente stabile”. È l’analisi dell’Istituto Tagliacarne a rivelare questo dato, così preoccupante per il futuro economico del Paese, e attribuibile contemporaneamente a più fattori.
Il declino – dice tale analisi – “è stato causato nel 61% dei casi dalla calo del desiderio dei giovani di cimentarsi nel settore dell’imprenditoria, mentre per il restante 39% dal calo demografico della popolazione under 35, che in soli 10 anni è diminuita dell’8,8% (pari a 999.049 giovani). Un’altra causa: il crescente timore tra i giovani circa il possesso di adeguate competenze per avviare un’impresa e, soprattutto, per rimanere competitivi sul mercato.”
Inoltre, è sempre l’Istituto Tagliacarne a scriverlo “La complessità della burocrazia nazionale rappresenta, poi, un ulteriore ostacolo che scoraggia molti giovani imprenditori, preoccupati soprattutto della gestione dell’impresa nella fase post-apertura. Nonostante la presenza di iniziative di supporto, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), il 70% delle imprese under 35 valuta le procedure come troppo complesse per beneficiare delle risorse offerte.
Infine, se le previsioni per il futuro dell’imprenditoria italiana e sul calo demografico (elaborate rispettivamente dall’Istituto Tagliacarne e dall’Istat) dovessero realizzarsi concretamente, entro il 2050 le imprese giovanili potrebbero diminuire ancora del 39,5% rispetto al 2012, raggiungendo quota 408.191.
Per invertire questa pericolosa tendenza, è fondamentale un sostegno istituzionale mirato che integri formazione, semplificazione burocratica e agevolazioni finanziarie per i giovani imprenditori e non solo. Un sostegno continuativo che attraversi le varie fasi di sviluppo dell’impresa e ne favorisca il passaggio generazionale. Che potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro economico del Paese.
Illustre Presidente, come Ella ben sa, il rilancio della produttività si può ottenere migliorando il contesto normativo – il che vuol dire anche una maggiore coerenza delle regole – e innalzando il livello d’innovazione nel settore, nonché le retribuzioni che sono le più basse in Europa.
«Abbiamo bisogno di sostegni, ma al settore per uno sviluppo concreto servono regole più che incentivi. In sostanza è necessario un quadro normativo chiaro e definito che tuteli a 360 gradi la categoria» cosa ribadita più volte al tavolo tecnico in sede governativa ma puntualmente senza riscontro.
Arriviamo, infatti Presidente, da esperienze e percorsi fatti con governi precedenti, dove, purtroppo, abbiamo potuto e dovuto constatare l’inconsistenza e l’impreparazione, nel settore delle politiche dell’autotrasporto, dei titolari delle rispettive deleghe governative. Ci eravamo illusi e avevamo sperato che finalmente con il suo governo avremmo affrontato definitivamente certe problematiche e, invece, nulla di fatto. Ancora e solo parole!
L’Associazione “Trasportounito”, per superare tale stallo, nella sua recente assemblea di iscritti e simpatizzanti, tenutasi nel dicembre scorso a Casoria in Campania, ha proposto di dare vita a una «Commissione per le regole a cui affidare il compito di preparare un documento da presentare al Governo per il raggiungimento di due obiettivi indispensabili: avere un quadro di regole chiaro e definito, intervenendo con urgenza sulla crisi-conducenti.
Nel settore, illustre Presidente, mancano 60.000 autisti , i giovani hanno difficoltà a puntare su questo lavoro perché i costi per abilitarsi alla guida dei mezzi sono alti, le patenti arrivano a costare anche a 10mila euro. Non a caso spesso gli imprenditori italiani sono costretti a ricorrere ad assunzioni di conducenti stranieri già con patenti abilitate per fare fronte alle esigenze.
«Il nostro auspicio, ed è per questo che mi sono permesso di rivolgermi a Lei, è che si cominci ad affrontare finalmente una riforma strutturale del settore, partendo da due tra le sfide più importanti da affrontare in modo innovativo, coraggioso, ma responsabile e lontano da ogni ideologismo e pregiudizio: quelle delle infrastrutture e della sostenibilità ambientale delle nostre strutture logistiche e dei nostri mezzi.
Se si vuole uscire dalla crisi imprenditoriale e riprendere la crescita, a mio avviso bisogna avere il coraggio di azioni e iniziative forti.
Lei ha dimostrato di averlo, io e l’Associazione che rappresento abbiamo fiducia in Lei ed è anche per questo che ci siamo decisi a farle arrivare questo mio grido di allarme e soprattutto di aiuto.
Bisogna confrontarsi a viso aperto, con lealtà e competenza con Governi degli Stati membri dell’Europa come Lei ci sta dimostrando e la ringrazio a nome di tutta l’Associazione per quello che fa per il nostro Paese .
Assuma, Signora Presidente, e con assoluta determinazione analoga iniziativa nell’ambito del Governo da Lei presieduto. Lo faccia prima che sia troppo tardi e che la situazione precipiti, portando all’esasperazione la categoria che potrebbe cominciare a prender in considerazione uno sciopero del settore che bloccherebbe il Paese.
Mi ritenga, egregio Presidente, nel caso lo ritenesse opportuno a sua disposizione, per un eventuale colloquio, evenienza o convegno sperando di poter contribuire, grazie anche alla mia esperienza acquisita nel settore e nel campo imprenditoriale, a dare una mano ad affrontare i tanti problemi.
Illustre Presidente, accolga questo nostro grido di dolore e ci aiuti a coltivare la speranza di un futuro migliore.
Con deferente stima Dott Francesco Annunziata
16 Gennaio 2024
Riceviamo e pubblichiamo
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