Uguale libertà di stampa o stampa di Serie A e Serie B? Posso entrare? No, tu no…

Ci sono notizie che non sempre fa piacere dare, che fanno male in proporzione alla dedizione con cui ci doniamo alla nostra mission, per poter offrire un servizio degno della stima e della fiducia con la quale voi, nostri follower, ci ripagate.

È bene, ogni tanto, farvi conoscere i “retroscena” che spesso noi della stampa ci troviamo ad affrontare.

“Libertà di stampa: è o non è?”

Come inviata, tengo a condividere con voi questo dilemma e spero che dopo quest’esperienza possa ancora continuare a credere nella voce dell’opinione pubblica, sentore di libertà d’espressione, tizzone ancora ardente e che ci tengo sempre a conservare sotto cenere per preservarlo.

Inizio con il racconto così come l’ho vissuto con i miei occhi, con le mie orecchie e con tutto il mio apparato di sentimenti propri di tutti, o quasi tutti, gli Umani.

Mi recavo, come al solito, nei pressi del luogo dell’evento dopo aver eseguito la prassi prima di ogni Kermesse (pubblicazione di Comunicati Stampa, invio email, etc…), in comunicazione con l’ufficio stampa.

Premesso che chi di competenza del sopracitato ambito mi aveva comunicato, in una precedente conversazione telefonica, l’impossibilità di accedere al backstage; tuttavia ogni giorno gli avrei potuto inviare email con i link dei comunicati pubblicati e con la richiesta di poter intervistare gli artisti.

Ho eseguito ogni passaggio per un paio di giorni senza mai ottenere risposta alle email inviate, nemmeno per un cenno di ricezione.

Ritorniamo dove ci eravamo fermati, cioé al pre-serata della Kermesse: come al solito mi trovavo, in anticipo, al di là delle transenne e ad attendere, un po’ più in là, c’era un’altra emittente televisiva. Chiamo chi di competenza della stampa, che telefonicamente mi rammenta l’impossibilità di accedere al backstage. Da lontano lo scruto uscire dal retro palco e mi avvicino per parlargli di persona, ma fugacemente mi esprime l’indisponibilità degli artisti a rilasciare interviste. Il tutto incorniciato dalla farsa di come anche l’altra emittente stesse lì ad attendere, invano; tuttavia tale addetto stampa mi avrebbe concesso la possibilità di reperire del materiale per la produzione di un “servizio freddo“, a detta sua.

Dopo questo momento, non potendo accedere come stampa, mi metto in fila per poter accedere all’evento, da spettatrice, regolarmente munita di biglietto prenotato su piattaforma.Entro dopo il controllo del biglietto da parte delle maschere e mi siedo, tiro fuori dalla borsa il treppiedi, la basetta e microfono pronta ad attivarmi per produrre il servizio; quando vengo interrotta da una collega di chi di competenza dell’ufficio stampa, che poi gli fa seguito richiamandomi di dover chiudere il treppiedi perché sta per iniziare lo spettacolo.

Ma non potevo fare almeno un “servizio freddo”? A quanto pare, no! “Sono cambiate le disposizioni…” mi dicono, “dettami da parte della produzione…”.

A quanto pare le disposizioni cambiano, eccome se sono cambiate, peccato “ad personam”!

Vi ricordate dove stavano cameramen e inviato dell’altra emittente? Non erano fuori come me?Cosa vedono, secondo voi, questi miei occhi?Come per magia, li ritrovo nel backstage a fare interviste.

In una Grande Kermesse l’ufficio stampa ha una Grande Responsabilità in quanto deve gestire l’intera comunicazione: comunicati, giornali cartacei, social, emittenti televisive e Web; dovrebbe essere il punto fermo dal quale far partire la linea di comunicatori per garantire una comunicazione efficace, con linearità e senza disparità.

I have a Dream: una comunicazione libera, equa e lineare in cui non ci sia più disparità tra comunicatori di Serie A e Serie B, affinché non si debba più chiedere:”Posso entrare?” E trovare il Comunicatore controllore di turno che escogita escamotage (del tipo il “servizio freddo“, quello semmai lo ordiniamo al bar) per velare il “No, tu no!”.

Marianastasia Lettieri

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