ASSOCIAZIONE ITALIANA MAGISTRATURA ONORARIA: “Al servizio dei cittadini per una giustizia efficiente”

A.I.M.O formula i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Governo, in specie alla Premier Giorgia Meloni, al nuovo Guardasigilli Carlo Nordio e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, da sempre vicini alle sorti della Magistratura Onoraria.
Nelle sue prime uscite i membri del Governo hanno sottolineato che la prima emergenza è quella economica e che bisogna intervenire in materia di giustizia per aiutare la ripresa economica e cioè velocizzare i tempi dei processi e ricuperare al Paese l’1% di PIL perso a causa dell’eccessiva lunghezza dei processi.
Consapevoli della necessità di una giustizia al passo con i tempi e vicina alle istanze del paese, ribadiamo la disponibilità della categoria a fornire il proprio apporto, in un momento così delicato, per assicurare risposte celeri alla domanda di giustizia, anche per garantire l’apporto dei fondi del Pnrr.
Facciamo quindi nostro l’auspicio del ministro Nordio di una giustizia che aiuti la ripresa economica, consapevoli dell’apporto in grado di fornire in termini di celerità dei procedimenti: oggi la giustizia di pace ed onoraria è a “Legge Pinto zero”.
Nonostante le tante promesse, sino ad oggi, la categoria non ha avuto il riconoscimento e le tutele che impongono la Carta Costituzionale, le norme e le Corti europee. La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione, chiedendo all’Italia di sanare tale vulnus.
Troppe volte la Magistratura Onoraria è stata ignorata e messa ai margini, dimenticando il ruolo svolto nell’amministrazione della giustizia in questo paese, relegata al ruolo di “parente povero”, da cui nemmeno la riforma voluta dall’ex Ministro Marta Cartabia l’ha strappata.
Auspichiamo una modifica della riforma Cartabia, per quanto concerne la retribuzione, ridotta in molti casi in modo assolutamente mortificante e non in linea con l’impegno richiesto e la previsione di un sistema previdenziale equo, oggi inesistente, nonché l’introduzione di un disciplinare che non leda autonomia ed indipendenza del magistrato e che preveda quindi sanzioni intermedie.
Non è possibile aumentare le competenze dei giudici onorari, cui si richiede anche maggiore produttività, senza dare i mezzi, le tutele e il riconoscimento dovuti per l’impegno richiesti: non è possibile fare sempre nozze con i fichi secchi! COMUNICATO STAMPA