PRAGA. Nostra intervista esclusiva al professore Giuseppe Maiello, docente universitario, per 21 anni nella facoltà dove si è registrata la strage.

Tra le vittime anche una sua carissima collega. Intervistato dalla tv nazionale ceca, ha evidenziato il ruolo negativo esercitato da facebook in questa terribile storia nella quale hanno perso la vita, 16 persone, oltre lo stesso killer. Il professore Maiello, originario di Grumo Nevano dal 1985 vive a Praga. Omonimo ma non parente il giornalista che l’ha intervistato, Giuseppe Maiello.

Strage di Praga: 13 le vittime nell’Università Carlo IV, a cui si aggiungono un papà di 33 anni ed il figlio di due mesi, oltre il padre del Killer. La Repubblica Ceca si prepara all’ultimo saluto alle vittime, con il lutto nazionale.

Ne parliamo con un docente universitario, per 21 anni professore all’Università di Praga, da qualche anno transitato ad una prestigiosa struttura privata dove insegna Media e Cultura. Si tratta di Giuseppe Maiello, la cui famiglia è originaria di Grumo Nevano , dal 1985 all’ateneo di Praga. In un quartiere di questa città, Klanovice,  la sua moglie è stata sindaco presidente di circoscrizione nella precedente legislatura. Adesso è consigliere di minoranza. Lo stesso Maiello è una figura ben conosciuta sia nel quartiere che a livello nazionale. Tre figli, (il secondo sta seguendo un corso di recitazione presso il Teatro Piccolo di Milano), tifosissimi del Napoli anche se nati a Praga. Proprio per la sua docenza nel settore dei media, il professore Maiello è spesso in televisione, chiamato a condividere le sue riflessioni. Anche qualche giorno fa è stato ospite di una popolare trasmissione del principale canale della Rete nazionale.

“La settimana scorsa è stato consumato un efferato omicidio nel bosco di Klanovice, 900 ettari di verde frequentato in particolare dalle famiglie. Qualche giorno prima mia mogie era andata a passeggio con la nostra prima nipotina, Valeria. Un delitto inspiegabile. Un padre di 33 anni ammazzato con 3 colpi di pistola insieme al figlioletto, di due mesi, ucciso con un solo colpo nel carrozzino. Un delitto che ha provocato il panico a Klanovice. Tante le ipotesi. Soprattutto sui social, in particolare su Facebook e su questo intendo fare un discorso a parte: zingari, stranieri, immigrati. Si cercava di attribuire una responsabilità. Anche perché in questa città non ci sono mai stati episodi di tale efferatezza. Debbo sottolineare che a Praga la polizia è molto efficiente. Le indagini, subito scattate, hanno preso la giusta direzione. Intanto la psicosi ha contagiato tutti i residenti. Paura nell’uscire di casa, di frequentare il bosco: la psicosi del killer si è diffusa come un virus”.

Niente però lasciava presupporre che questo duplice inspiegabile omicidio, (registrato il 15 dicembre) era il preliminare per una strage che sarebbe stata consumata da lì a qualche giorno, dallo stesso killer (la perizia balistica ha confermato l’uso delle stesse armi), David Kozak, 24 anni, dipinto come studente modello. Eppure, c’erano tutti i segnali che la follia avrebbe potuto esplodere da un momento all’altro. Poco prima una amica del killer aveva allertato la polizia perché aveva ricevuto una SMS da David in cui scriveva che stava recandosi all’università per suicidarsi. Mentre si è scoperto che aveva sparato anche al padre, nella cittadina di residenza, Hostoun, nei pressi di Praga. La polizia era allertata, anche se non sapeva esattamente in quale edificio Kozak sarebbe apparso. Il Killer ha concentrato la sua furia omicidia nell’edificio di Piazza Jan Palach, una delle sedi della Facoltà di Lettere e Filosofia. Ma il giovane non era solo intenzionato a suicidarsi. Aveva portato con se un intero arsenale di armi e munizioni in grado di fare una strage. Premeditata. A casa dopo la carneficina sono stati rivenuti anche esplosivi

“La polizia è arrivata 4 minuti dopo il primo sparo, quindi possiamo affermare che le forze dell’ordine sono state in grado di contenere in qualche modo la strage. Non si era mai visto, almeno da mezzo secolo, un assedio così massiccio delle forze dell’ordine a Praga. Sono molto addolorato, nella strage è morta una collega al IV piano, la direttrice del dipartimento di musicologia. Non sono mancati episodi di eroismo, un’altra carissima collega è uscita dalla stanza insieme ad uno studente per cercare una ragazza, ai piani superiori, ma hanno dovuto fare marcia indietro, perché dalle scale arrivava una fiumana di giovani in fugae si sono barricati con successo in una delle aule della Facoltà”.

Dopo l’omicidio del papà con la piccola di pochi mesi, sono stato invitato ad un dibattito in tv dove ho sottolineato di quanto sia devastante Facebook, una piattaforma dove tutti, credono di sentirsi in grado di esprimere la loro opinione, parere, sentenze. Analizzando la fascia di età dei ‘commentatori seriali’ si intuisce che ci troviamo di fronte ad un range tra i 35 e i 60 anni. Io sostengo che più che social, Facebook sia uno strumento ‘asocial’, erige steccati, crea divari, divisioni. Ho ribadito in tv come diceva Eco: “«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli»

“Dopo il duplice omicidio nel bosco di Klanovice, tutto (gli imbecilli) del paese ad attaccare la polizia, a fare congetture, a puntare l’indice. Io credo che questa eccessiva visibilità abbia costituito per il killer uno stimolo a proseguire nel suo disegno di compiere la strage, come nei video giochi. Ecco io credo che questo episodio debba indurre a far riflettere, per una settimana l’assassino si è sentito al centro dell’attenzione, una star. Ed abbia deciso di mettere a segno la strage per conquistare ulteriore visibilità. Anche se poi ha preferito suicidarsi. A questo bisogna aggiungere anche l’ambiente familiare, dalle ultime notizie arrivate sembra che il killer dovesse fare i conti con un padre che gli impediva di uscire, frequentare amici, ragazze. Ci siamo trovati di fronte, purtroppo ad un mix esplosivo, un mix troppo simile a quelli che sentiamo spesso da oltre-oceano…”.

Giuseppe Maiello

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