Shalom, filo diretto Brusciano – Napoli, un brano che si avvale di contributi di star della musica partenopea

BRUSCIANO. Parte da Brusciano la rivisitazione del brano Shalom (pace). Ad interpretarla il cantante partenopeo Nino Forte, con la corale del “Neapolis Group”. L’esecuzione con un del noto cantante Enzo Di Domenico. Il brano è stato registrato e missato alla Mela Music Studios. Autori Nino Forte e Angelo Iossa.
Perché Shalom? La spiegazione in una didascalia che accompagna una delle più antiche testimonianze del giudaismo in Campania: «Rinvenuta a Brusciano, l’iscrizione è probabilmente da porre in relazione alla comunità giudaica della vicina Nola ed è probabilmente un po’ anteriore a quelle del sepolcreto di Napoli. Si ha qui un titolo, l’uso del greco e un nome tipicamente giudaico, in questo caso di formazione aramaica: Abba Mari. Il testo recita =Shalom. Qui giace l’onorato rebbi Abba Maris=. Sono presenti in basso, oltre a una menorah angolare, i simboli dello shofar (il corno di montone) e del lulav (fascetto composto di mirto, salice e palma) molto stilizzati. Decisamente meno comuni sono l’intestazione Shalom e l’epiteto rebbi, secondo alcuni un titolo onorifico, secondo altri equivalente al titolo rabbinico. In quest’ultimo caso saremmo qui in presenza di una delle più antiche attestazioni epigrafiche del termine. IV-V secolo (?): Brusciano; Inv. 151154».
A curare le riprese Giuseppe Pio Di Falco per conto dell’Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali.
A certificare la fonte scientifica, Elena Miranda: “Due iscrizioni greco-giudaiche della Campania” nella “Rivista di Archeologia Cristiana” 55 (1979), pp. 337-341. “Il reperto bruscianese, quale rara testimonianza della diffusione dell’ebraismo a Napoli e in Campania e della cultura giudaica nel mondo, è in mostra permanente a Napoli al MANN. Shalom, Pace e Buon Natale a Brusciano a Napoli e a tutto il mondo da IESUS Istituto Europeo di Scienze umane e Sociali”.
Questo il commento del sociologo Antonio Castaldo, nell’occasione: «nell’emozionante finale svelamento si ripresenta l’accumulo di esperienze. La cultura orale trasmessa dall’amico Ciccio Granato, giovanissimo testimone oculare e detentore delle memorie familiari. La ricerca scientifica di studiosi come Elena Miranda. Le rilevazioni sul campo che ho condotto personalmente a Brusciano, insieme allo storico del Cristianesimo Primitivo, Sabato Scala e del suo collaboratore Peppe Mocci. La tradizionale ospitalità della famiglia Sessa-Giannino con la Signora Gioconda, vedova di Mastu Carminiello. Il tutto in un circolo virtuoso, che si chiudeva nel 2017, portando a termine una indagine innescata oltre 30 anni fa a partire da uno spontaneo scambio culturale con Ciccio Granato. Una lastra di travertino si rivelava antico raro reperto archeologico ora fruibile da tutti i visitatori del MANN a Napoli».