Napoli: San Gennaro e la Pop Art. Inaugurazione mostra dell’artista partenopeo Luigi Grossi martedì 19 settembre dalle ore 18 presso lo studio Q.S. Apri Sipario.

Napoli: Martedì 19 settembre dalle ore 18:00 sarà inaugurata la mostra di Luigi Grossi “San Gennaro e la Pop Art” in esposizione fino al 30 settembre presso lo studio Q.S. Apri Sipario sito in via Lungo Gelso, 49 Na.San Gennaro e la Pop Art di Luigi Grossi.

In occasione delle celebrazioni in onore di San Gennaro, patrono di Napoli, l’artista partenopeo Luigi Grossi inaugura una mostra Pop che ha come soggetto principale la Mano di San Gennaro. L’esposizione serigrafica funge da completamento alla mostra “Metti la mano tua” a cura della dott.ssa Mimma Sardella. Dalla scultura alla Pop art è il filo conduttore della mostra. L’artista ha plasmato con le sue mani la Mano del Martire, che secondo le descrizioni dei Martirologi avrebbe avuto poteri speciali, tra cui quello di domare il fuoco. Le bruciature sulla mano richiamerebbero alla memoria l’episodio in cui il martire sarebbe spirato sotto le persecuzioni di Diocleziano presso la Solfatara. Quelle scanalature sulla mano ricordano il ribollire della lava e quel sangue che ogni anno fedeli e pellegrini attendono che si sciolga. Quel rosso vivo è metonimia di quel Vesuvio che nel 1631 cercò di lavare Napoli invano, il prodigio si verificò per mezzo della statuetta di San Gennaro e tutta Napoli esultò. La mano fermò la lava.

Il giallo richiama il sole. In una fase di sincretismo religioso San Gennaro veniva sovrapposto al dio Mitra, divinità solare e anche lui capace di dominare il fuoco.Gialla era la veste di Mitra, giallina la cera di San Gennaro tant’è che spesso viene chiamato “faccia ngialluta” perché in una delle prime iconografie rinvenute apparirebbe questo volto giallo con il Vesuvio alle spalle. Nella mostra di Grossi alla scultura si sovrappone il colore e dona una terza dimensione, s’intingono i polpastrelli e impronte digitali segnalano le missioni infallibili che ogni anno i fedeli affidano al Protettore e fissano il sangue sciogliersi. La Mitra del Tesoro di San Gennaro fatta di smeraldi, rubini e diamanti viene riprodotta dal Grossi con una serie di triangoli colorati che rendono la ricchezza popolare.Immagini monumentali si piegano alla fatica della quotidianità.Le fosse vulcaniche della Mano diventano i calli del lavoratore audace che si tinge di colori primari e secondari e trova il suo “Io” affidando la sua sorte al prodigio del 19 settembre. Arte, alchimia o magia: il Tesoro di Napoli inizia e finisce con San Gennaro, senza la cui mano la città come dinanzi a un vigile non avanza.Tutti sono fermi al semaforo del suo sangue e quando si scioglie la città è “Napule è mille culure”.

Commento a cura di Marianastasia Lettieri

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