Ma che è sto Metaverso?!

Sembra essere la nuova frontiera di internet, o almeno la nuova frontiera di “Meta” il più grande conglomerato di social network esistente, contenente Facebook, Instagram, Messanger, Whatsapp e altri.
La società di Mark Zuckerberg è nata da umili origini, come progetto per tenere in contatto membri ed ex membri della sua università, nel corso del tempo una crescita vertiginosa del numero degli utenti e la capacità di profilazione degli stessi ha attirato investimenti sempre maggiori, aumentando fatturati e ricavi. Certo non sono mancati gli scandali come quello relativo a Cambrige Analytica, la moderazione delle piattaforme, l’enorme numero di dati raccolti sugli utenti, l’impossibilità di utilizzare delle reazioni negative.
Nonostante quel che ci siamo detti prima le azioni di Facebook prima e di Meta poi sono cresciute, così come i suoi bilanci, almeno fino al 2021, nel quale arrivano a sfiorare i 380$, risultato che non sarà mai più raggiunto.
Le grandi aziende tecnologiche sono sempre alla ricerca della “next big thing”, ovvero quella nuova tecnologia utile (o in qualche modo imponibile) a superare la concorrenza o come nel caso in questione mantenere un quasi monopolio, occorre fare cari lettori una piccola digressione per capire meglio come funziona questa corsa.Il mondo degli smartphone si è evoluto molto rapidamente, a partire dal primo iphone il mondo della telefonia è cambiato per sempre, gli altri cellulari apparvero irrimediabilmente vecchi (per quanto non fosse il primo cellulare touch in assoluto), un gigante del settore come la Nokia è passata da una quota di mercato del 49,4% al fallimento nel giro di pochi anni. Nei primi anni i vari produttori hanno innovato moltissimo per capire cosa e a che prezzo vendere, le differenze fra le varie generazioni di prodotti erano spesso strabilianti, l’obbiettivo però rimaneva battere la concorrenza e riuscire ad essere di tendenza sul mercato (esempio di questa corsa può essere facilmente riscontrato nelle fotocamere dei cellulari Samsung Galaxy serie S passate dai 5 MP della prima generazione ai 200 dell’ultima).

Tornando a Facebook loro sono stati la “next big thing” quando sono nati e lo sono rimasti comprando la concorrenza, Instagram ad esempio è stata acquisita da loro per 1 miliardo di dollari nel 2012, pur essendo piccoli e con 12 dipendenti, tuttavia la loro crescita (come mostrato dal grafico qui affianco) sta rallentando.



Come uscire quindi da questo impasse? Specie con TikTok alle porte, il quale più che sottrarre utenti li porta su una piattaforma apposita (e ben congegnata per mantenerti lì il più a lungo possibile)? Facebook ha più volte tentato di contrastare le aziende che non poteva acquistare, nel 2018 ha lanciato IGTV proprio per fare concorrenza a Youtube, così come sono nati i “reels” per fare concorrenza a TikTok, entrambe le iniziative non hanno avuto il successo sperato, allora è stata tentata la strada del metaverso.
Ecco ma esattamente a che serve? Secondo i suoi creatori dovrebbe fare praticamente tutto: riunioni d’affari? Basta indossare il visore! Partecipare ad un concerto? Come se fossi lì. Giocare a freccette con i tuoi amici? Senza nemmeno il rischio che utilizzino la tua schiena come bersaglio! La realtà come dimostra il video qui sotto è molto diversa.

Come si può vedere la piattaforma è quantomeno immatura, i controlli sono al meglio approssimativi e la qualità degli avatar sembra provenire da un videogioco almeno di inizio decennio scorso. Senza considerare che “l’accesso” non viene gratuitamente, avrete bisogno di un visore per la realtà virtuale che può costare anche migliaia di euro.

Chi interviene in un blog, è osservatore e osservato. I suoi gusti sono monitorati sempre. La tua personalità viene trasferita interamente in Rete, fino al caso micidiale di Facebook.

Daniele Luttazzi

Esiste poi un “fattore umano” l’idea poteva risultare certamente molto attraente per migliaia forse milioni di persone nel 2020, quando in piena pandemia sarebbe stato impensabile andare ad un concerto o fare una riunione in presenza, ma in un momento fondamentalmente senza restrizioni e nel quale si è tornati a vivere una vita “normale” l’idea di trascorrere molto tempo in un mondo virtuale è sicuramente assai meno allettante (specie se con una serie di spese correlate).

Non che non esista un mercato per la realtà virtuale intendiamoci, come dimostra quest’altro grafico esiste (stando almeno alle previsioni) un mercato potenzialmente molto solido, ma salvo nuove pandemie, uno sviluppo enorme del metaverso o un massivo interesse per ragioni ignote con tutta probabilità questo tipo di progetto è destinato ad una fine poco graziosa.


I social network e società della Silicon Valley stanno irrimediabilmente cambiando, non sappiamo ancora bene ed in che modo, ma i licenziamenti di massa avvenuti in tempi recenti dimostrano un certo nervosismo, la loro crescita portentosa è vistosamente rallentata e i numeri di prima non ci sono più, solo il tempo potrà dirci come cambierà internet, una cosa è però certa non potrà continuare l’utilizzo (quasi) indiscriminato degli utenti per fare montagne di soldi.

La vera libertà è non essere costretti a pubblicare su Facebook una cosa qualsiasi ogni giorno solo per dimostrare la propria esistenza in vita.

GIancarlo Magalli
Stefano Scoppio

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Stefano Scoppio

Stefano Scoppio

Fervente appassionato del periodo più sfigato della letteratura italiana (gli anni '90), pieno di passioni multiformi e contraddittorie. Scrivo per il mio diletto e nella speranza di suscitare una riflessione