Portici: Presso la sede del Consiglio Comunale in via Campitelli 1 – Portici ha avuto luogo la presentazione del Progetto “Casa delle Donne” realizzata dall’Amministrazione Comunale grazie ai finanziamenti previsti dal programma Operativo Legalità 2014/2020, finalizzato a garantire l’accoglienza delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli, nonché di favorire l’autonomia personale, sociale ed economica delle stesse.

Il progetto dal titolo “Casa delle Donne – Donna Elvira”, prevede l’istituzione di un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza e abusi fisici e psicologici con o senza figli minori. Il nome dell’iniziativa è dedicato ad Elvira De Vincenzo, una delle fondatrici dell’Unione Donne Italiane di Portici.
La struttura tenderà a rispondere al bisogno di protezione e sostegno per chi subisce abusi, violenze e maltrattamenti in generale.
L’appartamento in cui verrà attuato il progetto, è sito in Via San Cristoforo, bene sequestrato e confiscato alla criminalità organizzata.

Alla presentazione, i cui lavori sono stati moderati dal dott. Carlo Negri, Commissario della Croce Rossa- Comitato di Portici- , in seguito ai saluti del sindaco di Portici, Dott. Vincenzo Cuomo, hanno preso parte la Dott.ssa Emilia Galante Sorrentino, PM Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, la senatrice Dott.ssa Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, la Dott.ssa Rosaria Bruno Presidente Osservatorio regionale della Campania del fenomeno della violenza sulle donne, il Capitano Andrea Laecche, comandante Compagnia Carabinieri di Torre del Greco e l’Avvocato matrimonialista Rosaria Cugia, vice presidente dell’associazione Lhenor Donne Avvocato

In particolare la senatrice del Partito democratico e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta Valeria Valente ha colto l’occasione per affermare ancora una volta che formare gli operatori deve essere «una nostra assoluta priorità»
La prima parola che Valeria Valente pronuncia è formazione. Le persone a cui si riferisce sono giudici, consulenti, avvocati, psicologi, poliziotti e medici. Senza una formazione professionale e culturale in tema di violenza di genere, tanti operatori e operatrici «portatori e portatrici di stereotipi e pregiudizi finiscono per non leggere la violenza, per sottovalutarla o per non fare una valutazione adeguata del rischio». È chiara e diretta la senatrice del Partito democratico quando esplicita che specializzare deve essere «una nostra assoluta priorità» per non far pagare alle donne una vittimizzazione secondaria

Sottolinea inoltre più volte, Valeria Valente, che è fondamentale agire secondo la Convenzione di Istanbul, nonché il Trattato internazionale sulla prevenzione e lotta contro la violenza di genere e domestica. Eppure in Italia siamo ancora indietro, gran parte della Convezione resta inattuata. Secondo la presidente della Commissione femminicidio, l’impianto normativo del nostro Paese è «possente e robusto». Il punto non è quindi fare più norme, ma “dare seguito a quelle già varate affinché vengano effettivamente applicate”.

Conclude la senatrice Valente “E’ necessario investire in campagne di comunicazione e di sensibilizzazione, in cultura e formazione, sostiene per sradicare il problema culturale celato dietro la violenza di genere”. Quindi fa un appello a tutte le forze politiche che sostengono un’idea di famiglia più tradizionale: «Emancipiamoci da un concetto arcaico, ormai superato e fuori dal tempo, per cui la donna è a casa a fare i figli e l’uomo invece è colui che vive la vita pubblica». Opportuno diventa ripensare i modelli di sviluppo e di crescita perché quelli esistenti «sono a misura di maschio». Ricostruire dunque dalle fondamenta nuovi punti di riferimento. Perché a parere della senatrice, e lo dice senza mezzi termini, non è civile un mondo dove le donne rischiano di morire e subiscono violenza, ma «forse abbiamo tutti gli strumenti per cambiare».

  • Scritto da: Anna Montesarchio