Cosa non si fa per uno scoop Grazia uccisa due volte…quella stampa “assassina”

Cosa non si fa per uno scoop. L’informazione, o meglio presunta tale, necrofila, ormai la fa da padrona. Un like vale più della reputazione di una povera ragazza. Una morte che dovrebbe far riflettere chi presume di fare informazione, sedicenti giornalisti che sfogano le loro nevrosi, romanzando su un decesso, anche a costo di uccidere una seconda volta. Un assassinio che fa ancora più male. Purtroppo ancora una volta il giornalettismo (senza offesa per i giornaletti che una volta erano educativi per i bambini) colpisce una comunità, una famiglia, la reputazione di una ragazza che era impegnata nel sociale. Provoca dolore leggere di testate nazionali che amplificano i bollettini ipotizzati da siti locali che si atteggiano e scimmiottano i reporter d’inchiesta. Notizie non verificate da sedicenti giornalisti… on line. A scorrere le righe dell’articolo de Il giornale, on line, viene il voltastomaco. Uccisa. Torturata. Stuprata. Il giornalismo “control + alt + C”, colpisce ancora. Una offesa per un mestiere che ormai ha perduto la sua mission originaria. L’etica è stata messa da parte. L’etica! Parola sconosciuta sull’altare dei like, molte volte fasulli, falsi profili. Cosa non si fa per un like? Più like significa più appeal presso le imprese che vogliono fare pubblicità. Più like significa più pubblicità. Più pubblicità significa più fatturato. Like che servono solo a suscitare l’appetito pruriginoso di lettori, bacati mentalmente, che vogliono i particolari, raccapriccianti, rosso sangue. Provo vergogna. A che serve fare marcia indietro dopo che le penne della gallina sono state sparse, come metaforicamente raccomandava San Filippo Neri alla pettegola (sedicenti giornalisti?) invitata a raccogliere le penne che aveva lasciato al vento. Grazia, sicuramente sarai tra le stelle del cielo a brillare, noi ti chiediamo scusa e perdono a nome di tutti quelli che a vario titolo ti hanno di nuovo ucciso.

-Editoriale scritto da: Mena Cristiano – RIPRODUZIONE VIETATA

Per completezza, riportiamo la notizia dell’ANSA:

RAGAZZA MORTA A POMPEI, INVESTIGATORI: ‘PROBABILE SUICIDIO’ IL MEDICO LEGALE, NON C’È STATA VIOLENZA SESSUALE

(ANSA) Ragazza morta a Pompei, investigatori: ‘probabile suicidio’. Il medico legale, non c’è stata violenza sessuale. Si orientano sempre più decisamente sulla pista del suicidio gli investigatori per la morte della 24 enne di Pompei (Napoli) , Grazia Severino. L’ esame esterno del medico legale nominato dalla Procura di Torre Annunziata ha escluso la violenza sessuale, mentre i Carabinieri hanno ritrovato sul davanzale di un finestrone interno dell’edificio della I traversa di via Carlo Alberto, da dove la giovane si sarebbe lanciata, le forbici con le quali, prima di gettarsi dall’ alto si sarebbe inferta tre fendenti.
Grazia Severino, studentessa universitaria di matematica all’ Università di Salerno soffriva di patologie psichiche ed era in cura da un paio di anni.
Ieri – secondo uno scenario degli investigatori – sarebbe entrata nell’ edificio in stato confusionale, forse sotto l’ effetto di farmaci.
Nel pomeriggio di ieri, i primi elementi raccolti dai medici dell’ ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli), dove la 24 enne è stata trasportata in fin di vita, avevano fatto ipotizzare scenari di violenze sessuale e perfino di sevizie, ma nessuna conferma è venuta dagli approfondimenti, e la pista dell’omicidio non appare più credibile.

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