POMIGLIANO D’ARCO. Ammazzato di botte: ‘l’abbiamo aggredito, non pensavamo ucciderlo’. Borrelli: “troppo facile pentirsi adesso. Prima devono pagare per quello che hanno fatto poi ci sarà l’eventuale perdono e reinserimento”.

POMIGLIANO D’ARCO. Avrebbero ammesso l’aggressione ma avrebbero anche confessato di non essersi resi conto che quelle percosse potessero provocare la morte i due ragazzi accusati dell’omicidio volontario aggravato del 40enne ghanese Akwasi Adofo Friederick, il senza fissa dimora percosso a morte a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. I due sedicenni – per i quali il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha disposto la detenzione nell’istituto penale minorile napoletano di Nisida – sono difesi dagli avvocati Edoardo Izzo e Umberto De Filippo.
“Troppo facile pentirsi adesso dopo aver ucciso un povero innocente indifeso. in modo brutale. Non sono uguali le vittime e i carnefici. Prima devono pagare duramente per quello che hanno fatto solo dopo ci sarà l’eventuale perdono e reinserimento nella società. Questi ragazzi devono capire che la vita di un uomo di qualsiasi colore, nazionalità o stato sociale vale e che chi uccide il prossimo deve pagare un pegno enorme” dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli. COMUNICATO STAMPA