Oggi è la Festa del papà e non è una combinazione che coincida con il giorno in cui sul calendario è segnato San Giuseppe perché, come è noto, Giuseppe era il padre putativo ( presunto) di Gesù
Secondo i Vangeli accettò di prendere in moglie Maria pur sapendo che aspettava un figlio e se ne prese cura per tutta la sua vita insegnandogli anche il suo mestiere. Sicuramente morì prima della crocifissione visto che ai piedi della croce viene indicata solo la Madonna e quasi certamente non era così anziano come viene raffigurato; la barba bianca e l’aspetto da vecchietto sono serviti a creare quell’aurea di saggezza e di dolcezza che sicuramente ebbe nell’affrontare situazioni difficili quali quelle che gli capitò di vivere. A proposito del suo essere falegname sembra che non fosse solo falegname ma anche carpentiere poiché a quell’epoca le costruzioni si reggevano su strutture di legno. Fu Papa Pio IX , alla fine del 1870, a proclamare San Giuseppe Patrono Universale della Chiesa e protettore dei padri di famiglia dopo che nel calendario dei monaci benedettini era stata introdotta già dal 1030. E’ bene sapere anche che la data del 19 marzo fu scelta perché alcune tradizioni la indicano come quella della morte di Giuseppe anche se ciò non è stato mai accertato da fonti certe. Questo specialissimo Santo , secondo alcune tradizioni popolari, risulta essere, oltre che patrono dei falegnami e degli artigiani, anche quale protettore degli orfani, delle ragazze nubili e dei poveri. Queste tradizioni si rifanno sicuramente alla particolarità della sua vita durante la quale, come viene tramandato, fu un padre molto amorevole. Fino al 1977 in Italia è stata una festività segnata in rosso e, ricordo bene che vi erano, oltre alla tradizione delle buonissime zeppole, tante altre consuetudini. Quando ero piccola, infatti, la mattina del 19 marzo a tutte le bambine ed i bambini venivano regalati i bastoncini di radice di liquirizia che, poi, si tenevano tra le mani e si succhiavano per l’intera giornata. Solo da grande ho capito il perché visto che quei buonissimi bastoncini sono molto simili a degli arbusti in miniatura; immagino, quindi, che volessero essere dei simboli del legno che Il falegname Giuseppe lavorava durante le sue giornate. Un altro ricordo è quello del monopattino di legno che, anch’esso, veniva regalato ai bambini ( solo ai maschietti; a quei tempi la divisione tra giochi maschili e femminili era molto rigida) e le strade in quel giorno erano piene di ragazzini che ci scorazzavano su a simboleggiare i manufatti in legno realizzati da Giuseppe nella sua bottega. Chiudiamo col ricordare anche che le zeppole fino a qualche decennio fa non erano tanto quelle di pasta choux con crema pasticciera sormontata da amarene e spolverate di zucchero a velo ma quelle fatte in casa, che oggi comunemente sono chiamate ciambelle, fritte e cosparse di zucchero. La mattina del 19 marzo le nostre vie oltre a pullulare di giovincelli sul monopattino di legno e di ragazzine con la cosiddetta “mazzarella di San Giuseppe” tra le mani, odoravano di vaniglia e di buon fritto e si faceva a gara a chi le faceva più soffici a seconda di più o meno quantità di patata lessata e passata che dava sapore e morbidezza alle zeppole casalinghe.
Teresa Del Prete