NAPOLI. Pizzaiolo ucciso, teste incriminato durante l’udienza per le dichiarazioni omissive rilasciate durante l’escussione. Borrelli: “Venerdì alle 11 fiori sul posto dove fu ucciso Francesco Pio Maimone. Chiedo che venga chiuso lo chalet del testimone che ha ritrattato le dichiarazioni durante il processo all’assassino di Francesco Pio Maimone.”

NAPOLI. Durante il processo sull’omicidio dell’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone: il testimone, titolare di uno degli chalet che si trovano nei pressi del luogo nella tragedia, è stato incriminato dalla Corte di assise per falsa testimonianza durante l’udienza, a causa del suo comportamento omissivo nel corso dell’escussione. “Non ricordo di aver detto questo”, “riconosco le persone in foto, avevano preso una birra ma non hanno partecipato alla lite”, “non so chi ha partecipato al litigio della scarpa” e “alcuni erano clienti assidui”. Riguardo al presunto assassino di Maimone, Francesco Pio Valda, il testimone, Giovanni Nacarlo, titolare dello chalet Agostino, ha riferito di averlo visto per la prima volta il giorno della lite, scoppiata per un pestone su un paio di sneakers firmate.
“Da quello che ci risulta – spiega il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli – il testimone aveva già il suo avvocato pronto a difenderlo. È possibile che si sia accordato già prima per cambiare la testimonianza. Un comportamento vergognoso. Per questo venerdì 29 marzo alle 11 saremo fuori lo chalet Agostino a Mergellina per portare dei fiori alla memoria di Francesco Pio Maimone e chiedere la chiusura del locale che copre un assassino e che da tempo viene segnalato alle forze dell’ordine come un luogo di ritrovo di ambienti criminali”. COMUNICATO STAMPA

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