GRUMO NEVANO. Circa duecento persone, per lo più donne hanno preso parte al sit-in spontaneo in piazza Cirillo, per tenere alta l’attenzione sulla violenza di genere.

Per non dimenticare Rosa, uccisa dal suo vicino di casa, e tutte le donne uccise dall’amico, dal compagno, dal marito, dal fidanzato, dal conoscente. 66 i nomi letti, tante le ultime vittime ricordate. Si è partito da Rosa, la 23enne grumese, per chiudere con lo stesso nome. Alla manifestazione hanno preso parte alcune docenti in rappresentanza delle scuole cittadine. I nomi letti sul sottofondo di note struggenti, chiuse con un assolo di sax. Quasi alla fine del sut in è arrivato il sindaco, Gaetano Di Bernardo, che si è scusato, perché gli impegni professionali che lo avevano trattenuto ed ha promesso che l’8 marzo, in occasione della festa della donna, sarà convocato un consiglio comunale aperto, ad associazioni e cittadini. L’11 marzo invece al cine teatro Sole, il Pd grumese ha organizzato un convegno con la senatrice Valeria Valente, presidente della commissione d’inchiesta sui femminicidi in Italia. L’incontro avrebbe dovuto tenersi il 4 marzo, ma per sopraggiunti impegni istituzionali della senatrice, è stato rinviato di una settimana. Nel corso della manifestazione è stata letta una lettera scritta da una donna e diretta anche ai maschi che riportiamo di seguito.

-C.F.

Grumo Nevano, 22 Febbraio 2022Sit in per RosaOggi sono qui perché voglio condividere con tutti voi i miei pensieri, le mie riflessioni dedicate alle donne vittime di violenza, donne che non sempre hanno la forza di reagire, donne che non agiscono ma sperano, donne che non sanno più volersi bene, annullate, sin dentro l’anima, da una violenza ingiusta che toglie il respiro. Mi è difficile ma lo devo a tutte quelle giovani donne, bambine, mamme a cui è stata tolta la vita. Quelle donne amavano la vita, amavano fare le cose che tutti noi facciamo, uscire con gli amici, ridere, scherzare, amare, crescere i propri figli, sbagliare… A tutte è stata negata la bellezza della vita, alle più giovani è stata tolta la possibilità di realizzarsi, la gioia di essere chiamate “mamma”. Voglio fare un appello a tutte le donne che restano in silenzio per paura, per i figli, per la gente, per non arrecare un dolore alla famiglia: Non lasciatevi impaurire, sminuire, controllare, manipolare, sono gli uomini ad aver paura se agiscono tutte queste aberrazioni, gli uomini vi raccontano di amarvi, di preoccuparsi per voi, ma la violenza fisica e psicologica non è AMORE. Non fatevi trascinare dall’inganno, da promesse non mantenute. Abbiate il coraggio di gridare, di farvi valere: meritate rispetto. Rosa non c’è l’ha fatta, era una giovane donna di 23 anni, uccisa il 2 febbraio 2022 a Grumo Nevano, sì proprio qui, Grumo Nevano…la sua morte ha sconvolto l’intero paese e dintorni. Rosa è stata vittima, forse, di un desiderio di possesso non ricambiato, di una furia immotivata scaturita da una tara culturale ancora arretrata. Ma adesso non dobbiamo dimenticare, dobbiamo imparare dagli errori e dagli orrori, dobbiamo smuovere le coscienze, dobbiamo educare i nostri figli all’amore, dobbiamo partire dall’educazione ai sentimenti, non all’odio, non alla gelosia, non al possesso. Un ragazzo che trasforma il dolore in rabbia cieca, che procura morte rivela una profonda incapacità di gestione delle emozioni dolorose di perdita e di accettazione della libertà e indipendenza delle donne. I ragazzi sembrano non avere altri mezzi per affrontare alcune situazioni se non la minaccia, l’aggressione, la violenza e l’omicidio. Rosa amava la vita come tutti noi e come tantissime altre ragazze qui presenti. Non dobbiamo più avere paura, dobbiamo avere fiducia in noi, dobbiamo avere consapevolezza di ciò che siamo, rispettare noi stesse e pretendere rispetto, amare noi stesse e pretendere amore, nessuno può avere il diritto di decidere della nostra vita, tantomeno della morte. Stringiamoci ancora una volta attorno al dolore della famiglia Alfieri, onoriamo la memoria di Rosa: NON dimentichiamo. Non dimenticare non vuol dire solo ricordare passivamente, ma vuol dire attivare le coscienze e sensibilizzare i giovani educandoli al rispetto. L’appello stasera è rivolto anche a tutti gli uomini: siate complici delle vostre donne, amatele per ogni difetto o incertezza, lasciatele libere di essere ciò che vogliono essere: madri di dieci figli e madri di nessuno, casalinghe e imprenditrici, lasciateci fare quello che vogliamo del nostro corpo e ribellatevi insieme a noi, quando qualcuno ci dice cosa dobbiamo farne. Siate nostri complici. Noi non vogliamo più avere paura. Vogliamo essere amate. Nessuno può permettersi il diritto di tenerci in silenzio. Vogliamo essere note, silenzi, rumori, vogliamo essere libere nel tempo e nello spazio. Vogliamo essere questo: donne.