Teatro San Carlo di Napoli: Première Balachine/Petipa. Serenade e Raymonda in scena dal 26 al 30 luglio. Il sipario si apre sulla prima con un riconoscimento a Anna Barnaba, storica spettatrice del San Carlo.

Napoli: al Teatro San Carlo grande successo per la prima serata di balletto dedicata ai due capolavori coreografici di Balanchine e Petipa: Serenade e terzo atto di Raymonda.

Alla Prima è stata consegnata dal direttore generale Emmanuela Spedaliere una targa di riconoscimento a Anna Barnaba, spettatrice storica del Teatro di San Carlo.

Anna Barnaba e Emmanuela Spedaliere

Dopo il momento del riconoscimento il sipario si è sollevato su uno sfondo blu sul quale erano in posizione le ballerine pronte a danzare sulle note di Pëtr Il’ič Čajkovskij la coreografia ideata da George Balanchine “Serenade”.

Questo balletto è stato pensato da Balanchine per gli allievi della School of American Ballet a NY nel 1934, nella sua prima esperienza americana. Il progetto di Balanchine per questo primo balletto “americano” è un opera senza trama, che sappia di quotidiano. Il coreografo trae ispirazione dalla sala, dagli avvenimenti dalle emozioni e dalle suggestioni che gli trasmettono gli allievi durante le lezioni.Il balletto inizia dalle basi, i danzatori dalla VI posizione dei piedi passano alla I posizione e con dei port de bras intraprendono il loro viaggio alla scoperta della danza.

La coreografia si articola in quattro momenti: Sonatina, Valzer, Danza Russa e Elegia; questa disposizione presenta un’inversione rispetto l’originale partitura di Čajkovskij del 1880, che chiudeva con la danza russa. L’elegia nel finale ha come obiettivo sottolineare il fine malinconico e evocativo dell’intera opera. Alcuni passaggi della composizione coreografica rievocano scene del balletto romantico, dalla pazzia di Giselle ad alcune posizioni delle braccia che richiamano il Lago dei cigni.

Insomma, “Serenade” si presenta al pubblico come una ripresa dei grandi classici del balletto in una cornice a-narrativa, dimensione che si consolida fortemente nel balletto novecentesco.

Il sipario man mano si chiude sulla ballerina che viene portata in alto da una schiera di danzatori, come in un’apoteosi, con i capelli sciolti simbolo di sovversione rispetto ai canoni del balletto classico che vuole i capelli raccolti in chignon.

Questo balletto si fa metafora dell’illusoria libertà artistica ed esistenziale che animava il 900.

Nel secondo atto è andato in scena il terzo atto di Raymonda, balletto narrativo di Marius Petipa, sulla partitura di Aleksandr Glazunov sul libretto scritto da Lidia Pashkova.L’opera in tre atti debuttò a San Pietroburgo nel 1898 e rappresenta l’ultimo grande successo del coreografo marsigliese che dominò la scena del balletto nei teatri imperiali in Russia.Il balletto, ambientato nella cornice di una corte medievale francese, narra la storia di Raymonda che attende di coronare il suo sogno d’amore con Jeanne de Brienne, impegnato nelle crociate.

Nel corso delle varie riproposizioni è stata approfondita anche la psicologia della protagonista scissa tra l’amore verso Jean De Brienne e l’attrazione per il cavaliere saraceno Abderrahman.

Nel 1922 il balletto fu coreografato da Fedor Lopukhov per l’il GATOB, l’attuale Teatro Mariinskij; questo coreografo è stato anche maestro di Geoge Balanchine durante la sua formazione russa fino al 1924. Raymaonda andò in scena anche al Teatro San Carlo di Napoli nel 1976 nella versione di Loris Gai con la regia di Beppe Meneghetti e con la straordinaria interpretazione nel ruolo principale di Carla Fracci.

Sul palco del Teatro di San Carlo nel 2023 è andato in scena il terzo atto di Raymonda in cui si si celebra l’unione tra la protagonista e Jean De Brienne in un virtuosistico Gran Pas Classique Hongrois, in cui trionfa l’armonica sintesi tra musica e danza, che porta alla dissoluzione del balletto romantico.

Il coreografo Lopukov è stato il primo a esporre teoricamente i principi della composizione coreografica, che Balanchine eredita nella composizione delle sue opere. Al teatro San Carlo la stessa compagnia si è esibita in un percorso a ritroso nel tempo, alla scoperta della tecnica e delle origini del movimento, dal repertorio classico alle danze di carattere. Un’itinerario che ha acceso i riflettori blu sul balletto “concertante” di Balanchine, che non ama definirlo astratto; ma “concertante”, proprio perché consente di vedere la musica attraverso la danza. I danzatori, inoltre, non sono privi di spessore in Serenade perché hanno la libertà di portare in scena il loro vissuto, nonostante le posizioni, la coreografia e gli altri danzatori sulla scena da rispettare.

La direttrice del Balletto del Teatro di San Carlo Clotilde Vajer è stata autrice della ripresa coreografica di Raymonda, in scena nella seconda parte della soirée.

La direttrice ha giustificato la scelta di lavorare a questo balletto perché coniuga insieme classicità e modernità.Questi due fantastici capolavori coreografici verranno riproposti fino a domenica 30 luglio, inoltre, il ricavato della serata del 29 luglio, per iniziativa della Fondazione Teatro di San Carlo, contribuirà alla realizzazione di una nuova istallazione della “Venere degli Stracci, opera di Michelangelo Pistoletto distrutta da un incendio lo scorso 12 luglio.

L’arte e la danza si supportano vicendevolmente per la realizzazione di un unico obiettivo: la bellezza.

Fotografo si scena: Luciano Romano

Marianastasia Lettieri