NAPOLI. Ragazzino di 15 anni accoltellato a Scuola. Si tratterebbe di un’aggressione a freddo. Borrelli (Avs): ” Si usano le armi come se fossero giocattoli”.

NAPOLI. Un ragazzo di 15 anni è stato accoltellato all’interno di una scuola a Napoli. L’aggressione è avvenuta nell’Istituto Marie Curie, nel quartiere di Ponticelli in via Argine mercoledì 20 settembre, in palestra.La giornalista Luciana Esposito da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità in particolare nel quartiere di Ponticelli ha reso noto di conoscere la vittima e ha smentito l’ipotesi di un litigio.”Il 15enne accoltellato nell’Istituto ‘Marie Curie’ di Ponticelli è il figlio di uno dei miei più cari amici, questo lo preciso soprattutto ai colleghi.I genitori di quel ragazzo sono impegnati da anni nel sociale. Oltre a crescere ed educare i loro figli, si dedicano al volontariato e all’associazionismo per offrire uno svago, un’alternativa ai giovani del quartiere ed è per questo che quanto accaduto oggi fa ancora più male.Non c’è stata nessuna lite, nessuna colluttazione tra i due coetanei. Dopo essersi intrattenuto al bar della scuola, il 15enne si stava recando in classe ed è stato accoltellato mentre era di spalle e stava salendo le scale.Un ragazzo dal carattere mite che soffre di tic nervosi abbastanza visibili, motivo per il quale già dallo scorso anno era stato preso di mira da quel coetaneo che non risulta imparentato con soggetti legati ai clan di camorra che operano sul territorio, ma che ama ostentare un atteggiamento ‘da boss’.Credo che questo episodio sia il punto di non ritorno.È inaccettabile che dei ragazzini vadano a scuola armati e che utilizzino quelle armi contro quei ragazzi che, invece, a scuola ci vanno solo per studiare.””Condividiamo pienamente le parole di Esposito – dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli – che lancia l’allarme sulla deriva che sta vivendo il napoletano. Sono sempre di più i ragazzini che girano armati e che sono pronti a utilizzarle alla prima occasione. In molti casi questi ragazzini vengono “addestrati” alla violenza nei contesti familiari in cui vivono. Al posto dei giocattoli oramai questi ragazzini utilizzano le armi arrivando anche a uccidere.” COMUNICATO STAMPA

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