SANT’ARPINO: DOMENICA 6 NOVEMBRE LA MOSTRA DEL COMPIANTO ARTISTS GRUMESE, GIUSEPPE PECORARO, “A SUD DELL’ANIMA”, CURATA DAL GIORNALISTA GIOVANNI RUGGIERO E DALLA SORELLA DEL PITTORE, GISELLE

Una mostra e un catalogo per ricordare e riscoprire Giuseppe
Pecoraro, il giovane pittore di Grumo Nevano scomparso
prematuramente nel 1994. “A Sud dell’Anima” è il titolo che accomuna i
due progetti curati da Gisella Pecoraro, sorella dell’artista, e dal
giornalista Giovanni Ruggiero. L’appuntamento è per domenica 6
novembre, alle ore 17,30 nello spazio della Pinacoteca Comunale
“Massimo Stanzione”, diretta da Gianpaolo Coronas, ospitata nel Palazzo
Ducale “Sanchez de Luna” di Sant’Arpino (Caserta). «Questo catalogo –
scrive la sorella Gisella nella dedica del catalogo – è un omaggio alla tua
persona, alla tua arte, un atto dovuto a te ed a quanti hanno apprezzato e
potranno apprezzare il tuo percorso artistico. Ogni volta che, nel corso
della sua realizzazione, ho rivisto e catalogato le tue opere, sono sempre
stata nuovamente sorpresa dalla loro bellezza, dall’armonia, dalla tecnica
così personale, raffinata, complessa, anche quando sei stato costretto a
dipingere con la mano sinistra. Hai raccontato, attraverso di esse, la storia
della tua vita.» Giuseppe Pecoraro iniziò giovanissimo a dipingere, già
alle scuole medie, sicché l’iscrizione al liceo artistico e poi l’Accademia
delle Belle Arti di Napoli furono lo sbocco naturale di questa sua
vocazione. L’artista Rosa Panaro l’ha sempre ricordato come un allievo
assiduo, dotato e sempre presente, benché questo gli costasse un grande
sforzo. Pecoraro fin dalla prima infanzia manifestò i segni della distrofia
muscolare con cui ha dovuto sempre combattere. Già negli anni del liceo,
a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del secolo scorso, il
giovane artista raggiunge ed affina quella cifra stilistica che caratterizzerà
tutta la sua opera. La geometria prende il sopravvento: la realtà è
frazionata, spezzettata. Tutto è geometrico: sia le luci che le ombre. Così
i volti dei suoi personaggi che si dividono in segmenti precisi, accurati,
come dovuti all’opera di un orafo o di un fine miniaturista. In questo suo
“geometrismo pittorico” – come lo definisce Giovanni Ruggiero nel
catalogo – il colore è avaro, proprio per ottenere questi frammenti precisi
messi ad incastro. Steso accuratamente e con parsimonia sulla tela, il
colore produce una leggera velatura che lascia intravedere il segno della
matita sottostante con cui ha abbozzato la figura. Pecoraro iniziò subito
ad esporre, prima in gallerie del suo territorio, poi a Roma, Rieti, Genova
ed in altre città. Con la sua arte si fa messaggero dell’ansia e della
sofferenza del Sud e gli renderà omaggio con la sua opera in tutta la sua
breve vita. Coglie del Meridione l’anima avvilita e spesso mortificata.
Nei volti dei contadini, degli anziani, delle donne vecchie prima del
tempo, dei poveri, dei giovani che paiono senza speranza, capta e
rappresenta il loro dolore, le loro ansie e le fa proprie. Il Sud che
rappresenta è in perpetua attesa che qualcosa cambi, che la speranza si
traduca in frutti.
Il ricavato del catalogo sarà devoluto a favore della UILDM (Unione
Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Arzano. Si continua così una
tradizione. L’artista in vita ed i suoi familiari hanno donato molte opere a​
fondazioni che della lotta alla distrofia muscolare hanno fatto la loro
missione.​ CS