“Bolsonaristi assaltano la democrazia in Brasile. Dissenso o dittatura?”

È nella capitale brasiliana che nelle ultime ore i Palazzi del potere sono stati oggetto di un violento assalto da parte dei sostenitori del presidente uscente, Jair Bolsonaro.
Violenza, vandalismo, specchi, aule e poltrone distrutte e sfasciate.
A due anni dall’invasione di Capitol Hill da parte dei trumpisti, la storia si ripete e la contestazione del risultato elettorale è il comune denominatore di entrambe le insurrezioni.
Ieri Trump, oggi Bolsonaro, entrambi candidati sconfitti democraticamente, entrambi non altrettanto democraticamente disposti ad accettarlo.
E un fiero sostenitore non può che divenire l’eco, amplificato, della posizione del suo leader.
Ed è così che migliaia di rivoltosi, per contestare l’elezione del Presidente in carica, Lula da Silva, vincitore della tornata dello scorso ottobre- hanno assaltato, sfondando il cordone di sicurezza, le tre sedi istituzionali del Palazzo presidenziale “do Planalto”, del Parlamento brasiliano e della Corte suprema.
“Fascisti fanatici” è così che il Presidente in carica Lula ha definito i rivoltosi in una conferenza stampa da San Paolo, dove attualmente si trova, affermando inoltre la necessità di una punizione esemplare.
Le forze dell’ordine sono riuscite a sgomberare i tre Palazzi, procedendo agli arresti dei responsabili, nel cui bilancio attualmente si contano almeno 150 fermi.

Condanne da tutta la comunità internazionale. I presidenti della Francia, del Messico, del Cile, dell’Argentina, il Segretario di Stato degli USA e i vertici delle istituzioni europee, tramite i canali social, esprimono solidarietà al Presidente Lula e deplorano completamente le azioni violente e inaccettabili dei sediziosi.
Anche la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni twitta “Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico.”

Ed è proprio quella democrazia che tanto invochiamo ad essere la vittima ogni qualvolta si tende a delegittimare il legittimo, ad imporre piuttosto che accogliere.
Una violenta e vandalica opposizione contro una legittima elezione popolare non è libertà, ma è il tentativo di reprimere quella libertà, è dittatura.

Perchè la democrazia è rispetto del compromesso.

Simona Costanzo