Non è la festa della Libertà è la festa della Liberazione

La festa della Liberazione è nata come la festa della grande eroicità degli italiani che non disdegnarono di sacrificarsi a costo della vita per far cadere il regime dittatoriale nazifascista pur sapendo che le forze alleate sarebbero prima o poi arrivate a riportare sui territori ancora occupati la libertà e tale deve continuare ad essereNon è la festa della libertà, è la Festa della Liberazione.

Chi ha ricordi scolastici sa che oggi è la Festa della Liberazione, forse sa che nel lontano 1945 in questa data fu proclamato lo sciopero generale e l’insurrezione nei territori ancora occupati dai nazifascisti per poterli liberare in maniera autonoma prima dell’arrivo delle forze alleate e poter tenere la testa alta e le spalle dritte, con grande dignità, di fronte ai liberatori stranieri che di lì a pochi giorni sarebbero arrivati. Furono tutti gli atti eroici intrapresi dai partigiani fin da qualche anno precedente e questa ultima importante decisione che ci fecero sedere al tavolo delle trattative post belliche con l’indiscutibile dignità di cittadini attivi contro un “male”, il fascismo, cui avevamo saputo attivamente ed eroicamente opporre resistenza senza restare a braccia conserte ad aspettare che la liberazione arrivasse dall’esterno. Ancora poco si sa tra l’opinione pubblica dell’importanza simbolica che questa ricorrenza rivestiva al momento in cui fu istituita e che riveste ogni anno quando la si celebra. Non è un caso, infatti, che a seconda dei governi che si alternano alla guida del nostro Paese questa data riscuote più o meno clamore e contrasti come è avvenuto, infatti, da qualche settimana a questa parte. Il problema fondamentale infatti, non è tanto il riconoscerla come Festa importante per la nostra Repubblica democratica ma il significato che si da a questo riconoscimento a seconda dell’ appartenenza ad uno schieramento politico o ad un altro. Molti pensano che tutto sia riconducibile solo alla conoscenza che si ha della storia, ciò è vero ma è ancora più importante conoscere i processi storici che portarono a determinate scelte. Un conto è sapere a memoria le date, i nomi e i titoli dei personaggi e degli avvenimenti, altro cosa è conoscere e comprendere le dinamiche che ci sono state dietro gli avvenimenti. E’ un po’ come se si celebrassero i risultati delle partite di calcio come se fosse stata opera del caso o del fato senza inneggiare alle giuste strategie operate degli allenatori, della scelta che hanno fatto nel far sedere in panchina anziché far giocare alcuni calciatori anziché altri e la bravura messa, poi, in campo degli stessi singoli calciatori. La festa della Liberazione è nata come la festa della grande dignità degli italiani che non disdegnarono di sacrificarsi a costo della vita per far cadere il regime dittatoriale nazifascista pur sapendo che le forze alleate sarebbero prima o poi arrivate a riportare sui territori ancora occupati la libertà e tale deve continuare ad essere. Non è la festa della Libertà è la festa della Liberazione. Le parole sono importanti per chi le conosce nel loro significato profondo; liberazione non è uguale a libertà. Liberazione è il processo di scelte ed atti praticati per arrivare alla libertà. Per giungere ad un obiettivo ci vogliono sempre strategie ed azioni; per arrivare alla libertà dell’Italia dal nazifascismo, ed arrivarci con grande dignità, ci fu bisogno delle scelte operate dal Comitato di liberazione nazionale composto dai principali partiti e movimenti antifascisti del Paese e delle azioni eroiche praticate dei tantissimi partigiani in un clima di diffuso terrorismo psicologico e reale messo in atto dalla dittatura che sentiva di essere ai suoi ultimi giorni.
E’ a loro e a tutti i martiri che si sacrificarono che DOBBIAMO TANTO.
Teresa Del Prete