ORTA DI ATELLA. Si dimettono in 10, sciolta l’amministrazione comunale. Arriva il commissario, il terzo negli ultimi 3 lustri. Le riflessioni di una 19enne.

È finita. Ad un anno dalle elezioni comunali. L’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Gaudino è arrivata al capolinea. A dimettersi in 10, tra consiglieri di maggioranza ed opposizione. Una nuova maggioranza “trasversale” che ha decretato la fine della consiliatura. Il prefetto di Caserta ha già affidato l’incarico di commissario straordinario al dottor Giuseppe Guetta, funzionario in pensione. Traghetterà il comune fino alle prossime elezioni comunali. Visto il tempo a disposizione, i cittadini di Orta saranno richiamati alle urne, la prossima primavera, quando sarà definita la data per le consultazioni per gli enti locali. La sintonia nella maggioranza era stata subito messa in crisi, ed ha avuto la riprova nella sottoscrizione delle dimissioni davanti al notaio Paolo De Biase di Grazzanise. Una iattura quella del commissario che ha già colpito Orta nel 2008 con l’amministrazione guidata da Angelo Brancaccio e nel 2019, con Andrea Villano sindaco. L’ormai ex sindaco, Vincenzo Gaudino, era stato eletto da una maggioranza di centro sinistra formata da Democratici e Riformisti.

Questa la cronaca politica degli eventi. Come 19enne, cresciuta ad Orta, non posso nascondere la mia amarezza, la mia delusione. Per me il voto alle amministrative ha rappresentato il battesimo. Non nascondo che credo nella forza del voto. E pensavo che votando, le persone che credevo più idonee a risolvere gli annosi problemi della nostra città, potesse essere la scelta giusta. Invece mi son dovuta ricredere.

Attenzione ai giovani? Solo mero enunciato! Eppure Orta, secondo i dati Istat è uno dei comuni con la più alta percentuale di under 35.

Orta non è un paese per giovani, parafrasando il titolo di un noto film. Costretti ad “emigrare” in centri vicini come Frattamaggiore ed Aversa.

Come Don Chisciotte contro i mulini a vento: le richieste dei giovani cozzano contro un muro di gomma. Ed i diversi tentativi di vivacizzare l’ambiente, naufragano, ma non per questo bisogna arrendersi. Ricordo una per tutte l’associazione “GO! Giovani Ortesi”, promotrice di tante iniziative. Aspettative costrette ad infrangersi contro la sordità delle istituzioni.

Le radici. La memoria. “Laudator temporis acti”, scriveva il poeta Orazio. L’elogio del passato. L’orgoglio della storia millenaria della nostra città e del comprensorio Atellano, non sembra minimamente incidere sulla gestione politica del presente. Atella era una città romana molto influente in Campania: Cicerone ne parla con toni di elogio nelle epistole, il poeta Virgilio e l’imperatore Augusto si sarebbero incontrati proprio in questo territorio, vanto della Campania Felix. Qui sono nate le “fabulae atellane“, (Maccus è l’antenato di Pulcinella) qui Virgilio lesse in anteprima le Georgiche ad Augusto.

E se nei banchi di scuola arrivano nozioni, seppur superficiali, sulla nostra storia, di rimando c’è chi non fa nulla per onorarla.

E se ieri qui i nobili romani venivano in villeggiatura, oggi l’araa che si respira – prodotta dai nefasti roghi tossici – costringe ad andare via se non si vuole far lievitare l’elenco delle croci per patologie oncologiche.

Smarrita la sua identità ed il suo orgoglio, Orta oggi è ridotta ad un anonimo dormitorio, conseguenza di scelte edilizie scellerate, di business del cemento, che hanno provocato terremoti giudiziari. Capannoni industriali che sono monumenti al degrado ed all’abbandono e solo lontanamente ricordano che una volta erano fiorenti opifici.

Le strutture pubbliche? La villa comunale tarda ad essere attivata. E che dire del campo sportivo e del palazzetto del sport? E la rete stradale? Bastano poche gocce di pioggia per metterne a nudo la vergogna.

Con quale spirito un giovane o una giovane come me può guardare alla politica. Mi vengono in mente i capponi di Renzo, nei Promessi Sposi, litigavano, pur sapendo che il loro destino era quello di finire sulla tavola del signorotto per un buon brodo. Questa è l’idea che induce il panorama politico (a volte mi viene difficile definire quella che gestisce la nostra città, politica).

In un contesto debole, dove non c’è unità di intenti è facile che la criminalità organizzata attecchisca. E le vicende giudiziarie lo testimoniano.

L’appello che noi giovani rivolgiamo a quelli che tra pochi mesi decideranno di candidarsi per uno scranno al municipio, è quello di mettere da parte, una volta eletti, rancori, odi, frizioni personali e rimboccarsi le maniche e lavorare in sinergia, se veramente hanno a cuore le sorti della città,

Altrimenti ci troveremo di nuovo a fare i conti con l’ingovernabilità e con i commissariamenti, a detrimento di noi ortesi.

Anna Vitale