NAPOLI. Standig ovation, al teatro Acacia, per il balletto di Giulietta e Romeo di Fabrizio Monteverde produzione del Balletto di Roma.
Applausi a scena aperta ed inchini finali della Compagnia del Balletto di Roma per aver portato in scena lo spettacolo “Giulietta e Romeo”, opera firmata dal regista e coreografo Fabrizio Monteverde, considerato uno dei migliori rappresentanti della coreografia Italiana degli ultimi trent’anni per le sue riletture dei grandi classici, in cui egli ritrova l’inizio e il completamento della sua ispirazione. Lo spettacolo è stato portato in scena dal Balletto di Roma in occasione del ventesimo anniversario dal 2002, anno in cui la compagnia della Capitale si esibisce in un remake dell’ opera del Balletto di Toscana che fece il suo debutto nel 1989 al teatro Carlo Felice di Genova. “Giulietta e Romeo”in questa sua nuova veste, targata 2022, ha inaugurato il tour all’Olimpico di Roma dall’inizio di ottobre. Interpreti di quest’intramontabile storia d’amore Carola Puddu, nel ruolo di Giulietta e Paolo Barbonaglia nel ruolo di Romeo; guidati dalla sapiente guida di Azzurra Schena, assistente alle coreografie e precedente interprete del ruolo di Giulietta al debutto dello spettacolo al Teatro Sistina di Roma nel 2002. Come contesto della rappresentazione, non la classica Verona shakespeariana, ma un Sud all’alba del Secondo Dopoguerra, che vede sulla scena un muro serrato, che man mano tende ad aprirsi; non solo alle rivoluzioni ma anche per lasciar trapelare uno spiraglio di luce che oltre il buio fa divampare gli spiriti dell’amore per placare le fiamme dell’odio. L’assistente alle coreografie Azzurra Schena guida allo scoperta di questa rilettura del Monteverde, che è sempre partito dall’originale Shakespeariano, per poi rafforzare la figura femminile, vero motore della tragedia. Giulietta compie un percorso evolutivo, inizialmente si presenta alla stregua di un maschiaccio ribelle, poi incontra il suo “Paride” e rimane folgorata da cotanta bellezza e se ne innamora, percorrendo le strade dell’amore che partono dallo sguardo, passano per l’incontro, la passione sino alla tomba, perché in fondo sanno di dover tener segreto il loro amore pur nutrendo il desiderio di coronare il loro sogno d’amore. Amanti per sempre, diretti alla tomba è questo il loro destino d’amore e morte.
Ne parlaimo con Azzurra Schena:
Come è stato essere insignita del Premio Nazionale Sfera D’oro?
“Una bella emozione, inaspettata in quanto è accaduto durante gli anni della Pandemia. Questo premio ha rappresentato la chiusura di un cerchio e l’inizio di un nuovo ciclo. Ho voluto omaggiare Fabrizio di questo riconoscimento che ho ottenuto, interpretando così la Giulietta per la sua produzione”
Quanto della sua Giulietta, Azzurra Schena ha trasmesso a Carola?
“Per quanto io e Carola abbiamo lavorato tanto insieme; Fabrizio Monteverde ha sempre sostenuto che la Giulietta di Carola dovesse essere diversa dalla precedente. Sicuramente la freschezza si evince in questa nuova Giulietta!Bisogna trovare se stessi nel personaggio ed il proprio personaggio!”.
Azzurra, quando vede lo spettacolo da spettatrice, cosa coglie in scena?
“Poiché sono assistente alle coreografie il mio ruolo prevede che io stia sempre in guardia da eventuali squilibri in scena. Nonostante il mio sguardo sia sempre vigile sull’esecuzione, cerco anche di cogliere l’emozione del pubblico.”
Carola Puddu, interprete di Giulietta:
quali consigli ti ha dato Fabrizio Monteverde, dopo averti individuato come sua nuova Giulietta per essere degna erede della Giulietta della Schena?
” Semplicemente mi ha dato indicazioni da regista e coreografo,per l’ interpretazione ha concesso piena libertà.”
Carola, Memoria, tecnica o espressività quale di questi 3 aspetti ha richiesto maggiore levigatura da parte tua in vista dello spettacolo?
“Sicuramente queste componenti hanno grande importanza, ma il lavoro è soprattutto di energia del corpo che permette di entrare nel lavoro.”
Una ballerina che ha studiato presso la Scuola del Balletto dell’Opera di Parigi, come si è approcciata allo stile dell’accademia?
“Da ballerina di formazione classica mi sono dovuta adattare al neoclassico, stile dell’Accademia per la produzione di Giulietta e Romeo.”.
La Danza come ogni passione, richiede amore e sacrificio: come Giulietta ha sacrificato la propria vita in nome dell’amore, Carola, cosa hai dovuto sacrificare per amore della danza?
“La mia famiglia-e ridendo- anche il ‘maialetto’.” Carola è stata lontano dall’Italia, impegnata in turnée fuori nazione per circa 12 anni per poi ritornare lo scorso anno e entrare a fare parte della classe di “Amici di Maria De Filippi “ 2021, allieva della maestra Alessandra Celentano. Alla sua uscita dal programma Carola viene chiamata per far parte dell’organico del Balletto di Roma ed ora veste i panni di Giulietta.
Carola come destriveresti la tua Giulietta?
“Istintiva e poco riflessiva, ama oltre la guerra”
Paolo Barbonaglia, interprete di Romeo:
per il montaggio dei “pas de deux” c’è stata subito intesa con Carola?
“In realtà è stato molto difficile creare il feeling perché prima avevo fatto poche esibizioni, guidato perlopiù da Azzurra, a cui sicuramente l’esperienza non mancava! Prima di di danzare con Carola dovevo prima sentirmi padrone del mio ruolo; poi il fatto che Carola dovesse imparare tutto in 3 mesi, è stato per me un bel carico di Responsabilità- sorridendo – Azzurra ha sempre guidato me, ora io devo accompagnare Carola!”
Per le parti drammatiche in questa tragedia, quanto a lungo e in che modo hai dovuto lavorare sulla mimica facciale e gestuale?
“Per la mimica facciale, non ho esagerato per evitare di incorrere nel finto; piuttosto ho fatto leva sulla storia ed ho cercato di essere quanto più vero possibile! Per la gestualità corporea mi è bastato seguire la musica!”
Per finire: la concentrazione della Vita e della morte di Giulietta e Romeo quanto hanno inciso sulla lettura della vita e della morte in Paolo e Carola?
Per Paolo parlare in modo razionale di una simile tragedia risulta difficile, tutto dipende dal grado di relazione che si sta vivendo.
Per Carola la situazione si fa ben diversa. E Solo l’amore di una madre per i suoi figli porta Carola a meditare sul tema. E…poi l’unica situazione in cui cederebbe la vita per Amore? In Scena! .
E proprio sugli inchini della Compagnia del Balletto di Roma il sipario del teatro Acacia si è chiuso riscuotendo una grande ovazione da parte del pubblico. La tragedia si è consumata con la morte. Ma il limite tra spazio scenico e realtà è quel sipario che ha relegato alla funzione il protagonismo del muro decrepito per rammentare alla realtà come la musica, la danza e le altre forme d’arte debbano scuotere gli animi a lottare per l’amore e ribellarsi in nome della pace. I martiri trovano l’impeto di vivere nello stile energico e nel travolgente linguaggio coreografico del Monteverde. Tra gli squarci e i fotogrammi caratteristici del cinema neorealista trova spazio in scena anche l’introspezione dei personaggi, denudati fino a sventrare le pulsioni e le tensioni di ogni animo umano, dall’odio all’ira che suggerisce vendetta al pietoso compianto che l’amabile morte conduce.
Marianastasia Lettieri