Frattaminore: don Mario Vincoli, parroco della comunità di San Maurizio Martire, ha guidato la processione silenziosa in suffragio dell’anima di Giuseppe Lisbino vittima sul lavoro

Dopo la Santa Messa delle 18:30 la comunità di San Maurizio Martire capeggiata dal parroco don Mario Vincoli, affiancato dal primo cittadino Giuseppe Bencivenga è partita in processione verso la casa della vittima, ad attendere il fratello Salvatore, presidente del Comitato Feste.
Anche Salvatore si è unito alla processione che si è diretta alla Croce restaurata, dove ha offerto dei fiori alla Croce e dove
hanno pregato per Pino, ma anche per tutti i morti sul lavoro, una strage che non si riesce ad arrestare. Il parroco don Mario Vincoli, ha letto la significativa e commovente preghiera per i morti sul lavoro di don Roberto Laurita:
“Non hanno avuto il tempo di cambiarsi
per arrivare preparati alla sala del banchetto.
Sono arrivati con le loro tute, le loro divise e i loro elmetti,
e le loro scarpe di sicurezza,
talvolta, a causa dell’incuria umana,
con un vestito approssimativo per il lavoro che facevano.
Si sono portati dietro calcinacci e mattoni,
ferri pesanti e muletti, tronchi enormi e arnesi da lavoro.
Portano impresse sul loro corpo
le stigmate del lavoro che stavano compiendo:
della costruzione da cui sono caduti,
delle impalcature da cui sono scivolati,
dei pesi enormi che li hanno schiacciati,
delle macchine crudeli che hanno fatto a brandelli il loro corpo.
Ma non c’è nessuno di loro, per quanto sfigurato,
che non rechi il marchio della tua gloria:
tu li hai creati a tua immagine,
tu ora li riconosci come tuoi figli.
Figli operosi e talora figli sbadati,
figli stanchi, ma orgogliosi della loro attività,
figli straziati da troppe ore di lavoro,
figli caduti nel campo di azione”

Subito dopo il momento commovente della preghiera, don Mario, ha chiesto di sciogliere l’assemblea in silenzio per rispetto dei caduti sul lavoro, ed ha aggiunto Non si può morire così.
Momenti difficilissimi anche per il pastore che con accuratezza e garbo si prende costantemente cura del suo amato gregge

Stefano Canciello