L’Eroe delle “Notti magiche” di Italia ’90, Totò Schillaci, lascia definitivamente…il campo. Se ne va a 59 anni, l’ex attaccante di Messina, Juventus ed Inter.
di Giuseppe Zingarelli
Totò Schillaci non ce l’ha fatta. L’ex attaccante della Nazionale è morto all’Ospedale Civico di Palermo per una forma tumorale che lo aveva colpito anni fa. Era ricoverato dal 7 settembre. Le sue condizioni erano precipitate fino a diventare disperate nelle ultime ore, nonostante i bollettini medici parlavano di un certo miglioramento delle sue condizioni di salute. Aveva 59 anni. Camera ardente allo stadio “Renzo Barbera” di Palermo. Ci lascia il figlio del vento, il figlio del Sud. Ci lascia l’eroe dei due mondi del calcio italiano. Il calcio ogni tanto regala delle favole. Quella di Totò Schillaci è stata una favola. La favola di un attaccante il cui destino sembrava restringersi alle serie minori. La velocissima ala sinistra nasce a Palermo. Nel capoluogo siciliano, meravigliosa città d’ arte, il calcio è vita, è passione, è poesia. A Palermo Schillaci inizia la sua carriera nell’Amatori Palermo. Poi va a giocare dall’altra parte dell’isola. A Messina. Nelle cui fila, in cinque stagioni approda dopo una lunga gavetta, dalla Serie C2 alla Serie B. Già, la Serie B. Per Schillaci finalmente si presenta il calcio che conta, il calcio che ti dà l’opportunità di metterti in luce, che ti offre l’opportunità per dimostrare chi sei. La Serie B, un palcoscenico importante. Totò, il figlio del Sud, sente che non può lasciarsi sfuggire questa grande occasione. Con la maglia del Messina, Totò rivela uno straordinario fiuto del gol che lo lancia alla ribalta del calcio italiano. Attaccante di manovra, bomber di razza, da area di rigore, dotato di una tecnica non comune, incredibile progressione nella corsa, grande velocità, abilissimo nel dribbling, Totò attira su di sé l’attenzione di grandi club dopo essere letteralmente “esploso” come cannoniere a Messina. Due anni dopo, un certo Gianpiero Boniperti, segna a caratteri cubitali il suo nome nel suo taccuino e lo veste di bianconero. Schillaci ha 25 anni e diventa un calciatore della Juventus. Ottimo fisico, robusto, un’altezza non certo da far spavento, Schillaci in campo corre come il vento e semina avversari. Dimostra di avere un possesso di palla ed un palleggio raffinato ed elegante e spessissimo, con grande facilità, trova la via del gol. È un “boom” senza precedenti, perché all’ ultima occasione buona per le convocazioni mondiali, l’attaccante palermitano è convocato dal ct della Nazionale dell’epoca, Azeglio Vicini, per i Mondiali di Italia ’90. Totò Schillaci quasi non ci crede. Per lui è un sogno quello di giocare un Campionato del Mondo. Il sogno di ogni calciatore. Lui, poi, un ragazzino partito dal profondo Sud. Ed i gol realizzati da Schillaci ad Italia ’90 restano e resteranno per sempre nel cuore di tutti i tifosi italiani. Totò fu capocannoniere assoluto ai Mondiali ‘italiani”. Realizzò ben 6 reti in quelle famose e maravigliose “notti magiche” cantate da Gianna Nannini. La prima rete Totò la mise a segno al 79esimo minuto di Italia-Austria, infilando il portiere Linderberger. La seconda rete la realizzò ai danni del portiere della Cecoslovacchia, Stejskal. La terza rete. “Vittima” designata il portiere dell’Uruguay, Alvez. L’ Italia avanza al Mondiale e vola ai “quarti”. Incontra l’Irlanda allenata da “mister” Charlton. Al 38esimo minuto è ancora lui, Schillaci, a battere il portiere Bonner. È la sua quarta rete “mundial”. In semifinale c’è l’Argentina di Diego Armando Maradona. Schillaci sente che può continuare a segnare. Arriva la quinta rete di Totò. Al 17esimo minuto sorprende il portiere argentino, Goycochea. Il suo gol verrà pareggiato dall’ex atalantino, Claudio Caniggia, che di testa, batte Zenga in uscita. L’ Italia di Vicini e Schillaci, dopo i supplementari, va ai rigori contro la Nazionale allenata da Bilardo e ne esce. L’ Argentina di Maradona conquista la finale dell’ Olimpico contro la Germania Ovest. Il compianto Andreas Brehme, con un gol realizzato su rigore, concesso ai “panzer” dall’arbitro messicano, Codesal, regalerà a Littbarsky, Voller, Mattheus, Klinsmann e compagni la “Coppa del Mondo”. Terzo titolo mondiale per i tedeschi, allenati dall’ indimenticabile “Kaiser” Franz Beckenbauer. Allo stadio San Nicola di Bari, il 7 luglio 1990, si giocò la finale per il terzo posto: Italia-Inghilterra. All’86esimo minuto, Schillaci, dal dischetto fece gol ad uno dei più grandi portieri della storia della Nazionale dei “Tre Leoni”, dopo il “mitico” Gordon Banks, cioè, Peter Shilton. Già, Peter Shilton. Proprio lui. Quello, per intenderci, che subì il famosissimo non-gol di “testa” di Maradona ai Mondiali del 1986 in Messico. Una rete che passò alla storia per essere stata realizzata con la “mano” nascosta dal “Pibe de Oro”. Roberto Baggio e Schillaci furono gli artefici di quella vittoria ottenuta contro la Nazionale di “Sua Maestà”, allenata all’epoca da Bobby Robson. Finì 2 a1 per gli azzurri e terzo posto per l’Italia di Vicini. Il nome di Schillaci fece il giro del mondo. Come Paolo Rossi, capocannoniere al glorioso “Mundial” spagnolo. Schillaci realizzò lo stesso numero di reti messe a segno da Pablito in Spagna nel.1982. Ad Italia ’90, alle sue spalle si piazzò con 5 reti, Tomas Skuhravy, attaccante della Cecoslovacchia che per 5 anni, dal 1990 al 1995, vestì la maglia rossoblù del Genoa. Con la maglia della Juventus, Schillaci realizzò 26 reti in tre stagioni, 1989-92. Il presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini, concertò con il Direttore Sportivo nerazzurro, Giancarlo Beltrami, il passaggio di Schillaci da Torino a Milano. Salvatore vestì per due stagioni la maglia dell’Inter, agli ordini di Osvaldo Bagnoli, l’allenatore che il 12 maggio 1985 vinse lo storico e prestigioso scudetto con l’Hellas Verona. Con l’Inter l’attaccante siciliano realizzò in 30 gare,11 reti. Nel 1994 non trovò più spazio in squadra con i nerazzurri e decise di lasciare l’Italia per un’esperienza all’estero. Nell’aprile dello stesso anno, lasciati i nerazzurri, Schillaci si trasferì in Giappone. Fu il primo calciatore italiano a militare nel campionato nipponico. Tre stagioni disputate dall’ex Messina, Juventus ed Inter con la maglia biancazzurra del Jubilo Iwata. Nella terra del Sol Levante vinse la J1 League ma ebbe anche un grave infortunio che lo costrinse a ritirarsi definitivamente dal calcio giocato nel 1999. Per Totò Schillaci l’esperienza nipponica si concluse con 58 reti realizzate in 78 incontri.
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