BUDAPEST.
ILARIA SALIS IN TRIBUNALE A GUINZAGLIO CON CATENE A PIEDI E MANI.
NEGATI DOMICILIARI.
28 Marzo 2024 Ungheria

Stamattina a Budapest si è svolta l’ udienza dove vede imputata Ilaria Salis, a cui sono stati negati i domiciliari richiesti dai suoi legali.

“Le circostanze non sono cambiate, esiste sempre il pericolo di fuga”, ha detto il giudice.

La Salis, 39enne insegnante di Monza, è entrata in aula visibilmente provata, con le manette ai polsi e i ceppi ai piedi, mentre una guardia la trascinava per una catena.

Mentre era in aula Ilaria ha scritto a mano su un foglio che autorizza la stampa italiana a pubblicare le foto che la ritraggono in catene.

Salis è accusata di aver aggredito a febbraio 2023 nella capitale ungherese due neonazisti, dicono le accuse, cagionando ferite guaribili in 7 giorni, durante la commemorazione del Giorno dell’Onore, rischia una pena fino a 24 anni di carcere.

All’arrivo in tribunale amici e legali di Ilaria sono stati insultati e minacciati pesantemente da un gruppetto di estremisti di destra, con frasi tipo “Stai zitto o ti spacco la testa”.
“Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese, poi ci hanno fatto delle riprese con i telefonini” ha detto l’avvocato Eugenio Losco.

Del gruppo, una quindicina di italiani minacciati faceva parte anche Zerocalcare (fumettista italiano) oltre a esponenti di Giuristi democratici.

Nei giorni scorsi dal carcere di massima sicurezza di Budapest, dove ripetiamo l’insegnante è reclusa dal febbraio 2023, Ilaria aveva scritto una nuova lettera,
in cui cita il fumetto che le ha dedicato Zerocalcare.

Di seguito la sua lettera dal titolo:

«Caduta in un pozzo profondissimo»

«I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende, sono caduta in un pozzo profondissimo.

Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un’uscita».

Poi continua: «Quando ti trovi sola con te stessa a raschiare la melma nel fondo del pozzo, quando la paura si fa terrore perché non hai idea di cosa ti stia per succedere, allora scorgi in te stessa risorse che non sapevi ti appartenessero».

«Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Storia di sistemi economici, politici e giuridici».

«Apro gli occhi – conclude la lettera – e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia».

Al termine dell’udienza di oggi il padre di Ilaria, Roberto Salis ha commentato: “l’ennesima prova di forza del governo Orban”.
Prossima udienza prevista per il 28 Maggio 2024.

Gennaro Mallozzi

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