TORRE ANNUNZIATA. Bruciato manifesto che chiede giustizia per Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio. Borrelli (Europa Verde): “sono andato sul posto per rendere omaggio alla famiglia di Cerrato. Per la “cultura” criminale è fondamentale lanciare anche dei messaggi simbolici contro le vittime che per loro non hanno diritto neanche di chiedere giustizia con un manifesto”.

TORRE ANNUNZIATA. “Mio marito viene offeso in vita e viene offeso in morte. Viene bruciato un manifesto dove c’era scritto ‘Giustizia per Maurizio’, evidentemente questa parola dà fastidio e fa paura. Noi siamo per la legalità e per la giustizia. Le mie armi non saranno mai le loro. Non lo sono mai state e continueranno a non esserlo. Noi andiamo avanti, non ci fermiamo. Questo voglio che sia chiaro. Io non mi fermo”. Queste sono le parole di Tania Sorrentino, vedova di Maurizio Cerrato, l’ex custode del parco archeologico di Pompei ucciso un anno fa a Torre Annunziata dopo una lite per un parcheggio, pronunciate al TGR Campania della Rai dopo che alcuni ignoti hanno dato fuoco ad una parte di un manifesto in ricordo della vittima affisso nel sottopasso dell’autostrada A3.
“Sono andato personalmente dove hanno bruciato il manifesto peer manifestare la mia solidarietà alla famiglia. E’ chiaro che hanno voluto bruciare proprio quello che chiede giustizia per Cerrato visto che ce ne sono tanti altri che non sono stati minimamente toccati. In questo brodo criminale in cui viviamo per la “cultura” criminale è fondamentale lanciare anche dei messaggi simbolici contro le vittime che non hanno diritto neanche di chiedere giustizia con un manifesto” dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli membro della commissione regionale anticamorra. (cs)
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