RIVA …..VICENZA ROVESCIATA LEGGENDARIA. IL “BOMBER” DI LEGGIUNO & PADRE PIO. PORTÒ LA COPPA DEL MONDO A SAN GIOVANNI ROTONDO. NELLA STORIA DEL CALCIO ITALIANO LA LEGGENDARIA ROVESCIATA DI VICENZA

18 anni fa, nell’autunno del 2006, un frate cappuccino scrisse una lettera a Gigi Riva. “Rombo di Tuono”, così lo definiva il giornalista Gianni Brera, all’ epoca era il “Team Manager” della Nazionale Azzurra che il 9 luglio 2006 vinse i Campionati del Mondo in Germania, battendo allo stadio Olimpico di Berlino, la Francia di Raymond Domenech. Padre Nicola Monopoli, in quella famosa lettera, rivolse alla più forte ala sinistra della storia del calcio italiano di tutti i tempi, una precisa richiesta: portare la Coppa del Mondo conquistata dalla Nazionale di Marcello Lippi, a San Giovanni Rotondo. Era desiderio del religioso che il trofeo fosse esposto nell’ospedale fortemente voluto da Padre Pio da Pietrelcina: “Casa Sollievo della Sofferenza”. Si verificò una incredibile coincidenza. La missiva inviata da padre Nicola pervenne al “Campionissimo” di Leggiuno nello stesso istante in cui egli aveva appena iniziato a leggere un libro sulla vita del “Santo del Gargano”. Fu per Riva come un segno del destino. Un segno inequivocabile che non sfuggì all’iconico recordman del Cagliari e della Nazionale. Ben 164 reti siglate con la maglia rossoblu e 35 reti in maglia azzurra. Gigi Riva ebbe la marcata percezione che quella lettera di padre Nicola, in realtà, esprimeva una precisa richiesta di Padre Pio. Come se il Frate sannita in persona si fosse rivolto direttamente a lui per chiedergli di portare la Coppa del Mondo a San Giovanni Rotondo. Il 30 marzo 2007, Riva portò il trofeo nell’ospedale del paese garganico dove il “Santo Frate” operò la sua missione terrena per 52 anni ininterrotti. Il 18 gennaio 1970, la squadra di Manlio Scopigno era attesa in Veneto. La trasferta non era delle piu agevoli. Allo stadio “Romeo Menti” era in programma L.R.Vicenza-Cagliari, valevole per la 17° giornata del campionato di Serie A, 1969-70, diretta dall’arbitro Sergio Gonella di Torino. Dopo dieci minuti dal fischio d’inizio, Riva portò subito in vantaggio il Cagliari. Con i rossoblù impegnati a difendere l’1 a 0 dai ripetuti assalti dei biancorossi, si giunse al 25° minuto della ripresa. Su assist di testa di Domenghini, Gigi Riva siglò il raddoppio, inarcandosi all’indietro con un incredibile colpo di reni e, quasi come fosse sospeso in aria, arpionò il pallone calciando di sinistro, dopo aver compiuto una innaturale seme rotazione del busto. Una rovesciata leggendaria che divenne l’icona della stagione vincente dello scudetto del Cagliari 1970 e che, al contempo, riassunse in se tutte le innate e pregevoli doti acrobatiche del “bomber” varesino. Un indimenticabile radiocronista sportivo, con la sua inimitabile voce, rauca e graffiante, il pomeriggio di quella domenica, informò milioni di appassionati di calcio italiani di quella fantastica prodezza. Fu un intervento flash e avvenne nella radiocronaca di “Tutto il calcio minuto per minuto”: “Scusa Ameri, Scusa Ameri, ha raddoppiato il Cagliari con un gol favoloso di Riva. Colpo di testa di Domenghini in area, su cross di Gori e rovesciata acrobatica di Riva”. Così Sandro Ciotti commentò quella maestosa pennellata di sinistro al “Menti”, consegnata alla storia del calcio italiano. La fotografia di quello spettacolare e strepitoso gesto atletico venne pubblicata il lunedì seguente su tutti i giornali sportivi dell’epoca. Più di qualcuno cercò di conoscere il nome del fotografo che ritrasse la mitica ala sinistra rossoblù in quella epica rovesciata. In realtà, il famoso “scatto” in cui si vede Riva sfidare, in un certo senso, le leggi naturali della fisica, venne ricavato dal fermo immagine della registrazione-video di quella stessa partita. Una rovesciata che passò alla storia, contraddistinta dall’elegante innaturalezza con la quale il bomber “sardo” riuscì a coordinarsi, avvitandosi su stesso per agganciare la sfera, mista alla eleganza con la quale rimase letteralmente sospeso in aria, quasi non avesse più peso. Quello storico “fermo immagine” rivela una sorprendente coincidenza. Si notano due calciatori del reparto difensivo del Lanerossi Vicenza che osservano Riva nell’ istante in cui calcia quella magistrale rovesciata, senza avere nessuna possibilità di intervenire sul pallone. Alla sinistra di Riva, con la maglia numero 5, è ritratto lo stopper veronese, Sergio Carantini. Alla destra di Riva, con la maglia numero 2, il terzino destro biancorosso, nativo di Sandrigo, Gianfranco Volpato. Entrambi seguono l’azione. I due calciatori del Vicenza sembrano letteralmente esterrefatti dal prodigioso gesto atletico dell’attaccante cagliaritano con la maglia numero 11, il quale alla fine di quel campionato, oltre allo scudetto conquistò anche il titolo di capocannoniere con 21 reti realizzate. Il pubblico del ‘Menti” applaude con grande ammirazione la rete di Riva. I numeri sulle maglie dei due calciatori vicentini, il 5 e il 2, in successione, compongono il numero 52. Esattamente il numero degli anni di ininterrotta permanenza di Padre Pio nel convento di “Santa Maria della Grazie” a San Giovanni Rotondo.Giuseppe Zingarelli

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