“Lavorare non deve essere morire”

Il lavoro è un diritto riconosciuto dalla Costituzione.
“La Repubblica”, recita la nostra Carta nel suo art 4 dei principi fondamentali, “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”
E allora come può, un diritto, espressione di libertà, trasformarsi nell’estrema forma della sua privazione, trasformarsi in morte?
È diventato un topos, quello delle morti sul lavoro, come se quelle morti non fossero più tragiche accidentalità accomunate meramente dal contesto, ma in qualche modo appartenessero ad un fenomeno unitario, frutto di sistematiche negligenze, imprudenze, violazioni, sui luoghi di lavoro.
Soltanto nelle ultime 24h o poco più si sono registrati 5 casi di morti sul lavoro, a Bologna, Treviso, Napoli e Salerno.
A Bologna un operaio è morto travolto da un mezzo della sua ditta mentre lavorava al rifacimento del manto stradale di una pista all’aeroporto Marconi di Bologna.
A Treviso un dipendente della cantina Ca’ di Rajo a San Polo di Piave è deceduto dopo essere caduto all’interno di una cisterna.
A Napoli questa notte un operaio 66enne dell’Asia è stato travolto da un camion dei rifiuti.
Ad Arzano, nel pomeriggio di ieri, un operaio di una ditta impegnata in lavori di installazione di pannelli fotovoltaici è precipitato dal tetto di un capannone da un’altezza di circa 10 metri.
Nel porto di Salerno due operatori marittimi sono stati investiti da un camion: uno dei due è morto sul colpo, mentre l’altro è stato trasportato d’urgenza all’ospedale.
Risale poi a poco più di due settimane fa la strage di Brandizzo, in cui 5 operai hanno perso la vita travolti sui binari.

Quanto vale una vita umana? Quale è il suo prezzo? E per quanto è barattabile?
“La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro.E a voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione. Lavorare non è morire”, ha ribadito due giorni fa il Presidente della Repubblica in un messaggio inviato alla ministra del Lavoro Elvira Calderone, in occasione dell’avvio del corso di formazione su salute e sicurezza sul lavoro che coinvolge i nuovi ispettori.

Quando si smetterà di morire “per lavoro”?
Quando si smetterà di morire per qualcosa che, paradossalmente, nasce per assicurare e conservare, quella vita?
Quando si smetterà di morire per vivere?

Simona Costanzo