Terra dei Fuochi. Confermato maxi sequestro a imprenditori. Borrelli (AVS) incontra sulla vicenda il Ministro della Giustizia Nordio: “i 222 milioni di euro sequestrati vanno destinati a fare le bonifiche dei siti inquinati e a risarcire le famiglie delle vittime.”
Confisca del patrimonio confermata dalla Corte di Appello di Napoli per i tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore ambientale condannati per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area dell’hinterland napoletano ricadente nella cosiddetta Terra dei Fuochi.
“I fratelli Pellini già sono stati più volte scarcerati nonostante riconosciuti colpevoli di reati ambientali gravissimi. Se il patrimonio sequestrato fosse stato restituito, si sarebbe trattato di una grandissima ingiustizia, un insulto, uno spunto in faccia ai tanti morti nella terra dei fuochi. Gli avvocati dei Pellini hanno già annunciato che ricorreranno in Cassazione dove ci sarà la sentenza finale su questa vicenda. Questi soldi dovrebbero essere utilizzati per la bonifica dei territori contaminati e/o come risarcimento alle famiglie delle persone ammalatesi o morte.”- il commento del deputato dell’all’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli- ”Sulla vicenda dopo aver parlato con il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che mi ha assicurato massima disponibilità anche a verificare un intervento legislativo proprio in queste ore ho incontrato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio.”
Sia il deputato Borrelli che l’attivista ambientalista Alessandro Cannavacciuolo erano stati aggrediti verbalmente fuori l’aula del Tribunale la settimana scorsa da un esponente della famiglia Pellini imputata nel processo. Maria Ludando Pellini, moglie di Salvatore Pellini, aveva inveito a voce alta contro il deputato dicendo che si vergognava dei parlamentari come lui che “fanno battaglie contro famiglie perbene come la nostra” e accusato l’attivista Alessandro Cannavacciuolo di essersi accanito contro la loro famiglia.
“Questi soggetti non si sono mai pentiti – ha concluso il deputato – e i loro comportamenti continuano ad essere di una arroganza e prepotenza insopportabili”
“A chi se ne è andato troppo presto a causa di chi, pur di arricchirsi, ha distrutto la nostra terra, il nostro popolo.
Oggi la giustizia, se pur lentamente, ha fatto il suo corso.
Finalmente la Corte di Appello di Napoli ha provveduto a rigettare le richieste avanzate dai legali dei fratelli Pellini, tendente a riottenere l’ingente patriminio di 222 milioni di euro, confermando la confisca dell’intero patrimonio, frutto del disastro ambientale aggravato, cagionato alla nostra gente e alla nostra terra” ha spiegato Alessandro Cannavacciuolo che aveva organizzato la manifestazione delle vittime e della rete di associazioni contro la Terra dei Fuochi la settimana scorsa proprio fuori al Tribunale. COMUNICATO STAMPA