Ucraina – Russia, conflitto nel cuore dell’Europa. Rischio escalation. La preoccupazione del Papa

Jens Stoltemberg: “L’Ucraina deve usare le armi degli Alleati per colpire la Russia. Kiev può e deve vincere la guerra. Può ancora farcela. Per vincere è necessario che Kiev possa colpire obiettivi militari in Russia con il continuo e robusto sostegno degli Alleati della NATO. Kiev ha il diritto di colpire la Russia!”.

Destano profonda preoccupazione le parole del Segretario Generale della NATO. Ansia nelle cancellerie europee. Nuova escalation della tensione. Putin risponde alla provocazione: “La NATO deve capire cosa sta dicendo e con cosa sta giocando.” La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Alla presunta conferenza di pace in Svizzera dovrebbero prendere atto delle dichiarazioni di Stoltemberg!”. Zelensky chiede a Biden aiuti militari per 275 milioni di dollari. Il Presidente USA risponde: “Non invio soldati americani in Ucraina!”.

Il premier ungherese, Viktor Orban: “L’Europa e la NATO si stanno preparando ad entrare in guerra contro la Russia”.

Papa Francesco: “Temo per le sorti dell’umanità. Forze disumane sembrano voler accelerare la fine del mondo!”.

Solo un grande piano di pace può favorire il dialogo internazionale e scongiurare la Terza Guerra Mondiale.

Preoccupano le dichiarazioni del Segretario Generale della Nato, Jens Stoltemberg, il quale detta le condizioni per una svolta decisiva tra Kiev e gli alleati. L’Ucraina deve essere messa in condizione di poter utilizzare le armi degli alleati per poter rispondere agli attacchi della Russia. Stoltemberg si dice preoccupato in quanto l’Ucraina non può utilizzare i missili Atacms a lungo raggio forniti dagli USA per colpire obiettivi in territorio russo. Il massaggio di Stoltemberg inquadra l’offensiva russa in atto dal 19 maggio scorso nel nordest dell’Ucraina, ai margini della seconda città più grande del Paese, Kharkiv, che ha provocato morti feriti e lo sfollamento di quasi diecimila persone. Se la Russia dovesse operare una intensificazione degli attacchi informatici ciò potrebbe far scattare l’articolo 5 del Trattato NATO, qualora essi fossero di rilevante portata. L’articolo 5 del Trattato Nato, lo ricordiamo, presuppone l’intervento armato e la difesa collettiva qualora una nazione facente parte della organizzazione “North Atlantic Treaty Organization”, venisse attaccata, per cui le altre sarebbero in dovere di intervenire con tutti i mezzi a loro disposizione, compresi quelli militari. Queste le affermazioni ufficiali di Stoltemberg: “Se la cyberoffensiva si intensificherà con attacchi massicci, invocheremo l’articolo 5 del Trattato NATO e risponderemo non solo nel cyber spazio ma anche in altri ambiti per proteggere gli alleati della NATO” Stoltemberg chiede ufficialmente agli alleati di poter revocare e rimuovere, totalmente e definitivamente, il divieto che impedisce all’Ucraina di utilizzare le armi sul territorio delle Russia, per fermare a tutti i costi la campagna di bombardamenti russi contro Kharkiv. Il Segretario Generale della Nato sostiene che sarebbe in atto un approfittamento della Russia nell’utilizzare a suo favore ed a suo vantaggio le restrizioni americane che impediscono a Kiev di rispondere con le armi alla avanzata russa, per lanciare a sua volta bombe e missili contro gli ucraini dal territorio russo. Questo avverrebbe perché le restrizioni è come se avessero in realtà creato una specie di scudo magico dietro il quale Mosca avrebbe trovato protezione per colpire Kiev senza poter essere attaccata a sua volta. L’esercito di Mosca starebbe organizzandosi a ridosso del confine, ma gli ucraini pur avendo le prove di ciò, non possono far nulla per contrastare i bombardamenti russi. Mosca avrebbe sviluppato la tecnica delle bombe aliante che prevederebbe un programma di intensificazione. In sostanza, i piloti dei bombardieri russi salgono ad alta quota e sganciano le bombe aliante. Gli ordigni planerebbero dolcemente e silenziosamente fino ad arrivare a Kharkiv, facendo esplodere le loro testate che avrebbero un elevato potere distruttivo. I russi, quindi, utilizzerebbero una grande quantità di ordigni di epoca sovietica che giacciono inutilizzati nei loro depositi militari. Gli alleati hanno imposto a Kiev di poter colpire con missili i bombardieri russi solo se dovessero invadere lo spazio aereo ucraino. Per fermare i bombardamenti i missili ucraini dovrebbero poter colpire oltre il confine. Se i piloti ucraini non possono volare oltre il confine è perché non c’è una autorizzazione ad usare i missili contro i russi. Stoltemberg, quindi, vuole il via libera all’utilizzo di armi occidentali consegnate a Kiev per colpire, immediatamente ed in profondità, il territorio russo senza restrizioni. Gli Stati dell’Alleanza, alla luce delle affermazioni di Stoltemberg, non possono più tergiversare sulla valutazione di dover eliminare definitivamente il veto sull’utilizzo di armi e di armamenti occidentali in Russia. Il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, ha inviato a Washington una disperata ed urgente richiesta di sostegno finanziario, chiedendo nuove forniture di aiuti per un importo di circa 275 milioni di dollari. Il Presidente USA, Joe Biden, ha fatto sapere che, al momento, non invierà militari americani in Ucraina. In proiezione del vertice dei leader delle sette maggiori economie mondiali, previsto per il 14 e 15 giugno in Puglia sotto la presidenza della Premier Giorgia Meloni, si rapporta l’intesa politica del G7 finanziario correlato all’anticipo, in favore dell’Ucraina, di proventi straordinari prodotti dai 300 miliardi di asset russi bloccati e congelati in Occidente. Quindi è concreta l’intesa dei leader del G7 sull’anticipo a Kiev dei fondi russi congelati, per il sostegno militare all’Ucraina. Tecnicamente questo significa che i depositari centrali di titoli detentori di attività e riserve sovrane russe superiori ad 1 milione di euro, forniranno un contributo finanziario dai loro utili netti corrispondenti, accumulati dal 15 febbraio 2024. I contributi saranno versati semestralmente, per il 90% finiranno allo strumento europeo per la pace, cioè all’assistenza militare e per il 10% ai programmi dell’Unione Europea. La decisione è stata rivendicata da Joseph Borrell, Alto rappresentante dell’UE per la politica estera. I prestiti finanziari a Kiev potrebbero essere garantiti e gestiti dalla Banca Mondiale. Le dichiarazioni di Stoltemberg destano notevole preoccupazione e grande sconcerto. Le affermazioni del Segretario Generale della NATO potrebbero preparare il terreno per interventi che amplierebbero l’allargamento del conflitto anziché circoscriverlo e risolverlo. La situazione sta diventando rovente. I russi, nel Donbass, potrebbero piegare definitivamente le resistenze ucraine in piena estate, forse già a fine luglio o verso la metà del mese di agosto. Se la situazione dovesse precipitare, sono già allertati tutti i Paesi baltici i quali sarebbero propensi a combattere, inviando truppe in Ucraina per addestramento ed esercitazioni. Il Premier ungherese, Viktor Orban, si starebbe defilando temendo rischi concreti, già velatamente preannunciati, di interventi concreti sul campo di truppe militari di una parte dell’Europa. Orban, attaccando la Polonia ed il Premier francese Emmanuel Macron, ha chiamato in causa gli USA, rilasciando dichiarazioni pesanti: “Quello che sta accadendo a Bruxelles e a Washington lascia intendere che il conflitto armato diretto ci sarà. Bruxelles e Washington stanno pianificando e preparando l’entrata in guerra dell’Europa!”. Una dichiarazione, quella di Orban, che conferma un dato oggettivo preoccupante. Le intelligence europee sanno che, se la Russia dovesse sfondare nel Donbass la situazione precipiterebbe e si ricorrerebbe all’invio di truppe sul terreno. La Danimarca concorda con Stoltemberg, appoggiando pienamente le sue dichiarazioni. Anche gli inglesi, dietro nascondigli e paraventi, sembrano già essere in una situazione di preallarme e vivere una situazione di “preguerra”, come ha confermato il Capo di Stato Maggiore, “Sir” Patrik Sanders: “I cittadini britannici devono essere pronti ad affrontare una possibile guerra NATO-Russia. Preparatevi a combattere la Russia di Putin se dovesse essere necessario. Il Regno Unito sta già reclutando ed addestrando un esercito di cittadini pronti alla battaglia!”. Vladimir Putin ha risposto senza battere ciglio alle dichiarazioni di Stoltemberg: “La Dirigenza NATO deve capire cosa sta dicendo e con cosa sta giocando. Con Stoltemberg ho dialogato quando ancora non soffriva di demenza. Istruttori occidentali, sotto le spoglie di mercenari, sono già in Ucraina. La Russia farà ciò che ritiene opportuno. Mosca è pronta a riprendere i negoziati sulla base della bozza di Istanbul del 2022!”. Lo stesso Putin, in passato, più volte ha rimarcato, senza troppe velature e giri di parole, che la guerra si sta combattendo nel cuore dell’Europa e non alla periferia di New York o in California. Anche il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, già qualche tempo fa aveva espresso e dichiarato pubblicamente che si stava mettendo a rischio l’esistenza della nazione e del popolo russo: “La Russia non vuole nessuna guerra e nessun conflitto. La verità è che stanno provando a separare l’Europa dalla Russia, sfiancando la Russia con una guerra ai confini. Non lo permetteremo. Stiamo sopravvivendo ad un attacco mai verificatosi prima d’ora. Un attacco all’integrità nazionale del nostro Paese. Un attacco al cuore della Russia. Dobbiamo difenderci e ci difenderemo fino alla fine!”.  La dichiarazione della portavoce del Ministro Lavrov, Maria Zakharova, accentua l’escalation della tensione: “In Svizzera, alla presunta conferenza di pace, dovrebbero conoscere le dichiarazioni di Stoltemberg”. La Premier Giorgia Meloni si è detta meravigliata per le dichiarazioni di Stoltemberg: “Non so perché abbia affermato una cosa del genere. È certamente una dichiarazione discutibile, al pari di quella di Macron. Consiglierei maggiore prudenza!”. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato di essere in sintonia con il presidente Biden: “Non manderemo militari italiani in Ucraina. Gli strumenti militari che inviamo a Kiev vengono utilizzati all’interno dell’Ucraina. Siamo parte integrante della NATO ma le decisioni devono essere prese in modo collegiale!”. Papa Francesco teme per le sorti dell’umanità. Angoscianti sono apparse le dichiarazioni rilasciate dal Pontefice qualche giorno fa, nel video-messaggio inviato al Convegno internazionale -100 anni dal Concilium Sinense: tra storia e presente-: “Chi segue Gesù Cristo ama la pace e si trova insieme a tutti quelli che operano per la pace, in un tempo in cui vediamo agire ed operare forze disumane che sembrano voler accelerare la fine del mondo!”. Il Papa, da tempo, è visibilmente preoccupato per l’evolversi del conflitto russo-ucraino che non riesce a giungere a trattative di pace. Altre situazioni alimentano allarmi ed inquietudini. Il Consiglio per i diritti umani della Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede la condanna di Israele per la guerra a Gaza, individuando le responsabilità dello Stato Ebraico per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Israele a sua volta attacca l’agenzia delle Organizzazione delle Nazioni Unite per i profughi, accusando i suoi dipendenti di aver partecipato agli assalti del 7 ottobre 2023. L’amministrazione Biden critica Israele per l’uso delle armi americane a Gaza, individuando una violazione del diritto internazionale. Tuttavia, non ci sarebbe un provvedimento che ufficializzi la sospensione dell’invio delle armi, come non vi sarebbero, o non sarebbero ancora emersi per ora, elementi che provino con certezza la effettiva violazione della normativa internazionale. Occorre lavorare per favorire tavoli di cooperazione e di dialogo internazionale. Occorre lavorare per stemperare e scongiurare pericolose “escalation” di tensione che potrebbero alimentare ulteriori focolai socio-politici già densi di odio e di vendetta. Focolai che potrebbero aprire le porte alla Terza Guerra Mondiale.     

Giuseppe Zingarelli       

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