Nello scontro De Luca-Meloni a perdere è la credibilità istituzionale.
Si discute in questi giorni del battibecco tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca.
Un alterco risalente al 16 Febbraio, quando, nel corso della manifestazione della Campania contro l’autonomia differenziata, il presidente De Luca, immortalato dalle videocamere in una conversazione privata aveva pronunciato, rivolgendosi alla premier, le parole “Lavora tu, strona”, in seguito all’invito rivoltogli da quest’ultima a lavorare invece di manifestare. Giorgia Meloni, lungi da dimenticare, lo scorso 28 maggio, nel corso dell’inaugurazione del nuovo Centro Sportivo ex Delphina di Caivano, si è presentata al Presidente De luca come “La strona della Meloni”, creando un momento di tensione e imbarazzo.
L’effetto di questo battibecco è stata la capacità di far convergere in sè tutta l’attenzione mediatica, a discapito dell’evento, quello dell’inaugurazione e del riscatto dell’ex centro Delphina a Caivano, finito inevitabilmente dietro i riflettori.
Giorgia Meloni, nel mentre, rivendica orgogliosamente il suo atto, “Lo rifarei cento volte, per tutte le donne”, sostiene, etichettando quello di De Luca come un insulto a lei in quanto donna e in quanto debole.
Ma io credo che in questa questione il femminismo poco c’entri, e così poco c’entri anche la questione del “doppiopesismo” della sinistra, come criticato da Meloni.
Io credo che la vera vittima, in questo caso, sia la credibilità istituzionale.
Che la vera vittima sia una dialettica tra istituzioni degradata al populismo più becero e sterile.
Che le idee e gli ideali stiano facendo sempre più spazio a teatrini e passerelle, prive di qualsiasi contenuto.
Che sentire una Presidente del Consiglio, presentarsi ad un’altra istituzione come “quella stron*a”, nell’ambito di un evento all’insegna del riscatto, della ripresa e della legalità, è una sconfitta.
Una sconfitta per l’onore e la dignità di una politica, che, un tempo, forse lontano ormai, si faceva e non si urlava a colpo di stoccate e insulti fini a se stessi.
Simona Costanzo
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