FRATTAMAGGIORE: “La dimora delle tenebre” è il primo esempio di metabook. L’autore è Luca Limatola, nato ad Afragola, ma vive a Frattamaggiore.

“La dimora delle tenebre” è il primo esempio di metabook. L’autore è Luca Limatola, nato ad Afragola, ma vive a Frattamaggiore. Laureato in Matematica, lavora come Tecnologo all’Istituto Nazionale di Astrofisica presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, e nella sua giovane carriera lavorativa ha già avuto modo di partecipare a due eventi astronomici di grande rilevanza scientifica: la “Prima Luce” del telescopio partenopeo VST, nato dal genio e dalla tenacia del Prof. Massimo Capaccioli, e la prima rivelazione diretta delle onde gravitazionali, a cui è stato assegnato il Nobel per la Fisica 2017, che ha aperto la nuova era dello studio dell’Universo, quella de Sul Metaverso in letteratura: da Snow Crash alla genesi del MetaBook La Dimora delle Te-nebre di Luca Limatola
Non era il lontano, ma neppure vicinissimo, 1992 quando Snow Crash, romanzo di fantascienza post-cyberpunk di Neal Stephen-son, introdusse il termine Metaverso nel linguaggio comune la cui accezione, erroneamente, molte volte si accosta all’invadente ege-monico potere di multinazionali quali Meta Platforms Inc. (il nuovo nome della società che controlla Facebook, WhatsApp, Instagram e Oculus), o Roblox e altre società che si affacciano su questa nuova frontiera metaludica come Epic Games che ha acquisito ArtStation e Sketchfab o Nvidia che sta sviluppando invece Omniverse.
Il Metaverso fonda le sue radici nella letteratura (il precursore in tale campo fu William Gibson con Neuromancer, romanzo di fan-tascienza pubblicato nel 1984), e la sua ideazione non va neppure banalmente, per semplice assonanza, associata al Multiverso, scien-tifico o parascientifico concetto dell’esistenza di dimensioni paralle-le, la cui definizione non nasce da un magico potere del Doctor Strange ma ancora una volta fu coniata in letteratura nel 1985 dallo scrittore e psicologo statunitense William James.
Ritornando a Snow Crash (il cui titolo è un richiamo all’effetto neve, il rumore bianco, degli apparecchi televisivi), nel romanzo di Neal Stephenson con tale appellativo viene definita una droga o meglio un metavirus neurolinguistico che colpisce nel Metaverso con gravi conseguenze nella vita reale e tale metavirus ha connes-sioni con i miti Sumeri.
Snow Crash da romanzo fantascientifico post-cyberpunk con-duce l’eroe della storia, Hiro appunto, uno straordinario hacker e spadaccino nel Metaverso (di cui ha scritto parte del codice nella prima fase di sviluppo), ovvero, nella vita reale, un giovane fattori-no che consegna pizze per conto di una catena di franchise della Mafia (l’azienda CosaNostra Pizza Inc. gestita da Zio Enzo), in una corsa contro il tempo per evitare la diffusione di Snow Crash.
In una irreale Biblioteca del Metaverso, alle cui stanze segrete si accede tramite una hypercard dal titolo Babele/Infocalisse, il romanzo prende un’altra piega infarcendo la trama di nozioni storiche con riferimenti Biblici e a divinità e miti Sumeri.
Le origini della infocalisse vengono attribuite ad un nam-shub (un incantesimo, una poesia o un discorso che si pensa abbia un potere magico nei testi sumeri) enunciato dal dio Enki che così re-cita:

In un tempo lontano, non c’era il serpente, non c’era lo scorpione,
Non c’era la iena, non c’era il leone,
Non c’era il cane selvatico, e neanche il lupo,
Non c’era la paura, non c’era il terrore,
L’uomo non aveva rivali.
In quei giorni, la terra di Shubur-Hamazi,
Sumer dalla lingua armoniosa, la grande terra del me del principato,
Uri, la terra che possiede tutto ciò che è appropriato,
La terra di Martu, che riposa sicura,
L’intero universo, la gente ben protetta,
A Enlil in un’unica lingua diedero la parola.
Allora, sfidando il signore, sfidando il principe, sfidando il re,
Enki, il signore dell’abbondanza, i cui ordini sono degni di fiducia,
Il dio della saggezza che veglia sulla terra,
La guida degli dei,
Il signore di Eridu, dotato di saggezza,
Cambiò la lingua nelle loro bocche – e mise la discordia
Nella lingua dell’uomo che era stata una.

“Per i mesopotamici non esisteva un concetto indipendente del male. Solo malattia e cattiva salute. Male era sinonimo di malattia.”
Con queste parole il Bibliotecario spiega a Hiro come i nam-shub avevano il potere di alterare il funzionamento del cervello e del corpo alla stregua di un virus. Il dio delle acque Enki sapeva quindi come manipolare il cervello usando la lingua sumera; era un dio hacker con l’abilità di scrivere me, piccoli programmi per il con-trollo del genere umano alle sue origini.
A un certo punto, però, Enki si rese conto che a Sumer ci si stava fossilizzando. La gente continuava a mettere in pratica gli stessi vecchi me, senza inventarne di nuovi, senza pensare con la propria testa. Così creò il nam-shub col quale spazzò via tutta l’infocrazia di Sumer cancellando tutti i me con un antivirus, dando origine alla coscienza umana, permettendo lo sviluppo sociale e ad ogni uomo di esercitare la facoltà del libero arbitrio. E il sumero, la prima lingua parlata al mondo, il linguaggio macchina che non ave-va bisogno di interpreti o compilatori, svanì, e l’incantesimo fece in modo che gli uomini non si comprendessero più, parlando lingue differenti. Da questo resoconto Stephenson fa derivare tutta la sto-ria della torre di Babele raccontata nella Bibbia.
Ma il virus dei me, capaci di programmare l’uomo ai voleri di un creatore, non fu del tutto estinto dal mondo proliferando grazie ad un mezzo di diffusione biologico e non più neurolinguistico. Il nuovo contagio avveniva tramite la prostituzione sacra ed era asso-ciato al culto di Asherah, la paredra del dio demiurgo sumero An, divinità altrimenti conosciuto come El o Yahweh, uno dei nomi di Dio nella Bibbia ebraica. I sumeri identificarono Asherah (che nulla aveva da spartire con Ishtar, il cui mito della discesa agli Inferi è pure descritto in Snow Crash) con Ki o Ninhursag, la madre di tutti i viventi, e il suo simbolo era un serpente attorcigliato intorno al ramo di un albero: il caduceo.
Con l’avvento della scuola deuteronomica, termine con cui per convenzione ci si riferisce a coloro che scrissero il libro del Deute-ronomio, tutti i riferimenti nella Bibbia al fatto che Dio avesse una moglie furono cancellati e con questo si pose fine alla diffusione del virus dei me di Enki.
Da queste e molte altre informazioni contenute nell’hypercard Babele/Infocalisse, Hiro intuisce come le religioni abbiano le stesse connotazioni di una droga o un virus.
E i nam-shub del mondo di oggi, capaci di riprogrammare il cervello delle persone, costringerle a cambiamenti di personalità che includono l’apatia per la realtà o la perdita della propria coscienza individuale, che si traduce in una mentalità simile a un culto capace di ridurre la propria facoltà di ragionare e radicare nella mente idee anche illogiche, si diffondono in rete alla velocità di Internet. Questo loro lato oscuro prende tra gli altri anche il nome di deepfake, fenomeno legato alla diffusione delle fake news. I conte-nuti manipolati, assumendo l’ingannevole aspetto di meme, imma-gini o video, costringono un numero enorme di persone a guardarli e a condividerli con gli amici per divenire virali, come droghe o vi-rus, raggiungendo milioni di utenti in tutto il mondo.
L’infocalisse paventata da Stephenson è già in atto ed ha avuto inizio da un semplice click.
Nell’edenico giardino di Snow Crash, da una sua costola, trova le sue origini La Dimora delle Tenebre costituendone difatti uno spin-off metastorico con tutti i riferimenti biblici e mitologici Sumeri ci-tati da Stephenson: dal caduceo ad Enki, dalla discesa di Ishtar agli Inferi alla distruzione della torre di Babele; inoltre, il romanzo è disseminato di miti e delle concezioni spirituali dell’Antico Egitto.
In La Dimora delle Tenebre i protagonisti, RyAila e Hiram, si al-leano per combattere contro gli araldi delle Tenebre e la nascita di un nuovo virus destinato alla distruzione del creato. LA FINE sarà il destino del Metaverso in cui sono (e siamo) immersi come ava-tars?
L’opera è la prima nel suo genere ad essere corredata di svariati contenuti digitali fruibili tramite una APP, sviluppata dall’autore, la quale costituisce la porta di accesso al MetaBook collegato al volu-me cartaceo, prossimamente edito dalla PAV Edizioni, e risulta es-sere in ambito letterario il primo romanzo ad aver introdotto una collezione di NFT (Non-Fungible Token), annunciata il 1° gennaio 2022, coniati con citazioni estratte dallo stesso ed arricchita di token unici speciali realizzati con la collaborazione di artisti in vari campi:
Arcangela Laddaga in arte Arcy, giovane ma già affermata e ap-prezzata talentuosa pittrice pugliese, concept artist degli artworks basati sul romanzo.
Antonella Eye Porcelluzzi, poetessa di Marsiglia, che ha prestato la sua voce per un’interpretazione magistrale del poema epico su-mero “La discesa di Ishtar agli Inferi”.
The Crimson Factory nella persona di Paolo Brunetti, ex com-ponente degli EndOfGracE, il quale ha composto, arrangiato ed eseguito il tema musicale de La Dimora delle Tenebre.