JOHN LENNON I BEATLES E IL CRISTIANESIMO.

“I BEATLES SONO PIU FAMOSI DI GESU’ CRISTO. NON SO CHI SCOMPARIRA’ PER PRIMO: IL CRISTIANESIMO O IL ROCK AND ROLL”.

Il 4 marzo 1966 due affermazioni di John Lennon, leader dei Beatles, la Band inglese più conosciuta al mondo, passarono alla storia destando scalpore e perplessità internazionale. Ne parliamo con Giuseppe Zingarelli. L’avvocato foggiano studioso di Padre Pio da Pietrelcina

‘You’ll Never Walk Alone’. “Non camminerete mai da soli”. È un inno che i tifosi del Liverpool cantano spesso nella Kop, la celebre curva dell’Anfield Road’ Park Stadium. Tempio di una delle squadre di calcio inglese più famose al mondo. Un inno che testimonia il forte attaccamento dei sostenitori dei Reds nei confronti della loro squadra e della loro città. Il 19 maggio 1966, il Liverpool di Bill Shankly, staccando il Leeds United di ben sei lunghezze, totalizzando 61 punti in classifica vinse il campionato di ‘First Division’, l’attuale Premier League inglese, conquistando il settimo titolo della sua storia. Negli anni ’60, quattro famosissimi ragazzi inglesi, facendosi interpreti della loro generazione, scrissero canzoni che avrebbero mutato profondamente gli scenari della musica Pop-Rock occidentale, affascinando il mondo intero ed intere generazioni di giovani. Erano i Beatles. Sostenitori dei Reds e nativi di Liverpool, John Lennon, Paul McCartney, Richard Starkley e George Harrison, in quello stesso anno, il 1966, soltanto qualche mese prima della vittoria del Liverpool in quel campionato, furono intervistati a Londra da una giornalista che godeva delle simpatie di John Lennon, cantante simbolo della Band inglese. Il 4 marzo 1966, la giornalista britannica Maureen Cleave, raccolse alcune dichiarazioni del leader carismatico e fondatore dei ‘Fab Four’. Quelle dichiarazioni furono successivamente pubblicate dalla stessa Cleave, in esclusiva, sul quotidiano londinese ‘Evening Standard’. Le dichiarazioni di Lennon fecero velocemente il giro del mondo, suscitando perplessità, scalpore ed accese polemiche. In quella storica circostanza, John Lennon affermò che i Beatles erano diventati più famosi di Gesù Cristo e che il Cristianesimo, ormai una religione allo sbando, avrebbe conosciuto presto un degrado tale da essere destinata, un giorno, a scomparire del tutto. A 58 anni di distanza da quel venerdì 4 marzo 1966, quelle dichiarazioni sono rimaste scolpite nel “guinness” delle affermazioni più celeberrime della storia contemporanea.

Lei cosa pensa delle dichiarazioni di John Lennon?.

Furono affermazioni che accesero polemiche, discussioni e malintesi. Dichiarazioni che riecheggiano a distanza di molto tempo e, come si suol dire, fanno ancora notizia. Per essere più precisi, John Lennon disse che i Beatles, in quel periodo della storia, erano diventati molto più popolari di Gesù Cristo e che Gesù Cristo, fondatore del Cristianesimo, era nel giusto ma, i suoi discepoli, cioè i cristiani, non erano affatto come il loro Maestro. A questa affermazione, Lennon, ne fece seguire a ruota un’altra. Aggiunse di essere convinto che il Rock and Roll sarebbe sopravvissuto al Cristianesimo, il quale sarebbe svanito progressivamente con il trascorrere del tempo. Infatti, affermò: ‘Chi vivrà vedrà, ma i fatti mi daranno ragione!’.

Una sorta di profezia laica quella del leader dei Beatles?.

Beh, sono due cose differenti. il Cristianesimo è una religione millenaria che oggi ha 2.024 anni. Il Cristianesimo è la religione più antica al mondo. Il Rock è un genere musicale sviluppatosi progressivamente in America e nel Regno Unito tra gli anni ’50 e ’60. Se vogliamo datarle, la Rock-music ha circa 74 anni. Certamente un genere musicale che tutt’oggi affascina e influenza molto anche le nuove generazioni. Il Rock però, sostanzialmente, non è una religione. Probabilmente, non era affatto nell’intenzione di John Lennon quella di rapportare questo genere musicale al ruolo di religione. Non possiamo negare che le dichiarazioni di Lennon, il cantante più iconico dei Beatles e probabilmente uno dei musicisti Pop-Rock più rappresentativi del palcoscenico internazionale di tutti i tempi, polarizzano, a distanza di 58 anni, l’attenzione di molti critici. In Inghilterra, all’epoca, non si registrarono polemiche per le dichiarazioni contenute in quella intervista. Il Vaticano invece le recepì e le attenzionò. Il Pontefice dell’epoca, Papa Paolo VI ne rimase colpito. Certamente, i giovani della generazione dei Beatles erano desiderosi di rivendicare le loro libertà e le loro aspirazioni. Libertà ed aspirazioni che erano in contrasto con la visione della politica di quel periodo storico. Nel 1966, si era da poco usciti dalla ‘guerra fredda’ tra USA e URSS. Qualche anno prima, il 22 novembre 1963, a Dallas, in Texas, il mondo aveva assistito impietrito all’assassinio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy. I giovani americani, con il famoso movimento Hippy, avevano risvegliato e diffuso nel mondo occidentale ispirazioni antimilitaristiche, desideri di pace, propensione al cambiamento sociopolitico. Queste plausibili aspirazioni di libertà e di cambiamenti politici e sociali, vennero ufficialmente espresse nel più grande raduno giovanile organizzato da quel movimento, mi riferisco ai 3 giorni del “Festival di Woodstock”. Una colossale manifestazione di oltre 600mila giovani, tenutasi tra il 15 e il 18 agosto 1969 e che consegnò alla storia contemporanea i famosissimi “three days of Peace and Rock music”. Il raduno giovanile di massa più famoso della storia, in cui la Rock-Music dominò incontrastata. In questo senso, probabilmente, il genere musicale Pop-Rock, per i ragazzi di ‘Woodstock’, i giovani della generazione dei Beatles, venne apposto ad una specie di “religione musicale”. Parteciparono a ‘Woodstock’ anche molti cantanti rock. I gruppi musicali più famosi di quel periodo, primo tra tutti, i famosissimi Beatles, non vi parteciparono. Fu proprio John Lennon a dettare una condizione essenziale: se gli organizzatori di Woodstock non avessero invitato alla storica manifestazione il gruppo musicale della sua compagna, Yoko Ono, cioè la “Plastic Ono Band”, i Beatles non si sarebbero recati a suonare a Bethel, località nello stato di New York. Infatti, la “Plastic Ono Band” non venne considerata dagli organizzatori di Woodstock e i Beatles non si recarono a quella storica manifestazione rock.   

È vero che a riguardo di Woodstock, si disse che fu una manifestazione organizzata dalla CIA per sbarazzarsi del movimento Hippy, un movimento considerato dall’Intelligence americano non solo politicamente scomodo ma anche socialmente pericoloso?

Si. È vero quel che afferma. Nel senso che si diffusero voci tendenti ad accreditare questa diceria. In realtà queste voci si rivelarono infondate.

Quali ripercussioni ebbero le affermazioni di John Lennon?

Taluni religiosi tacciarono Lennon di affermazioni blasfeme e sacrileghe. Le conseguenze più amplificate legate alle rumoreggianti affermazioni del mitico ‘leader ribelle’ dei Beatles, si osservarono negli Stati Uniti. Il 1966 fu un anno importante per la mitica Rock-Band di Liverpool. Avevano inciso un album che si contraddistinse fin da subito per aver segnato un passaggio storico nella storia dei ‘Fab Four’. Quel Long Playing divenne famoso perché sancì un nuovo percorso musicale del mitico complesso britannico. Il quale passò da sonorità più scanzonate ed allegre a sonorità musicali più mature e decisamente più sofisticate ed avanguardistiche. L’album in questione si intitolava “Revolver”. Per la sua diffusione ed allo scopo di incrementarne le vendite, il manager dei Beatles, Brian Epstain, aveva organizzato una tournée in America, fissando le date di 9 concerti. Una rivista americana, il ‘Datebook’, nel pubblicare le date dei concerti dei Beatles, aveva contemporaneamente ripubblicato tal quale l’intervista esclusiva che la giornalista Maureen Cleave, quattro mesi prima, aveva pubblicato sul quotidiano londinese ‘Evening Standard’. L’articolo del magazine ‘Datebook’ innescò un clamore inatteso. Sollevando all’istante un’ondata imprevedibile di reazioni, commenti e polemiche che ebbero una risonanza internazionale. La Chiesa e la politica americana attaccarono energicamente i Beatles, minacciando di sospendere la tournée della Band. John Lennon venne minacciato di morte. Per tal motivo fu necessario mettere sotto rigida e scrupolosa protezione i Beatles. Molte stazioni radiofoniche americane non trasmisero più le canzoni degli “Scarafaggi”. La stampa americana senza mezzi termini censurò e bandì le recensioni del mitologico quartetto d’oltre Manica. In molte città degli Stati Uniti l’opinione pubblica maturò atteggiamenti decisamente ostili verso gli ex “Silver Beats”. I loro dischi, le loro riviste, i loro poster, le loro fotografie, insomma, quintali di materiale a tema Beatles, venne accatastato nelle piazze e bruciato pubblicamente. I consistenti falò vennero filmati e trasmessi nelle televisioni di tutto il mondo. I Beatles, un fenomeno decisamente senza precedenti, vennero minacciati anche dai fondamentalisti religiosi. A Memphis, nel Tennessee, nel cuore del sud religioso degli Stati Uniti, il loro concerto del 19 agosto 1966, venne picchettato perché il Ku Klux Klan voleva impedire la loro pubblica esibizione, esternando consistenti minacce e ritorsioni nei loro confronti. Il Vaticano non mancò di lanciare aspre critiche al gruppo. L’11 agosto del 1966, allo scopo di placare una situazione che per i Beatles era diventata pericolosa ed ormai insostenibile, il manager Brian Epstain obbligò John Lennon a tenere una conferenza stampa per chiarire il senso di quelle sue affermazioni che rischiavano di oscurare la fama planetaria dei “Quattro Baronetti di Sua Maestà”. Lennon in un primo momento si mostrò assai riluttante al chiarimento. Poi, prendendo atto che la situazione avrebbe potuto provocare ulteriori e sconsiderate reazioni, decise di dar luogo al confronto con la stampa e con la televisione. John Lennon a riguardo dichiarò: “Quando dissi che il Cristianesimo e la cristianità si sarebbero rimpicciolite fino a svanire, volevo intendere che io non sono contro Dio o contro la Chiesa e la religione, perché io non avevo affatto l’intenzione di criticare la Chiesa e il Cristianesimo. Non ho detto e non ho paragonato i Beatles a Gesù Cristo come persona o a Dio come entità, ma semplicemente volevo dire che i Beatles avevano, un’influenza maggiore di quella che Gesù stesso aveva sugli stessi giovani. Infatti, se io avessi detto che la televisione era più popolare di Gesù Cristo probabilmente l’avrei passata liscia. Le mie opinioni sul Cristianesimo derivano da quello che io ho letto ed osservato con i miei occhi e da quello che in passato è stato e che in futuro potrebbe avvenire. Per questo dico che mi sembra che il cristianesimo stia perdendo terreno e contatto con i giovani. La gente pensa che io sia contro la religione, ma non è così, perché io stesso sono una persona molto religiosa”. Però è anche vero che da quel momento in poi il rapporto tra John Lennon  e gli Stati Uniti non fu più quello di prima.

Per quale motivo?

A partire dall’agosto 1966, Lennon non riscosse più molte simpatie presso gli americani.  Indubbiamente Lennon rimane un fenomeno musicale a sé stante. Un musicista di grandissima levatura internazionale. Come del resto lo sono stati i Beatles. Quando i ‘Fab Four’ si sciolsero, la sua vena musicale continuò ad esprimersi da solista con particolare successo e prolificità musicale. Proprio a New York, paradossalmente, nel giorno dell’Immacolata Concezione, la sera dell’ 8 dicembre 1980, John Lennon fu assassinato mentre rientrava  nella sua abitazione. Mark Chapman, uno squilibrato, lo colpì alle spalle sparandogli diversi proiettili con una calibro 38. Lennon aveva 40 anni. Inoltre ancora, l’omicidio del leader dei Beatles, richiama alla mente la sua voce che in una famosissima canzone da lui scritta dal titolo “Come together”, all’inizio del brano pronuncia in modo ripetuto la parola ‘Shoot me’, che in inglese significa, ‘Sparami!’. Quasi fosse il preludio della tragica morte che lo stava attendendo.

Intervista raccolta da Giuseppe Maiello