OMICIDIO SALVIA. IL RICORDO DEL FIGLIO: “LA SUA DETERMINAZIONE, IL SUO CORAGGIO, LA SUA VOLONTÀ DI CAMBIARE LE COSE, SONO RICORDI DI LUI CHE RESTERANNO INDELEBILI IN ME”. BORRELLI: “SI RICORDANO QUASI SEMPRE I CRIMINALI E BISOGNA FORZARE PER OMAGGIARE LE VITTIME DI CAMORRA”.

Il 14 aprile 1981 Cutolo faceva assassinare Giuseppe Salvia. Nel 1980 si scontrò direttamente con Raffaele Cutolo, poiché al rientro da un’udienza in un processo, il boss di Ottaviano non volle essere perquisito, come prescritto dal regolamento. Al rifiuto degli agenti penitenziari, che temevano ripercussioni, il vicedirettore perquisì personalmente il capo della NCO. Il boss reagì tentando di schiaffeggiarlo. Successivamente lo fece uccidere. Noi lo ricordiamo con le parole del figlio che un paio di mesi fa intervenne in diretta con noi per ricordare il padre. Cutolo come mandante dell’omicidio ha passato in carcere tutta la sua vita e quando è morto è stato addirittura “glorificato” dalla parte marcia della nostra società mentre chi ha ucciso materialmente Salvia si è fatto poco più di 10 anni.

A ricordare la storia di Salvia è stato proprio che suo figlio Claudio intervenuto in diretta telefonica a La Radiazza: “L’episodio della perquisizione, dove mio padre fu anche schiaffeggiato da Cutolo, fu la goccia che fece traboccare il vaso ma in realtà i contrasti tra i due andavano avanti da tempo perché mio padre cercò di combattere la camorra in un carcere definito all’epoca il peggiore di Europa dove i personaggi come Cutolo più che detenuti erano ospiti. Ricordiamo che la Nco nacque proprio all’interno delle mura carcerarie, lì a Poggioreale la situazione era critica e papà cercò di cambiare le cose. La sua determinazione, il suo coraggio, la sua volontà di cambiare le cose, sono ricordi di lui che resteranno indelebili in me”. “È triste che bisogna quasi forzare il ricordo delle vittime di camorra come Salvia perché dovrebbe essere qualcosa di automatico e spontaneo eppure ancora oggi occorre fare questa forzatura perché mentre criminali, camorristi e delinquenti vengono osannati, le vittime, gli eroi e chi ha combattuto e combatte la camorra vengono abbandonati, dimenticati o addirittura attaccati e minacciati. È la triste realtà di una cultura criminale e filo-camorrista che bisogna reprimere per fare spazio a valori della legalità e per cominciarlo a farlo è doveroso ricordare ed omaggiare le tante vittime di camorra.”- Sono state le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.