Tutta l’arte in lutto per Botero. L’artista colombiano muore nel principato di Monaco a 91 anni. Botero vive negli scatti di Ferdinando Cioffi.
Nato nel 1932 a Medellin, si è spento ieri all’età di 91 anni l’artista colombiano Fernando Botero nella sua dimora a Monte Carlo nel Principato di Monaco. Ne dà il triste annuncio il quotidiano del paese natio “El Tiempo” che lo definisce l’artista colombiano più grande di tutti i tempi. La sua espressione artistica attraverso bozzetti, disegni, pittura e scultura ha lasciato un’ impronta che prende il nome di “boterismo” e in tutto il mondo l’artista è riconosciuto per la sua predilezione dei volumi.
I quadri di Botero tendono verso una dimensione ideale e sono il prodotto di un incessante moto interiore,di un desiderio inappagato che l’artista cerca di soddisfare con gli strumenti dell’arte. I soggetti sono di una morbidezza sensuale che richiama lo sguardo dell’osservatore incuriosito da questo soggetto, non bello, ma sublime che richiama attenzione. Lo sguardo dei soggetti ritratti appare perso, e qualche critico avrebbe avanzato l’ipotesi che in quegli occhi si rifletterebbe l’artista, che da bambino è rimasto segnato dalla violenza dilagata nel suo paese natio e dopo gli anni quaranta avrebbe sviluppato uno sguardo capace di vedere la realtà ingigantita.
Tra i quadri più famosi di Botero c’è la ballerina alla sbarra del 1988 in cui l’artista, influenzato dai modelli dei visi volumetrici dello spagnolo Antonio Bueno e dal muralista messicano Diego Rivera, ritrae ,in maniera anticonformista rispetto i canoni della danza classica, una coreuta dalle forme morbide in un tutù bianco con scarpette da punta rosse. La presenza dello specchio in sala contribuisce ad allargare la dimensione dello spazio e delle forme. Nel quadro di Botero la ballerina si addossa tutta la pesantezza della disciplina estremizzando le forme fino al grottesco e al comico.In un clima di rigore come quello della danza l’artista post moderno si ritaglia uno spazio in cui il rigido s’incurva e dà prova di come l’arte possa superare certi modelli stereotipati. Botero dimostra come tutta l’arte sia un divertissement, una fuga dalla pesantezza del reale, pesantezza che l’artista scarica tutta sui suoi quadri.
Innumerevoli le opere di Botero sparse in tutto il mondo e il ricordo dell’artista, per quanto egli abbia cercato il distacco dai suoi soggetti rappresentati, vive al loro interno.
Botero più volte è stato immortalato negli scatti del fotografo luminista Ferdinando Cioffi , che si è formato presso gli studi newyorkesi di Richard Avedon e Irving Penn per il ritatto fotografico. Mentre nelle opere di Botero si escluderebbe un approfondimento psicologico dei soggetti, in Cioffi l’ambiente contribuisce a descrivere il profondo di ogni soggetto umano. Il fotografo non mette in posa i soggetti nel suo studio, piuttosto predilige i luoghi che i soggetti abitano. La biografia dei soggetti è in posa negli scatti di Cioffi, che nei suoi molteplici incontri con Botero sia in Italia, che a Parigi, Lugano non ha mai perso occasione di immortalare l’artista con le sue opere volumetriche.
Il 24 settembre presso la Miart Gallery di Milano saranno in esposizione ritratti fotografici e opere di grandi maestri, Botero verrà degnamente ricordato.
Marianastasia Lettieri
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