STOP AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE
100+ GIORNI DI MASSACRI
118+ GIORNALISTI UCCISI
PRESIDIO VENERDì 19 GENNAIO H 15:30, SEDE DI REPUBBLICA (VIA DEI MILLE 16), NAPOLI

Hamza al Dahdouh, Mustafa Thuraya, Yazan al-Zuweidi, Ahmed Bdeir… sono solo alcuni dei nomi dei 118 giornalisti assassinati a Gaza negli ultimi mesi dalle forze di occupazione israeliane.
Dallo scorso 7 ottobre nella Striscia di Gaza è in corso un massacro senza precedenti che ha spezzato la vita a quasi 25mila palestinesi, costringendo un milione e mezzo di persone ad abbandonare le proprie case diventando così target in movimento per i bombardamenti sionisti.
Di fronte a quello che sta accadendo in tutta la Palestina, da Gaza ai Territori Occupati della Cisgiordania ai Territori del ’48, centinaia di reporter palestinesi si sono mobilitati. Hanno sfidato, pagando con la vita, il lockdown delle informazioni e l’assedio mediatico totale imposto da Israele e dai suoi alleati.

Giornalisti, videomaker, fotografi e cronisti, da sempre voci da silenziare, sono diventati il bersaglio principale della strategia genocida sionista volta a cancellare non solo la popolazione palestinese ma ogni traccia di testimonianza dell’orrore a cui lo stato sionista sta sottoponendo un’intera popolazione. Il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi ha coniato il termine “giornalisticidio” per denunciare le operazioni mortali e mirate da parte di Israele ai giornalisti e agli operatori media in Palestina. I giornalisti del territorio, in assenza di strutture sicure e dispositivi di protezione personale adeguati, raccontano il genocidio cercando di sopravvivere mentre Israele impedisce l’accesso a Gaza ai giornalisti stranieri da ogni confine. Gli unici ammessi devono consegnare ai militari israeliani il materiale, prima della pubblicazione, e non possono avere autonomia di movimento.

La censura e il giornalisticidio vanno di pari passo con il servilismo dei mass media occidentali. L’Italia non fa eccezione e così i maggiori quotidiani sono da mesi impegnati in una sistematica rimozione della verità, delle responsabilità, nella criminalizzazione della solidarietà con la resistenza palestinese.

Non una parola di solidarietà per i colleghi ammazzati, né una parola critica in difesa della libertà di stampa e di espressione. Emblematiche sono state le dimissioni di Raffaele Oriani dalla redazione di Repubblica secondo cui “questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi”.
Per questo venerdì 19 gennaio alle ore 15.30 saremo davanti alla sede di Repubblica (Napoli) in via dei Mille 16.
Per ricordare chi ha perso la vita raccontando la verità e la dignità dei palestinesi, per contestare il silenzio di chi, invece, continua a girarsi dall’altra parte o peggio a giustificare l’orrore di un genocidio.
Sempre al fianco della resistenza palestinese!
Palestina libera, Intifada fino alla vittoria!
NAPOLI PER LA PALESTINA

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