“Benigni: la Costituzione non è solo da leggere, ma da amare”

La prima serata della 73° edizione del Festival di Sanremo si apre con il monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione.

Benigni nel suo monologo avrebbe potuto leggere e commentare alcuni articoli della Costituzione, ma no, ha deciso di fare di più.
Ha deciso di leggerne l’anima, quella più profonda, la storia che l’ha preceduta e la vita che ne innerva ogni singola lettera.
Un sogno”, così la definisce Benigni, richiamando anche il celebre incipit di Volare.
Un sogno che non dobbiamo leggere solo come un documento, come un insieme statico di norme e principi, ma come il manifesto della nostra libertà, di una libertà, nel passato, repressa, uccisa, anelata.
Al centro del monologo l’art 21, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, scritto “con un linguaggio cosi semplice e bello”, tanto “banale” eppure così tanto importante. Soprattutto se messo a confronto con le realtà parallele con cui molti Paesi attualmente convivono, realtà in cui anche la libertà può far paura.
Ed è questo il merito della nostra Carta, averci liberato “dall’obbligo di avere paura”, averci restituito una libertà prima ingabbiata tra le mani di una storia di repressione e imposizione del pensiero unico: “Prima della Costituzione non si sarebbe nemmeno potuto svolgere il festival di Sanremo, non esistevano canzoni, ne esisteva solo una: la propaganda, il duce, la guerra.”
E fu per lasciarsi per sempre alle spalle quel passato che, insieme, con tutte le loro differenze e divergenze, i nostri Padri Costituenti si unirono per mettere per sempre fine a quel doloroso silenzio.

Perché a volte la dimentichiamo, a volte dimentichiamo che la nostra Costituzione vive oltre, oltre ogni ideologia politica, oltre ogni diversità di pensiero, oltre ogni fazione, c’è lei, il nostro “Sogno” comune.
Un sogno figlio del compromesso tra tante idee e tante posizioni diverse che videro in quella Carta la sintesi e la ragione del loro comune sentire, al di là di tutto.
E il suo spirito, lo spirito della nostra Costituzione, deve guidarci ogni giorno, in ogni momento, quello spirito volto all’incontro, al dialogo, al confronto.
Quello spirito che ripudia l’imposizione, la censura, la prevaricazione.

Ed è questo anche l’invito finale di Benigni “La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. I nostri Padri Costituenti hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà”.

Solo, grazie.

Simona Costanzo