“ UNA CAMMINATA PRO PALESTINA “
STOP GENOCIDIO FREE PALESTINE
Fragneto Monforte (Benevento) Domenica 3 marzo 2024

L’appuntamento a Fragneto Monforte in provincia di Benevento, alle 8:30 sotto la statua del guerriero Sannita, davanti al palazzo ducale. Situato lungo l’antica Via delle Puglie, il territorio di Fragneto Monforte ha rappresentato per lungo tempo un importante punto di riferimento per Sanniti, Romani, Bizantini, Longobardi e Normanni. Negli ultimi tempi Fragneto è conosciuta per il Raduno Internazionale delle Mongolfiere, evento che si svolge dal 1986 nella prima settimana di ottobre, così l’ho conosciuta anch’io.

Giornata baciata dal sole, un sole che già accarezza il volto dei partecipanti, ci incontriamo ci stringiamo una mano, qualcuno già si conosceva qualcun’altro no.
Dopo i saluti di rito, non può mancare un caffè nel bar al centro del paese difronte al campanile con l’orologio, poi tutti insieme per la foto di rito davanti al guerriero Sannita, ovviamente la bandiera della Palestina, per la foto di rito non è la prima volta a cui partecipo, vista la mia presenza in altri cammini con Cleto (promotore e organizzatore dell’evento).

Foto che rappresenta tante cose, piena di Solidarietà al popolo palestinese, bandiera e maglie che sventolano, foto che è anche il segno del camminare, dello stare insieme, di amicizie nuove e vecchie, di territori e bellezze da tutelare e salvaguardare, di storia di appartenenza.

Un sguardo tra noi, un cenno e si parte per la piccola salita alle spalle e all’ombra del campanile, si svolta sinistra, altra piccola salita, in quel momento incominciamo a raccontarci luoghi di provenienza, passione per i cammini e soprattutto quello che ci accomuna in questa camminata, portare la sofferenza del popolo palestinese dappertutto, anche attraverso paesini sperduti, sentieri, colline, panorami mozzafiato.

Dopo aver attraversato l’ombra delle casette del paese, si apre davanti a noi dopo un ponte il sole e la meraviglia delle campagne, ci guardiamo intorno tra natura e casette sparse e passo dopo passo sventola la bandiera della Palestina passata di mano in mano, volti gioiosi quelli nostri ma con differenze di età, di esperienze, provenienze e quindi di tessuti sociali diversi.
Ci raccontiamo, ci parliamo, sguardi, silenzi, clamori, piedi che camminano sull’asfalto, piedi che si bagnano nel fango a causa della pioggia dei giorni scorsi, ma oggi è una giornata di sole e fieramente attraversa queste terre, la bandiera della Palestina.

Percorrendo la strada ogni tanto passa qualche auto, chi con saluto di buongiorno e chi con il pugno teso a dire “Palestina libera” e tutti che conoscono Cleto, poi accade un episodio che ci lascia dapprima perplessi e poi sorridere, passa una pattuglia dei carabinieri ci guarda con occhi strani, ci sorpassa, poi fa retromarcia si ferma e ci chiede chi siamo, cosa ci facciamo, che cos’è questa bandiera…noi seccamente gli rispondiamo che non è mica vietato passeggiare per strada e che quella è la bandiera della Palestina concludendo che abbiamo fretta perché dobbiamo camminare.
Ed ecco che dopo più di 10 km di cammino ci appare Pontelandolfo.
L’attuale abitato di Pontelandolfo nasce circa nel 980 d. C. dopo una storia fatta di assedi e terremoti, il paese è anche conosciuto per il famoso “Eccidio di Pontelandolfo” datato Agosto 1861, in cui dopo l’ uccisione di circa 40 militari dell’esercito piemontese da parte di Briganti e filo-borbonici, l’esercito Piemonte si abbatte su Casalduni e Pontelandolfo compiendo un eccidio,
a causa di differenti narrazioni non si conosce ancora il numero delle vittime di quell’eccidio.

Arrivati nella piazza centrale ammiriamo la maestosa torre alta più di 20 mt, unica cosa rimasta all’antico castello che non c’è più, risalente quasi sicuramente al XIV secolo e non proprio al centro della piazza vi è un antica fontana.

Una foto tutti insieme sotto la fontana e con alle spalle la torre del paese, senza mai mettere da parte il simbolo che contraddistingue la giornata, cioè la bandiera palestinese, altre persone si uniscono nella rituale foto per dimostrare la loro vicinanza alla questione palestinese.
Poi come i viandanti e i camminatori che si fermano ogni tanto per un ristoro, ci fermiamo al bar della piazza, tra qualche sacchetto di patatine, una birra e acqua siamo lì al sole per una mezz’oretta.

Si riparte con lo stesso entusiasmo del mattino, con l’entusiasmo di aver percorso già più di 10 km con leggerezza senza nessun affanno, usciti da Pontelandolfo percorriamo poi un tratto sull’asfalto, poi una deviazione a sinistra ed incomincia un sentiero fatto di terreno rocce ed acqua, inizia tutto con una leggera salita dopo la salita si fa più pesante, il sole addosso, la gioia, la bandiera della Palestina, le scarpe inzuppate nel fango…si prosegue e si attraversano sentieri affiancati da enormi pale eoliche, ci sentiamo osservati da questi altissimi mostri e quindi facciamo delle riflessioni, c’è chi è d’accordo a questo tipo di energia rinnovabile, chi invece non è assolutamente d’accordo perché dice che distruggono panorami e tolgono terra, c’è chi come me che avendole attraversate varie volte a piedi, ha avuto sempre impressioni diverse, talvolta affascinanti mostri che ci guardano dall’alto, talvolta una bruttura appoggiata su terre bellissime e altre volte utilità che però non viene sfruttata al massimo in Italia.

Si cammina ancora tra prati, fango, pietre e acqua, poi sempre percorrendo il sentiero si sale, poi si imbocca una discesa, odio camminare in discesa lo ripeto spesso, finisce il sentiero svoltiamo a sinistra e ricomincia la strada asfaltata, ci rilassiamo una decina di minuti e sdraiati sul lato della strada ci guardiamo soddisfatti.
Si riparte ormai siamo quasi arrivati a San lupo, l’ultimo tratto da percorrere è tutto asfaltato, non ci sono auto che passano, imbocchiamo una piccola salita poi una discesa poi c’è chi scatta foto al paesino di San lupo che si intravede da lontano, ed infine si arriva a San lupo, piccolo borgo, come tutti quelli che ci circondano.
Paese anch’esso attraversato da un storia antica fatta di occupazioni, prima normanna, poi sveva e successivamente possedimento della famiglia Carafa e poi anch’esso in seguito colpito dal terremoto.

La foto di rito questa volta è all’esterno della taverna Jacobelli.
Nel 1877 San Lupo fu il centro della fallita insurrezione anarchica contro lo Stato italiano degli anarchici Carlo Cafiero e Errico Malatesta, percorrendo la Via Nazionale di San Lupo, una targa di pietra bianca accanto a un portone rosso, segnala la Taverna Jacobelli che fu la sosta dei due famosi personaggi storici.

Il cammino è ormai finito quindi ci avviamo al bar, prima di arrivare si nota un albero zeppo di mimose e qualcuno ne strappa qualche ramoscello per portarlo a casa alla moglie, madre, sorella.
Camminando noto sulla mia destra un murales dedicato alla Janara, personaggio che nelle tante credenze popolari e nei racconti del meridione, soprattutto Benevento e Avellino, rappresentava una strega.
Infine ci fermiamo al bar in piazza davanti alla chiesa, qualcosa da bere e qualcosina da stuzzicare e subito si passa ai saluti e agli abbracci, dicendoci che ci rivedremo presto per un’altra camminata.
Si ritorna a casa con la speranza che al prossimo cammino non ci sarà più sofferenza in Palestina.

Gennaro Mallozzi

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