Si è svolto nella Basilica Pontificia San Sossio L. e M. alla presenza di parenti, amici e del clero frattese e parte di quello diocesano il funerale di Carmela la sorella di don Nicola Giallaurito, parroco storico ed emerito della parrocchia San Filippo Neri in Frattamaggiore.

Tante le persone che hanno voluto rendere l’ultimo saluto alla salma. Sull’altare al fianco del Vescovo di Aversa S.E. Mons. Angelo Spinillo che ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica in suffragio di Carmela, Mons. Nicola Giallaurito addolorato, ma fiducioso nella resurrezione; l’Arcivescovo e Nunzio Apostolico Mons. Alessandro D’Errico; il Vescovo Emerito Mons. Mario Milano; il Vicario foraneo Can. don Giovanni Del Prete; Mons. Sossio Rossi, parroco della Basilica; Mons. Angelo Crispino presidente della congrega dei preti; don Salvatore Capasso parroco della comunità tanto cara al cuore di don Nicola e Carmelina.
Tra i banchi invece tutto il clero Frattese e parte di quello diocesano con i suoi presbiteri e diaconi, non sono mancati gli istituti religiosi e le autorità civili. Il Vescovo nell’omelia ha cercato di ricordare che ogni nostra celebrazione si apre e si chiude con il segno della croce, così come ogni nostra giornata. Tutte le nostre attività ha detto “le viviamo così, anche rischiando di vivere questo gesto in modo distratto e superficiale, come tanti altri gesti e tante altre preghiere e parole che diciamo durante la giornata. Allora dire: nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, significa vivere alla presenza della Santissima Trinità, sentirsi in comunione con Dio Padre che ci ha creato, ci ha chiamati alla vita con Gesù, il Figlio che è venuto a redimerci dal peccato e ha trasformarci, a farci risorgere dal male per essere figli di Dio per l’eternità e quindi in grande fraternità tra di noi per la potenza dello Spirito Santo che ci chiama a vivere nella carità. Ecco allora che vivere nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo e vivere alla presenza di Dio, portando in ogni nostra attività la sua volontà, desiderando di sviluppare tutto il nostro cammino in amicizia, in dialogo con la misericordia e con la volontà di Dio. E tutto questo noi lo diciamo mentre facciamo il segno della croce, che non è il segno della tortura o della condanna a morte, ma il segno del sacrificio di Gesù, il segno grande del dono che Dio ha fatto all’umanità, della vita del suo Figlio, che in obbedienza all’amore del Padre ha testimoniato l’amore di Dio all’umanità fino a dare tutto se stesso, ad essere l’unico giusto su quel calvario dove tanti altri gridavano contro di lui e si proclamavano giusti pur essendo in quel momento fortemente condizionati dalla disonestà e dall’ingiustizia di ciò che stavano commettendo. Ed ecco allora, che il cristiano è colui che vive nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, tutti i momenti della sua vita, partecipando all’amore di Dio offerto a noi sulla croce da Cristo Gesù, e partecipando al sacrificio di Gesù, con tutta la nostra buona volontà, potremmo dire con tutte le nostre croci quotidiane: questa è la vita del cristiano, e ci piace pensare che sorella Carmela, abbia tante volte nelle sue giornate, vissuto il segno della croce, tante volte avrà ripetuto le parole “nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” nella realtà della vita di famiglia, nel quotidiano che ci permette di elevare tutte le nostre attività, tutti i nostri pensieri, alla comunione dell’amore di Dio. Tutto ciò che noi viviamo e facciamo nella comunione con l’amore di Dio, ci apre le porte dell’eternità“. Nel Vangelo ha concluso il Vescovo, abbiamo ascoltato Gesù che chiede al Padre, che “chiunque vive con lui possa essere con lui per l’eternità. Il Padre ha consegnato al Figlio tutta quanta la realtà della vita del mondo, perché il Figlio la potesse ripresentare al Padre. In questa intensa partecipazione alla vita di Dio, ecco che tutto diventa eterno. Diventa eterno tutto il bene che sviluppiamo per la vita degli altri, tutto ciò che è carità, e bontà. Tutto questo sorella Carmela l’ha vissuto nella forma che ha potuto, secondo quello che la provvidenza le ha donato di poter vivere, e dunque questo è segno e testimonianza della verità della vita eterna, della nostra vocazione, della nostra chiamata a vivere per l’eternità in comunione con la Santissima Trinità, in comunione soprattutto con l’amore di Dio che ci chiama ad essere partecipi con la croce del Cristo e della sua misericordia, che ci dona salvezza e ci chiama a vivere per sempre in comunione con lui”

Rinnoviamo a nome della Direttrice Responsabile Mena Cristiano e della redazione tutta le più sentite condoglianze, preghiera e vicinanza al caro don Nicola, a Mariagrazia e a tutta la famiglia Giallaurito





Rip Carmelina