DA THOMAS SANKARA A IBRAHIM TRAORÉ
TRANSIZIONE SANKARISTA
BURKINA FASO

“Dobbiamo accettare di vivere come africani, questo è il solo modo di vivere liberi e di vivere degni”.
Così si chiude, il 29 luglio 1987, il discorso sul debito di THOMAS SANKARA, coraggioso e visionario presidente del Burkina Faso,  leader panafricano e terzomondista, uomo integro e pragmatico, che ha disegnato e guidato un progetto di società.
Nato nel 1949 a Yako, città avamposto del Sahel, Sankara fu proclamato presidente nel 1983 a furor di popolo ereditando il governo di uno tra i Paesi più poveri al mondo.
lL’ ex colonia francese divenuta indipendente nel 1960, aveva al suo attivo una serie di regimi corrotti e di colpi di Stato. 

Sankara avviò nel breve termine un programma di riforme con grandi risultati se si pensa che fu attuato con mezzi e risorse rigorosamente locali, per la sua visione socialista e panafricana risultò ben presto scomodo per ogni diplomazia straniera con degli interessi su suolo africano. 
L’ opposizione al sistema dei prestiti internazionali fu uno dei temi più lungimiranti del suo pensiero politico.
Sankara sfruttò in modo abile e carismatico ogni occasione pubblica per denunciare la ricolonizzazione finanziaria e rifiutare ogni aiuto internazionale, convinto che le iniezioni monetarie accrescessero la disuguaglianza, incentivassero l’appropriazione indebita, deprimessero l’iniziativa economica locale e lo sviluppo intellettuale del terzo mondo. 
“Propongo a tutti i delegati e capi di Stato qui presenti di non rimborsare il debito (africano), perché non c’è di che pagarlo”.
Quando pronunciò queste parole ad Addis Abeba nell’estate del 1987, era ben consapevole della forza destabilizzante del suo pensiero, di aver già disturbato alti interessi strategici di grandi finanziatori esteri e sapeva di avere potenti nemici, esterni come interni al suo Paese, quindi mettendo in conto che il suo destino era stato segnato. 
Qualche mese dopo, il 15 ottobre1987, quello che era stato definito il “Che Guevara d’Africa”, venne ammazzato insieme a dodici suoi compagni, dall’ex amico e compagno di lotta, presumibilmente su istigazione di qualche Servizio occidentale.

Il processo formale per l’uccisione di Thomas Sankara è stato ufficialmente aperto nel 2021, ma la sua conclusione è ancora lontana.

Il “debito odioso” genera ancora discussione, continuando a prelevare le scarse risorse dell’Africa, riducendo i fondi disponibili per la salute pubblica e altri bisogni primari.
Il debito pubblico africano ha superato, nel 2021, i 700 miliardi di dollari.

Ma Il sogno interrotto di THOMAS SANKARA brucia ancora.

Nel Gennaio 2022 un colpo di stato porta al potere il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo DAMIBA, che a sua volta nel settembre dello stesso anno viene destituito dal governo del capitano IBRAHIM TRAORÉ.
Diventato Presidente ad interim del Burkina Faso, Ibrahim Traoré (Bondokuy, 1988) e il suo governo hanno accusato Damiba, l’ex presidente in esilio in Togo, di non essere in grado di arginare l’insurrezione nel nord del Paese e di essere colluso con i francesi.

Il 18 gennaio 2023, il governo del Burkina Faso ha deciso di chiedere alle forze militari francesi di lasciare il Paese entro un mese.
La Francia è entrata nella regione del Sahel nel 2013 per impedire lo spostamento verso sud di elementi jihadisti rafforzati dalla guerra in Libia, condotta dall’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).
Negli ultimi anni, il sentimento antifrancese si è intensificato in Nord Africa e nel Sahel.
È stato questo sentimento a provocare i colpi di Stato in Mali (agosto 2020 e maggio 2021), Guinea (settembre 2021) e poi in Burkina Faso (gennaio 2022 e settembre 2022).
L’espulsione della Francia non significa che non ci saranno Paesi NATO nella regione. Sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna hanno un’ampia presenza dal Marocco al Niger, con gli Stati Uniti che cercano di attirare i Paesi africani nella loro competizione contro la Cina e la Russia.
Secondo le Nazioni Unite, quasi la metà della popolazione burkinabé vive al di sotto della soglia di povertà e più di 630.000 persone sono sull’orlo della fame. Il Paese, tuttavia, non è povero, le sue esportazioni di oro raggiungeranno i 7,19 miliardi di dollari nel 2020. Questi guadagni non vanno al popolo burkinabé, ma alle grandi compagnie minerarie. L’espulsione dei militari francesi non sarà una risposta sufficiente a questi problemi profondi del Burkina Faso.

Il Presidente ad interim del Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traoré, nel discorso tenuto in Russia a San Pietroburgo, durante il summit Russia-Africa svoltosi il 27 e 28 Luglio 2023, ha dichiarato: “Non capiamo perché, pur con così tante ricchezze sotto il nostro suolo, l’Africa è oggi il continente più povero. E come mai i nostri capi di stato attraversano il mondo mendicando? Queste sono le domande che ci poniamo e cerchiamo risposte”. Rivolgendosi agli altri capi di stato africani, difronte a Vladimir Putin, il capitano Traoré, ha tuonato: “La mia generazione mi ha incaricato di dirvi che, per la povertà, sono costretti ad attraversare il mare per raggiungere l’Europa. E che presto non attraverseranno più il mare ma verranno nei nostri palazzi in Africa per reclamare il loro sostentamento”. Il vero grande problema è vedere i nostri capi di stato africani, che non portano a nulla ai loro popoli in lotta, cantare la stessa musica degli imperialisti. I nostri capi di stato africani devono smetterla di comportarsi come marionette!”

Il 16 settembre 2023 i capi di Stato del Mali, del Burkina Faso e del Niger hanno firmato la “Carta di Liptako-Gourma” per la creazione dell’ Alleanza degli Stati del Sahel.
Il Capitano Ibrahim Traoré, presidente nel Burkina Faso, ha sottolineato come “La creazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel segna una tappa decisiva nella cooperazione tra Burkina Faso, Mali e Niger. Per la sovranità e lo sviluppo dei nostri popoli, condurremo la lotta contro il terrorismo nel nostro spazio comune, fino al raggiungimento della vittoria”.

Il sistema della Françafrique vacilla e perde pezzi, così come le istituzioni sovranazionali dell’Africa occidentale messe in campo per agire per conto degli interessi occidentali e per garantire una posizione di privilegio alle borghesie nazionali asservite alle potenze neocoloniali.

In conclusione, Il popolo burkinabé ha deciso di contare sulle proprie forze, probabilmente ispirandosi alle parole di Thomas Sankara: “l’ Imperialismo è un sistema di sfruttamento che non si presenta solo nella forma brutale di coloro che vengono con dei cannoni a conquistare un territorio, imperialismo è più spesso ciò che si manifesta in forme più sottili, un prestito, un aiuto alimentare, un ricatto. Noi stiamo combattendo il sistema che consente ad un pugno di uomini sulla terra di comandare tutta l’umanità.”

Gennaro Mallozzi