LA RUSSIA SCHIERA ARMI NUCLEARI IN BIELORUSSIA AI CONFINI CON L’UCRAINA. FORTE IL RISCHIO ESCALATION. IL MONITO DEL TERZO SEGRETO DI FATIMA. LA CONSACRAZIONE DA PARTE DI PAPA  GIOVANNI PAOLO II DELLA RUSSIA A MARIA. PADRE PIO SAPEVA TUTTO. Nostra nuova intervista all’avvocato foggiano Giuseppe Zingarelli, storico e ricercatore di Padre Pio.

È di ieri la notizia dell’avvio del dispiegamento di armi nucleari, in Bielorussia da parte della Russia, in esecuzione ad un accordo che era stato annunciato qualche mese fa. Un’operazione che sta provocando la condanna unanime, anche da parte dell’opposizione interna bielorussa. La preoccupazione che si inneschi un escalation nucleare è molto forte. L’Europa trema. Corrono alla mente alcuni passi del terzo segreto di Fatima dove si parla della Russia che “spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre“ e che l’unica strada per evitare la terza guerra mondiale è che la Russia “Si converta”. Nel 1984 Papa Giovanni Paolo II consacrò la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Il messaggio ai pastorelli è del 1917. Eppure, già verso l’anno 100 già nel libro l’Apocalisse troviamo alcuni segnali. Segreti che Padre Pio da Pietrelcina conosceva. Ne parliamo in questa seconda intervista con l’avvocato Giuseppe Zingarelli, foggiano, studioso e ricercatore sul Santo di Pietrelcina.

Padre Pio da Pietrelcina, il Terzo Segreto di Fatima e il Libro dell’Apocalisse

La Madre di Dio, il 13 maggio 1917, apparve a tre fanciulli della Cova di Iria, in Portogallo. Sulle desolate e solitarie montagne di Fatima, la Madonna consegnò a tre fanciulli il più attuale dei messaggi che si rapporta ai futuri destini del mondo e dell’umanità. Il messaggio di Fatima sarebbe in realtà contenuto nel Libro dell’Apocalisse, il settimo libro della Sacra Scrittura, scritto da San Giovanni apostolo. Padre Pio da Pietrelcina conosceva perfettamente il Terzo Segreto di Fatima e le rivelazioni contenute nel libro dell’Apocalisse.

Insieme a Giuseppe Zingarelli, storico e ricercatore di Padre Pio, ripercorriamo alcuni aspetti significativi di quella conosciutissima apparizione mariana riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, riconsiderandoli e riesaminandoli con maggiore approfondimento.

1) Viviamo in un periodo storico molto complesso. Le odierne dinamiche socio-politiche destano moltissima preoccupazione. L’apparizione della Madonna in Portogallo nel 1917 sembra essere in perfetto allineamento con il delicatissimo periodo attuale. Un messaggio consegnato al mondo oltre un secolo fa. A suo avviso, quali segni emergono tangibili con la situazione dei nostri giorni?        

Il messaggio che la Madonna consegnò ai tre bambini in Portogallo è frequentemente richiamato quando periodi storici difficili e preoccupanti, come quello odierno, si presentano insidiosi al cospetto della società del nostro tempo. Il messaggio di Fatima è un messaggio attualissimo. Un messaggio profetico. Generalmente, quando si parla di Fatima, il pensiero corre veloce a quel messaggio della Madonna, o meglio, a quella parte del messaggio, denominata Terzo Segreto di Fatima. Sono trascorsi ben 105 anni. Il messaggio mariano continua incessantemente ad essere al centro di moltissime analisi da parte di storici e vaticanisti. La Madonna sulle alture di Fatima apparve a Francesco, Giacinta e Lucia. Tre umilissimi bambini che ogni giorno accompagnavano il bestiame al pascolo. Erano figli di umili famiglie contadine, molto credenti e religiose, che dalla coltivazione dei campi traevano il sostentamento necessario per vivere. Erano fanciulli senza malizia, a contatto quotidianamente con la natura, con il creato, con gli aspetti semplici e allo stesso tempo meravigliosi della vita. Dal 1917 ad oggi tutto è cambiato. Quando si parla dell’apparizione di Fatima, si parla a ragion veduta, di un messaggio profetico che la Madonna annunciò all’umanità. Dobbiamo però approfondire e chiarire questo aspetto della questione. Il messaggio comunicato dalla Madonna ai fanciulli portoghesi, in sostanza, altro non è che un messaggio di Dio. Un messaggio che Dio volle far pervenire al mondo attraverso la celeste Madre. Alcuni studiosi, e ad onor del vero anche molti fedeli, oggi concordano sul fatto che la Chiesa non avrebbe mai voluto del tutto svelare dei precisi passaggi, che farebbero riferimento a delle situazioni future assai prossime a realizzarsi. Viviamo oggi un periodo storico decisamente tormentato, come lei accennava. È verissimo. È sotto gli occhi di tutti. Il periodo attuale forse è il periodo storico più complesso e difficile che l’umanità sta affrontando dagli inizi della sua storia. Siamo consci di affrontare un passaggio storico epocale, che ha aperto le porte ad impensabili modernità del vivere e del concepire l’esistenza. Siamo entrati in un tempo nuovo, che sembra aver forgiato un nuovo pensiero dominante: tutto è possibile con le attuali conoscenze scientifiche e tecnologiche. Una convinzione che consolida maggiormente quella antica tentazione dell’uomo, nemica dell’intelligenza dell’uomo, di credere sempre più in sé stesso, per porre sé stesso al centro del mondo, proclamandosi artefice del proprio destino e dei destini dell’umanità. Questa pericolosa visione concettuale della vita potrebbe determinare a breve, anche una palese modifica del pensiero dei popoli. È evidente che un nuovo tempo si avvicina a grandi passi. Un tempo al quale si rapporteranno nuovi ritmi di vita, nuove etiche, nuove moralità e nuove prospettive per l’avvenire.

2) Secondo lei, le società odierne, in prospettiva, saranno pronte ad accogliere questi epocali cambiamenti prospettati da questa nuova visione globalista?

Le odierne società sono già il risultato di una complessa trasformazione geo-politico. Questa operazione è già stata completata, ed in gergo è denominata con il nome di globalizzazione. Globalizzare significa essenzialmente unificare, uniformare, sintonizzare, contestualizzare, rendere partecipe le nazioni di tutto il mondo che di una problematica universalmente riconosciuta, se ne prenda collettivamente coscienza e conoscenza. in modo da dibatterla e analizzarla, al fine di risolverla attraverso una partecipazione collettiva. La globalizzazione, concettualmente, rappresenta già l’ingresso del mondo in un tempo nuovo. Individuare, affrontare, discutere e risolvere una problematica di interesse universale, esprime sostanzialmente l’intento di sollecitare un coinvolgimento totale di tutti gli stati del mondo, affinché si possa giungere armonicamente ad una soluzione concordata nell’interesse di tutti. In sostanza, questa nuova visione partecipativa globalizzata, si rapporta già al nuovo pensiero universale. Tematiche di interesse mondiale, devono essere affrontate in modo da coinvolgere tutte le società del mondo, con la partecipazione dei governi di tutto il mondo. Nessuno escluso. Mediante l’ideazione di questa nuova dinamica del pensiero politico, si potrà strutturare e rendere operativa, una nuova democrazia mondiale che potrebbe risolvere in buona parte problematiche mondiali affliggenti gli stati di tutto il mondo, per l’interesse di tutto il pianeta. In sostanza, il seme del nuovo mutamento, istituzionalizzato attraverso la globalizzazione, ci fa comprendere che siamo già entrati in una nuova epoca della storia. Anche il messaggio di Fatima, paradossalmente, pur essendoci giunto dall’ormai lontanissimo 1917, attraverso i piccoli Francesco, Giacinta e Lucia, in realtà è attualissimo. In quanto, a sua volta, questo messaggio di Dio, transitato attraverso la Madonna, è come se ci confermasse con certezza che gli sguardi del Cielo, osservano perennemente con grande attenzione, le trasformazioni sociali e politiche operate dagli uomini nel mondo visibile.

3) Lei sostiene che Padre Pio era a conoscenza del Terzo Segreto di Fatima. Cosa la induce a ritenere questo?

Padre Pio conosceva benissimo il Terzo Segreto di Fatima, in virtù della sua grande confidenza con Gesù e con la Madonna. Padre Pio dialogava con Gesù e con la Madonna. Fu Gesù stesso, nel 1913, a rivelare in anticipo a Padre Pio, quello che la Madonna rivelò agli umili fanciulli della Cova da Iria il 13 maggio 1917. Il 28 marzo del 1913, quindi ben 4 anni prima del 13 maggio 1917, Gesù apparve a Padre Pio. Gli apparve malconcio, sfigurato e piangente. Avvilito nel vederlo in lacrime, il frate chiese al Signore perché piangesse. Fu in quella precisa circostanza che il Cristo gli rivelò che molti sacerdoti e dignitari ecclesiastici, agivano nella sua chiesa imprudentemente, provocandogli disgusto, lacrime ed amarezza. Una seconda rivelazione di Gesù a Padre Pio fu ancora più esplicita: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia durata solo tre ore. Io sarò, per cagione delle anime da me più beneficate, in agonia fino alla fine del mondo. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri, mi rendono più gravosa l’agonia. Come corrispondono male al mio amore.”. Le grandi confidenze con Gesù e con la Madonna inducevano spesso il santo del Gargano, a ripetere alle anime penitenti che, mille anni trascorsi in mezzo alla gloria degli uomini, non compensavano neanche un’ora sola trascorsa in colloquio con Gesù Sacramentato. Padre Pio soffrì molto per questa apparizione del Signore, tanto da riferire di aver provato molto dolore nell’anima e nel corpo per l’aver ricevuto questa inattesa rivelazione del Signore. Gesù gli svelò inoltre, che molti fratelli ripagavano con grande irriconoscenza al suo amore, buttandosi a braccia aperte nelle infami sette della massoneria. In effetti, ricollegandoci alle situazioni attuali, molte cose iniziano ad essere più chiare ed evidenti. Nella Chiesa, oggi, vi sono lacerazioni, divisioni ed invece dovrebbe regnare l’unità. Nel mondo le massonerie sono molto operative e molto diffuse.

4) In che modo Padre Pio recuperava ecclesiastici non più fervorosi?

Con la preghiera incessante. Padre Pio era in continua orazione per tutti. Non era però un sacerdote permissivo, diciamo, pronto ad acconsentire a comode giustificazioni. Era il figlio di una chiesa protesa al sacrificio, alla correzione anche drastica ed alla penitenza. Padre Pio era dispensatore di sferzate, anche dolorose se necessarie, pur di recuperare le anime e salvarle dalla perdizione. Era un sacerdote intransigente. Milioni di persone viaggiarono per raggiungere San Giovanni Rotondo. Per poter parlare con Padre Pio e manifestargli le proprie angosce, le proprie difficoltà, le proprie afflizioni. Molte persone avvertivano di aver bisogno delle sue parole di conforto, e delle sue correzioni, al fine di proseguire il proprio cammino esistenziale. A volte, come dire, l’intransigenza attirava gli spiriti inquieti, assai più che la tolleranza. Padre Pio sicuramente pregava per molti sacerdoti la cui fede era vacillante, avvolta dal dubbio, ingannata dalle subdole ideologie del mondo. Pur indossando i sacri paramenti, alcuni ministri si comportavano in difformità da quanto Gesù avrebbe voluto. Gesù stesso rivelò al santo frate, che molti ecclesiastici lo deludevano per l’indifferenza, l’incredulità, l’ingratitudine e addirittura per il disprezzo con cui ripagavano il suo amore. C’è di più. Il Signore rivelò al santo frate che avrebbe voluto fulminare questi indegni sacerdoti. Non lo avrebbe fatto solo per amore delle anime di Lui innamorate, tra i quali i santi, grandi imitatori della vita di Gesù. A riguardo, Gesù autorizzò Padre Pio a scrivere anche ai suoi due direttori spirituali, affinché fossero informati delle molte infedeltà dei consacrati. Il santo notificò questa rivelazione di Gesù a Padre Agostino Daniele, e a Padre Benedetto Nardella. Padre Benedetto nel 1913 era anche il Ministro Superiore della provincia monastica di appartenenza di Padre Pio, la cui sede venne stabilita, in quel tempo, nel convento di San Marco la Catola, in provincia di Foggia. Fu proprio in quella apparizione del 1913, che avvenne qualcosa di incredibile.

5) Cos’altro si verificò nell’apparizione del 28 marzo 1913?

Gesù rivelò a Padre Pio degli eventi, che il frate, a sua volta, non rivelò mai a nessuno nel corso della sua vita. Il frate ebbe rivelato dal Signore un segreto che portò con sé fino alla sua morte. In sostanza, Gesù rivelò, molto verosimilmente, al santo situazioni future talmente sconvolgenti, che Padre Pio non né volle mai parlare. Infatti, il frate non svelò a nessuno di cosa si trattasse. Questo fu il grande segreto di Padre Pio. Nessuno potrà mai conoscerlo.       

6) Per quale ragione Padre Pio tacque a vita, riguardo a quelle rivelazione di Gesù?

Nessuno potrà mai conoscere l’oggetto di quella rivelazione. Padre Pio disse chiaramente al suo padre spirituale che quello che Gesù gli riferì, non lo avrebbe mai potuto rivelare a creatura alcuna in questo mondo. Ripeto. Non avrebbe mai potuto rivelarlo a nessuno. Il santo potrebbe aver udito e poi veduto, per permissione divina, gli stessi eventi già scritti nel piccolo libro che l’Angelo, citato nel decimo capitolo del libro dell’Apocalisse, tiene stretto tra le sue mani. Questi eventi sono di fatto coincidenti con gli accadimenti che la Madonna ha rivelato nel Terzo Segreto di Fatima agli umili pastorelli portoghesi. La Madonna il 13 maggio 1917, aprendo le sue mani, permise a Lucia, Giacinta e Francesco la impressionante visione di un grande oceano di fuoco. Immersi in quelle immense braci ardenti, i pastorelli videro gementi sagome umane, orrende e deformate, urlare disperatamente, mentre altre figure dalle sembianze umane, pur nella loro trasparenza, erano come sospese e sollevate continuamente dalle fiamme. La breve visione riassumeva un moto che sembrava essere perpetuo, immodificabile. La Madonna svelò in tal modo l’inferno, cioè la destinazione dove giungerà l’umanità peccatrice, ostinata e refrattaria ad intraprendere un cammino di vera conversione a Dio. Probabilmente fu la mano sinistra della Madonna a proiettare la visione dell’inferno ai fanciulli.

7) Perché la mano sinistra della Santa Vergine?

Perché nel consentire la visione dell’inferno ai pastorelli, la Madonna si allineava alla Parola di Gesù nel Vangelo, quando parla di coloro che al tempo del suo secondo e definitivo ritorno in questo mondo, non si salveranno. Saranno infatti posizionati alla Sua sinistra e gettati per l’eternità nell’oceano di fuoco. L’oceano di fuoco la cui visione a Fatima, fu permessa agli umili bambini.
Continuando a ripercorrere quell’apparizione, la Vergine rimarcò che, per la salvezza delle anime, Dio volle stabilire nel mondo, anche la devozione al Suo Cuore Immacolato. Indicando delle condizioni che se, osservate, avrebbero portato alla cessazione del primo conflitto mondiale, che nel 1917, era già in atto al tempo dell’apparizione della Madonna. Se queste condizioni fossero rimaste inosservate, un’altra guerra ben peggiore e assai più cruenta, sarebbe divampata durante il pontificato di papa Pio XII. E in effetti, sotto il pontificato di Pio XII, esplosero le devastazioni della Seconda guerra mondiale. La Santa Madre, agli umili fanciulli portoghesi, chiese di far sapere al papa e ai vescovi di tutto il mondo, di consacrare al Suo Cuore Immacolato una nazione: la Russia. Perché, sostanzialmente, una Russia non convertita, sarebbe stata una minaccia costante per il futuro del mondo. Ai piccoli veggenti, inoltre, fu permesso di vedere un angelo comparire alla sinistra della Madonna, che con una spada infuocata in mano, lanciava fiamme verso il mondo.

8) Di nuovo il riferimento alla sinistra della Madonna?

Esattamente. Gli angeli con la spada infuocata, citati nel libro dell’Apocalisse, collaboreranno con Dio nel giudizio finale. La Madonna però spegneva le fiamme con lo splendore emanato della sua mano destra. L’angelo, con la sua voce. per tre volte ripeté la parola “Penitenza”. Poi i piccini videro come si vedrebbe in uno specchio, la figura di un vescovo vestito di bianco, che con passo lento e affaticato, attraversava una città in rovina, pregando per le anime dei cadaveri che trovava sulla sua strada. Il vescovo vestito di bianco, giunto sulla sommità di un monte, inginocchiandosi ai piedi di una grande croce ivi posta, veniva ucciso da un gruppo di soldati, insieme ad altri religiosi, con frecce e colpi di arma da fuoco. Poi alcuni angeli, con innaffiatoi di cristallo nelle mani, raccoglievano il sangue dei martiri, irrigando le anime di coloro che si avvicinavano a Dio. Questo è quello che conosciamo ufficialmente della visione di Fatima. Alcuni studiosi ritengono che la Russia, ancor oggi, non sia stata consacrata al Cuore della Madonna nei tempi e nei modi in cui Maria, Stella Maris, avrebbe voluto e desiderato. Prima di Pio XII, papa Benedetto XV, il 1°maggio 1917, ancor prima che la Madonna apparisse ai pastorelli, scrisse un documento pontificio mediante il quale chiese ufficialmente si ponesse fine alla Prima guerra mondiale, definendola un’inutile strage di umanità. A sua volta Papa Pio XI, il 19 marzo 1930, aveva richiesto che proprio nel giorno di San Giuseppe, si pregasse nel mondo, per le difficili situazioni della religione nella Russia. Papa Paolo VI, consacrò la Russia al Cuore di Maria nel novembre 1964. Sua Santità Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981, subì a Roma, in Piazza San Pietro, per mano di Alì Agca, un attentato che lo portò a combattere per ben 4 ore con la morte. Nel 1982, il papa polacco compose una preghiera di affidamento alla Vergine, ma suor Lucia disse che quella consacrazione non fu valida. Nel marzo 1984, papa Wojtyla, invitò in Vaticano tutti i vescovi del mondo, per concelebrare insieme ad essi, la Messa di consacrazione della Russia al Cuore di Maria. Anche quel 25 marzo 1984, in realtà, non vide la partecipazione di tutti i vescovi del mondo alla cerimonia di consacrazione, come invece avrebbe desiderato la celeste Regina. Tuttavia, suor Lucia disse che quella consacrazione doveva ritenersi valida. Papa Benedetto XVI, il 13 maggio 2010, a Fatima, consacrò la Russia alla Madonna con un atto di affidamento. Papa Francesco, alla vigilia della terza settimana del conflitto russo-ucraino, il 25 marzo 2022, consacrò l’Ucraina, la Russia e il mondo intero al Cuore della Madonna. Alla consacrazione di Bergoglio si unì anche il papa emerito Benedetto XVI, dimessosi dal ministero petrino l’11 febbraio 2013. La consacrazione del 25 marzo 2022, fu richiesta espressamente dall’episcopato di Kiev, in quanto l’Ucraina, dal 24 febbraio 2022 stava già subendo i bombardamenti ad opera della Russia. In altre parole, fu l’episcopato di Kiev a chiedere a papa Francesco la consacrazione dell’Ucraina, nazione aggredita, e al contempo anche della Russia, nazione aggressore. Papa Bergoglio consacrò l’Ucraina e riconsacrò la Russia al Cuore della Madonna. Il cardinal Tarcisio Bertone, all’epoca Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, autorizzato da Papa Giovanni Paolo II, il 26 giugno del 2000, lesse quel che si disse essere il Terzo Segreto di Fatima. Sottolineando che suor Lucia dos Santos, in una lettera del 1989, aveva già esplicitamente confermato che la consacrazione della Russia fatta da papa Wojtyla il 25 marzo 1984, doveva ritenersi conforme alla richiesta della Madonna. Molti studiosi, a partire dal 1984, iniziarono a nutrire seri dubbi sulla consacrazione della Russia al Cuore di Maria. In quanto a loro parere, non si comprendeva perché si dovessero ripetere le consacrazioni, se già quella del 1984, era stata ritenuta valida da suor Lucia. Rinnovare le consacrazioni della Russia, per poi riscontrarne puntualmente la mancata conversione della Russia, innestò legittimamente il sospetto che le consacrazioni non fossero in sintonia con i celesti dettami. Taluni sostennero che anche la Consacrazione di papa Francesco celebrata il 25 marzo 2022, fu una consacrazione tardiva e alonata da seri dubbi. In quanto, papa Bergoglio non era legittimato a presiederla, perché illegittimamente eletto. Si affermò anche che Papa Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre 2022, nelle sue dimissioni dell’11 marzo 2013, firmò esplicitamente un atto di rinuncia al ministero petrino, cioè rinunciava a fare il papa, ma non rinunciava al “munus regenti”. cioè ad essere papa. La tesi avanzata da questi studiosi, si fonderebbe sul mancato riscontro dell’atto firmato in tal senso dal pontefice tedesco. Il 13 maggio 2010, papa Ratzinger, affermò di essere venuto a Fatima, per pregare con Maria per la nostra umanità, afflitta da miserie e sofferenze, ribadendo con assoluta certezza e sicurezza che, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, deve ancora venire. In sostanza, papa Benedetto XVI confermò che il Terzo Segreto di Fatima non è si è ancora realizzato. Anche santa Faustina Kowalska, nel 1936, nel suo diario, rivelò qualcosa di molto importante sulla Russia.

9) Cosa affermò santa Faustina Kowalska?    

Il 22 febbraio 1931, Gesù apparve a suor Faustina. La religiosa era in preghiera nella sua cella, nel convento di Plock, in Polonia. Alla religiosa, canonizzata a Roma il 30 aprile del 2000 da Papa Giovanni Paolo II, il Signore affidò la missione di diffondere nel mondo il messaggio della Divina Misericordia. Il 16 dicembre 1936, suor Faustina offrì le sue sofferenze e le sue preghiere proprio per la Russia. In quello stesso giorno, Gesù le apparve, e le rivelò che non avrebbe più sopportato a lungo questa nazione, se non si fosse convertita. La Santa comprese che le preghiere offerte per la conversione della Russia, salvarono questa nazione da situazioni pericolose. La Madonna, infatti, disse a Fatima: “Se la Russia si convertirà ci sarà pace nel mondo, se non si convertirà, diffonderà nel mondo i suoi errori, dando origine a nuove guerre e nuove persecuzioni. La Chiesa e il Santo Padre patiranno sofferenze. Molti buoni saranno martirizzati e molte nazioni saranno distrutte.”. Mentre la Russia non convertita avrebbe sempre rappresentato un pericolo per il mondo, dalla confinante Polonia, invece, sarebbe sorta una grande luce, che avrebbe preparato il mondo all’evento ultimo della storia dell’umanità. Infatti, apparendo a santa Faustina, Gesù le rivelò di averla prescelta per preparargli la strada alla sua seconda ed ultima venuta. Alla Santa polacca, il Signore svelò anche il motivo che lo indusse a rivolgersi all’Eterno Padre, per chiedere di allontanare da Lui, se possibile, il calice che stava per bere prima della sua crocifissione: la ripugnanza delle anime tiepide. Questa rivelazione è in perfetto allineamento con il Terzo Segreto di Fatima, che già dal 1917, prospettava per il futuro, il corrompersi del costume sociale e l’intiepidimento della fede. Un altro evento di grande portata storica si verificò al tempo dell’apparizione della Madonna a Fatima. Un’ insurrezione dei bolscevichi a Mosca, nel novembre 1917, assaltò il palazzo dello Zar, l’attuale Cremlino. I bolscevichi presero il potere e nel tempo molti sacerdoti e cattolici vennero assassinati e deportati nei gulag. Padre Pio, quando apparve la celeste Madre a Fatima, era nella sua cella a San Giovanni Rotondo, Il giorno seguente partì per Foggia, proseguì per Benevento, e dal capoluogo sannita insieme al Padre Benedetto Nardella partirono per Roma, dove accompagnarono la sorella del frate nel convento delle Brigidine, che entrò in quell’ ordine con il nome di suor Pia. Il 17 maggio 1917, Padre Pio si recava a San Pietro e pregava per l’umanità dinanzi all’altare di San Pietro di Betsaida. 46 anni dopo, nel 1959, lo stesso Padre Pio fu miracolato dalla Madonna di Fatima. 

10) Quando si verificò questa guarigione?

Nell’aprile del 1959, il frate fu colpito da una gravissima affezione polmonare. Si trattava di una broncopolmonite bilaterale che preoccupava moltissimo i medici. Inoltre, era afflitto da una serie di malesseri, che di fatto, erano tutti riconducibili alla patologia polmonare. Per ben quattro volte, l’accumularsi del liquido pleurico provocò al frate crisi respiratorie e collassi. Una notte, il 25 aprile 1959, nella sua cella, lo Stigmatizzato avvertì acuti dolori alla schiena. Una tosse insistente e secca iniziò ad aggredirlo e scuoterlo violentemente. Come sua abitudine, il Santo non chiamò nessuno in suo aiuto. Rimase a letto, ma durante la notte non riuscì a chiudere occhio. Il mattino seguente, il suo stato di salute peggiorò. I medici sopraggiunsero per visitarlo. Per alcuni giorni, centinaia di persone sostarono alle porte del convento in attesa di sue notizie e nella speranza che potesse alzarsi dal letto, per affacciarsi alla finestrella, dalla quale era solito benedire la folla, sventolando un fazzoletto. Padre Pio, contro le sue insistenze, fu costretto al riposo nella sua cella. “I carcerieri mi dicono che devo stare a letto”. Con questo appellativo Padre Pio apostrofava scherzosamente i dottori. Il frate però era restio ad obbedire ai sanitari. Comprendendo che i loro ragionamenti non avrebbero convinto il religioso, ansioso di tornare ai suoi pellegrini, i medici si rivolsero perfino al padre guardiano, superiore diretto del frate, affinché gli ordinasse per obbedienza, di continuare a seguire le loro prescrizioni. Il 1°luglio 1959, Padre Pio mentre celebrava la Messa, contro il parere dei medici, per l’inaugurazione della nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie, da lui fatta progettare all’architetto molisano Giuseppe Gentile, fu colpito da un collasso, che non fu cardiocircolatorio, come in un primo momento ebbe a sostenersi. Trasportato e ricoverato d’urgenza presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, immediatamente venne sottoposto a tutti gli accertamenti del caso. Secondo il parere dei medici, la salute di Padre Pio peggiorava. Alla malattia, peraltro, si aggiungeva una vita sacrificata, con privazioni che lo avevano molto indebolito nel fisico. In un consulto segreto, che avvenne nel convento di San Giovanni Rotondo, quattro illustri medici, il professor Antonio Toniolo, il professor Pietro Valdoni, il professor Antonio Gasbarrini e il professor Luigi Puntoni, erano rimasti molto turbati dalla lettura delle radiografie riguardanti il santo frate. Altri quattro clinici visitarono, successivamente il Santo del Gargano. Il professor Barisi, all’epoca direttore di Casa Sollievo, il professor Gusso, vicedirettore della stessa, il professor Lucentini, primario di medicina interna, e il cardiologo, professor Sala. I sanitari effettuarono nuovi interventi estrattivi del liquido pleurico, poiché il frate continuava a star male. Il Cardinale Federico Tedeschini giungeva da Roma, per benedire il 1° luglio 1959 la nuova chiesa, consacrarne l’altare, e deporre sul capo della Madonna della Grazie una corona dorata. In quei giorni, il Cardinale Tedeschini si recò all’ ospedale Casa Sollievo a far visita al frate. Padre Pio si commosse molto per l’affettuoso interessamento del porporato. Nel frattempo, l’iniziale affezione bronchiale era degenerata per il futuro Santo, in pleurite e poi in tumore della pleura, cioè della membrana che ricopre i polmoni. Dal 25 aprile del 1959, la statua della Madonna di Fatima, era in sorvolo sull’Italia. Come se la Madonna volesse benedire nuovamente l’intera nazione, stella del Mediterraneo, nel rinnovo della consacrazione al suo Cuore Immacolato, avvenuto circa sessant’anni addietro. Il simulacro della Vergine aveva già visitato molte città italiane del Nord, proseguendo poi il suo cammino in altre città capoluogo del sud, tra le quali Salerno, il Santuario di Pompei, Caserta, Benevento, Pescara e Campobasso. Il 5 agosto 1959, l’elicottero con a bordo il simulacro della Madonna, giungeva a Foggia. Si fermò anche in alcuni centri della provincia di Foggia, per delle catechesi tenute da sacerdoti. Il giorno seguente, il 6 agosto 1959, la statua della Madonna di Fatima, raggiunse San Giovanni Rotondo, accolta da oltre ventimila fedeli. Il 6 agosto 1959, verso le ore 19.30, l’elicottero riparte da San Giovanni Rotondo per recarsi a Bari, onde poi raggiungere nei giorni seguenti Lecce, Taranto, Catanzaro e Messina, e terminare il suo ultimo saluto alla nazione a Trieste. Il velivolo sorvola per tre volte il convento di Padre Pio. Il Santo, seriamente malato, con le lacrime agli occhi, rivolgendosi alla statua della Madonna, Le dice: “Madonna mia, sei venuta in Italia e sono caduto malato, mo’ te ne vai e mi lasci in queste condizioni?”. La Madonna quel giorno stesso lo guarirà e lo restituirà alla sua missione.

11) Perché il Terzo Segreto di Fatima si collegherebbe al libro dell’Apocalisse?

Il libro dell’Apocalisse fu scritto da San Giovanni apostolo. Narra della visione che l’apostolo ebbe nell’isola di Patmos, un’isola nel Mar Egeo, dove Giovanni fu deportato e imprigionato a causa della parola di Dio. È il settantaduesimo Libro della Bibbia. È un libro profetico ed escatologico. Un libro che incrocia i destini del mondo e il destino ultimo dell’uomo. Il libro dell’Apocalisse è la Rivelazione di Dio connessa agli eventi degli ultimi tempi. In antitesi ad esso vi è il Libro della Genesi. I due Libri, Genesi ed Apocalisse, rappresentano l’Alfa e l’Omega. L’inizio e la Fine dei tempi. A partire dal 2000, si è registrata un’esplosione di interesse per il libro dell’Apocalisse, a tutti i livelli: dagli studiosi della Bibbia al lettore occasionale. Anche il Terzo Segreto di Fatima riguarda i destini del mondo, e per tal identica ragione, si collega per certi aspetti, al libro stesso dell’Apocalisse. Gli accadimenti preannunciati dalla Vergine a Fatima sono già profeticamente contenuti nel libro dell’Apocalisse. Dobbiamo precisare a riguardo, esservi tre ipotesi accreditate. Secondo alcuni studiosi, il libriccino che l’Angelo descritto nel decimo capitolo del libro dell’Apocalisse, stringe tra le sue mani, è il Vangelo. Altri ritengono che quel libriccino contenga le rivelazioni dei Sette Tuoni, rivelazioni che Dio vuole siano ancora sigillate e non fatte conoscere. Altri studiosi ancora, ritengono che il ‘libriccino’ nelle mani dell’Angelo, rappresenta semplicemente la parte finale dell’Apocalisse, arricchita da dettagli e particolari riguardanti le lotte della Chiesa e la vittoria finale dei credenti in Gesù Cristo. Queste sono le testuali parole dell’apostolo Giovanni, riportate nel libro dell’Apocalisse: “E vidi un altro angelo forte che scendeva dal Cielo, ravvolto in una nube, e l’iride era sul suo capo, e il suo volto era come il sole, e le sue gambe come colonne di fuoco, e aveva nella sua mano un libriccino aperto. Poi una voce disse all’apostolo Giovanni di andare dall’Angelo e farsi consegnare il piccolo libro”. “E andai dall’Angelo dicendo che mi desse il ‘libriccino’. E l’Angelo mi disse: prendilo e divoralo. Amareggerà il tuo ventre ma nella tua bocca sarà dolce come il miele.”. “E presi il libro dalla mano dell’Angelo e lo divorai. Ed era nella mia bocca dolce come il miele. Ma divorato che l’ebbi ne fu amareggiato il mio ventre.”. Gli eventi che la Madonna avrebbe descritto a Fatima ai pastorelli sono di portata planetaria. Riguardando molto da vicino, la Chiesa, i suoi ministri, il popolo di Dio e l’umanità intera.

12) Come si spiega il collegamento tra Padre Pio, il libro dell’Apocalisse e il Terzo Segreto di Fatima?

Il collegamento si spiegherebbe in due passaggi. Il primo passaggio: Padre Pio conosceva perfettamente il Terzo Segreto di Fatima, e quali sarebbero state le conseguenze per il mondo, per la Chiesa, per la fede e per l’umanità. Il secondo passaggio: nel Terzo Segreto di Fatima, la Madonna predisse eventi riguardanti il mondo e collegati principalmente alla Chiesa, al futuro della Chiesa e ai suoi ministri. Uno di questi eventi, potrebbe collegarsi proprio alla evoluzione della ricerca tecnologica e scientifica. La scienza potrebbe, mediante una rivoluzionaria scoperta, traguardare livelli tecnologici talmente elevati, da indurre ingannevolmente gli uomini a cancellare dalla mente umana Dio, e l’idea di essere una sua creatura. In virtù di ciò, il pericolo maggiore per l’umanità sarebbe duplice: un raffreddamento dell’amore nei confronti del Creatore, e un possibile svisamento dei veri dogmi della Chiesa, cui potrebbe far seguito un’apostasia senza precedenti dei suoi pastori. Padre Pio ricordava che il mondo poteva stare anche senza il sole, ma non poteva stare senza la Messa. Ciò significava, nell’intento del frate, che il mondo non può vivere rifiutando l’amore di Dio. Suor Lucia, nella stesura del segreto avvenuta nel 1941, ricopiò alcune parti, aggiungendovi una sibillina trascrizione. E cioè: “In Portogallo si conserverà il dogma della fede.”. Questa trascrizione potrebbe significare che nel mondo, la conservazione della vera fede, e dei veri dogmi della fede cristiana, sarebbe in futuro pressoché certa solo in Portogallo. È legittimo pensare che, l’oggetto del Terzo Segreto di Fatima, possa riguardare proprio la fede. Mentre in Portogallo i veri dogmi della fede si custodiranno nella loro purezza, immuni da contaminazioni ideologiche iper-moderniste e menzognere, altrove potrebbero oscurarsi, perdersi, e smarrirsi del tutto. Dispute ideologiche di pensiero, ed eccessive litigiosità interne alla Chiesa stessa, partorirebbero l’apostasia dei consacrati. La chiesa, attaccata e dissacrata da sistemi atei, perdendo la sua unità, verrebbe ad essere quasi del tutto cancellata dal mondo, al punto da ridursi ad un piccolo gregge. Sarà questo piccolissimo gregge a rimanere fedele alla Verità proclamata da Gesù Cristo. Sarà solo con questo piccolo gregge, che il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Da questo piccolo gregge, ripartirà una nuova umanità, che inizierà a costruire una nuova Era di pace e di amore. Secondo alcuni studiosi, una parte del segreto di Fatima, cioè la Terza parte, potrebbe essere stata volutamente omessa, sostituita e addirittura abilmente occultata, poiché citerebbe accadimenti sconvolgenti in tal senso. Questa parte del segreto, non sarebbe mai stata letta, per comprensibili ragioni diplomatiche. Papa Benedetto XVI precisò a Fatima, il 13 maggio 2010, che il messaggio della Madonna è un messaggio attualissimo perché riguarda il destino del mondo. Da papa Paolo VI in poi tutti i papi si recarono a Fatima. Un particolare emerge a riguardo: gli ultimi tre papi, in ordine cronologico, cioè Papa Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI e papa Francesco si sono recati sia a Fatima, sia a San Giovanni Rotondo, a pregare sulla tomba di Padre Pio.  

13) Lei ha detto innanzi, che da Paolo VI in poi, tutti i pontefici sono andati in visita a Fatima. Giovanni Paolo I non si recò a Fatima, non ebbe tempo per andarci.

Vero. Non andò a Fatima da pontefice. Ma vi andò quando era cardinale. Si recò a visitare i luoghi dell’apparizione il 10 luglio 1977. Esattamente 13 mesi prima della sua elezione a pontefice, che avvenne il 23 agosto 1978. In quella visita ebbe modo di parlare con la veggente di Fatima, Suor Lucia dos Santos, la quale nel colloquio dell’11 luglio, gli predisse due cose. La prima fu che sarebbe divenuto pontefice, la seconda predizione fu che, qualche giorno dopo la sua elezione al soglio pontificio, sarebbe morto. Così avvenne. Infatti, il pontificato di Papa Albino Luciani, cioè di Giovanni Paolo I, durò soltanto 33 giorni. La Madonna non scelse un giorno qualsiasi per apparire a Fatima. E non apparve a Fatima di sua iniziativa. La Madonna vive nella Trinità, e le sue apparizioni avvengono sempre per permissione di Dio. L’apparizione di Fatima avvenne in località Cova di Iria, in un giorno salvifico. Il giorno 13, infatti. è il giorno in cui il re Assuero, come si legge nel Libro di Ester, voleva distruggere e cancellare per l’eternità, il popolo di Israele. Il numero 13 indica un tempo di salvezza per l’umanità e per la storia dell’umanità. Anche don Dolindo Ruotolo parlò in un suo scritto dedicato al libro dell’Apocalisse, di una grande evento che attende l’umanità.

14) In che occasione don Dolindo accennò a questo evento?

Don Dolindo Ruotolo, era un sacerdote napoletano. nato a Napoli il 6 ottobre 1882. Morì il 19 novembre 1970 nella sua città natale, in concetto di santità. La data della morte di don Dolindo è pressoché coincidente con il 27 novembre 1970, giorno che stava per costare la vita a Paolo VI nella sua visita a Manila, nelle Filippine. Don Dolindo Ruotolo scrisse “Il Commento alla Sacra Scrittura”, un’opera in 33 volumi. In uno di questi volumi, scritto nel 1944, il sacerdote fece riferimento al libro dell’Apocalisse, riferendosi a un grande evento che purificherà il mondo. Don Ruotolo richiama una grande tribolazione che purificherà il mondo, già profetata nel ‘libriccino’ mostrato dall’Angelo nel decimo capitolo del libro dell’Apocalisse. Padre Pio era solito ricordare ai napoletani che si recavano da lui a San Giovanni Rotondo: “Perché venite da me, se a Napoli avete Don Dolindo?”. Padre Pio e don Dolindo si incontrarono a San Giovanni Rotondo nell’autunno del 1953. In quell’incontro don Dolindo chiese a Padre Pio di poterlo confessare, ma Padre Pio gli rispose che non aveva tempo da perdere, alludendo al fatto che il sacerdote napoletano non aveva bisogno di alcuna confessione.  In quella circostanza il frate rivelò a don Dolindo che era stato già benedetto dal Cielo: “Il Paradiso è già nella tua anima.”. Questa fu la risposta del Santo a don Dolindo. Padre Pio si manifestò anche ad una suora, attraverso una fotografia, sulla quale si impresse inspiegabilmente la sua immagine. In quella fotografia, il frate di Pietrelcina, stringeva tra le sue mani un ‘libriccino’ aperto. Secondo alcuni potrebbe essere il libriccino che l’Angelo descritto nell’Apocalisse stringeva fra le mani, altri ritengono invece essere quel piccolo opuscolo un piccolo ‘libriccino’ scritto da un figlio spirituale, Luigi Gaspari, che sarebbe considerato come il testamento di Padre Pio. 

15) Quando apparve l’immagine di Padre Pio sulla fotografia scattata dalla religiosa?

Il 22 novembre 1996, due suore e un vescovo indiano, dal Brasile si recano a San Giovanni Rotondo in pellegrinaggio da San Pio. Dopo aver celebrato la Messa, le due suore e il prelato scendono nella cripta del convento di Santa Maria delle Grazie a far visita al frate. Successivamente, ai religiosi viene aperta la porta della cella di Padre Pio. Vi entrano e sostano silenziosi al suo interno. Ad un certo punto suor Marta Lombardi, questo il nome della religiosa, appartenente all’Ordine delle Pie Operaie di San Giuseppe, all’epoca 55enne, prende la macchina fotografica e scatta delle foto all’interno della cella, in ricordo di quella visita. Infatti, subito dopo i religiosi ripartiranno per il Brasile. Suor Marta scatta dunque alcune foto. Ritornata in Brasile e dopo qualche tempo fa sviluppare il rullino. Nessun altro toccò la sua macchina fotografica, rimasta custodita nel frattempo nel cassetto della sua stanza. Suor Marta si accorge che in una delle foto si nota nitidamente Padre Pio seduto su una poltrona che tiene tra le sue mani un ‘libriccino’. La suora cerca razionalmente una spiegazione. Una spiegazione che non trova, semplicemente perché non c’è. Avvisa subito i suoi superiori. La fotografia giunge in Italia, a Foggia, e viene fatta subito visionare per accertare che non si tratti di un abile fotomontaggio. Franco Cautillo, un esperto fotografo di Foggia, oggi settantenne, effettua un’accurata analisi del materiale fotografico a lui presentato. I genitori di Franco Cautillo, Rocco e Italia Mazzeo, erano anch’essi esperti fotografi. La diagnosi di Franco Cautillo è perentoria. Nessuna manomissione fu operata sulla fotografia e sul rullino. Non vi è stato nessun fotomontaggio. Venne stilata una dettagliata relazione tecnica che viene inserita negli atti del processo di beatificazione di Padre Pio. Nella foto appare nitidamente il Santo seduto su una poltroncina con un quadernetto tra le mani. Verosimilmente, secondo alcuni, è il “Quaderno dell’Amore”. Il fotografo Franco Cautillo, circa venti anni dopo aver visionato quella fotografia, fu miracolato da Padre Pio. Sessantacinque anni fa, quando aveva sette anni, Cautillo, nativo di Sant’Agata di Puglia, un paesino in provincia di Foggia, inavvertitamente bevve dell’acqua da un bicchiere dove prima si era abbeverato un gatto. Ciò diede vita all’insorgenza, nella parte destra dell’addome, di una cisti di echinococco. La cisti gli fu asportata nella clinica San Francesco di Foggia. Nel 2016 Cautillo si accorse di un gonfiore nella parte destra dell’addome. Avvertiva maggiore stanchezza e una maggiore spossatezza. Da accertamenti, cui si sottopose, i medici gli riscontrarono una disfunzione cardiaca, e gli consigliarono l’applicazione di un tubicino che consentisse un miglior deflusso del sangue in una vena, che agli esami radiografici si era ristretta rispetto alle altre. Durante l’intervento per applicare il tubicino, i medici si accorsero che nell’addome Cautillo aveva delle garze. Le aveva portato per sessantacinque anni nell’addome senza saperlo. L’esperto fotografo avvertiva lo sguardo di Padre Pio su di sé. Come se Padre Pio gli sussurrasse non soltanto che le garze erano ancora all’interno del suo addome, ma al contempo, che era giunto anche il momento di rimuoverle, per evitare a Cautillo nefaste conseguenze. Un papa si lega in modo particolare al frate del Gargano, fu Paolo VI.

16) Perché papa Paolo VI? Paolo VI e Padre Pio si conobbero di persona?

No. L’unico pontefice che conobbe Padre Pio di persona, ma non nelle vesti di Vescovo di Roma, fu Karol Wojtyla. Ad onor del vero, il Santo frate ebbe una profondissima stima per tutti i pontefici del suo tempo: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. Tra Paolo VI e Padre Pio intercorse una corrispondenza epistolare. Paolo VI fu un pontefice molto vicino a Padre Pio. Il papa lombardo stimava e apprezzava moltissimo il virtuoso confratello di San Francesco d’Assisi. Padre Pio sapeva bene che il Cardinal Montini sarebbe diventato un giorno il successore di papa Giovanni XXIII. Qualche tempo prima, lo aveva riferito apertamente ad un suo confratello. Molte tangenze storiche, legano Padre Pio a Paolo VI, anche prima di quel 21 giugno 1963, quando la sua elezione, lo portò a divenire Vescovo di Roma e 262° successore di San Pietro di Betsaida. Paolo VI, in sintonia con la richiesta della Madonna espressa a Fatima, memore dei concitati giorni della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, tra Kennedy e Krusciov, vissuti dal suo predecessore, e cioè papa Giovanni XXIII, il 21 novembre 1964, consacrò la Russia alla Madonna. Rinnovando le due precedenti consacrazioni di un altro suo predecessore, cioè papa Pio XII.  Papa Pacelli, il 31 ottobre 1942, con la Seconda guerra mondiale in atto, consacrò la Chiesa e l’umanità al Sacro Cuore di Maria, cui seguì tempo dopo la sconfitta del nazismo. Il 7 luglio 1952, Pio XII consacra alla Madonna tutti i popoli della Russia. Nel 1971, divenne famosa la storica e coincisa affermazione di Paolo VI su Padre Pio. Tale affermazione oggi è scolpita sul quadro marmoreo, posto nella cripta del Convento di Santa Maria delle Grazie, a San Giovanni Rotondo: “Guardate che fama ha avuto! Che clientela mondiale ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo, perché era un sapiente, perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore.”. Nello svolgimento della sua missione pontificia, Papa Montini fu energico e concreto. Il suo discorso all’O.N.U., tenuto a New York, il 4 ottobre 1965, proprio nel giorno della ricorrenza di San Francesco d’Assisi, risuona oggi più forte più che mai: “Mai più la guerra.”. Un’affermazione che oggi scuote, ammonisce, riecheggia dirompente a distanza di 58 anni, al cospetto dei potenti della terra. Attraversando come una lama tagliente i nostri giorni, che paventano l’esplodere della Terza guerra mondiale e della concreta minaccia atomico-nucleare. Paolo VI viaggiò nei cinque continenti. Sfiorò il viaggio in Cina. Viaggiò pellegrino in Terra Santa, e per primo si recò in terra di Palestina. Nel 1967, Paolo VI si reca a Fatima. È il 13 maggio 1967. È la prima volta in cui, ufficialmente, un pontefice si reca di persona nel luogo della più profetica apparizione mariana della storia, e dell’unica apparizione mariana nella storia, preceduta da un Angelo. A Manila, nel 1970, Paolo VI rischia la vita. Fu la prima volta nella storia che si cercò di assassinare un pontefice. Un pittore travestito da sacerdote non riesce nell’intento di colpirlo a morte con un pugnale, mimetizzato in un crocifisso. Tuttavia, l’attentatore gli infligge ferite al collo e al torace. In una lettera scritta a Padre Pio il 20 giugno 1960, quando era ancora cardinale, il futuro Paolo VI porge al frate del Gargano, le sue personali felicitazioni per il cinquantesimo anno di sacerdozio. Padre Pio nel leggere la lettera del futuro pontefice si commuove e scoppia in lacrime. Un episodio, ancor più significativo, lega indissolubilmente Padre Pio al santo di Concesio. Esattamente 11 giorni prima della sua morte, Padre Pio scrive una lettera a Paolo VI. È il 12 settembre 1968. In quella lettera, Padre Pio ringrazia Paolo VI, e offrendo la sua preghiera e la sua sofferenza, affinché egli prosegua la sua missione pontificia in strenua difesa della Chiesa, gli chiede che essa, pur rinnovandosi nello spirito, dovrà rimanere povera, ed al contempo, austera osservante di regole e costituzioni. In sostanza, 11 giorni prima di morire, Padre Pio predisse al pontefice futuri cambiamenti degli assetti della Chiesa, Detti mutamenti sarebbero stati favoriti dall’ingresso di ideologie moderniste all’interno della Chiesa, provocando l’allontanamento dalla sua secolare tradizione e generando intiepidimenti della fede. Paolo VI, quasi a conferma di quella predizione, nella famosissima omelia da lui tenuta a Roma in Piazza San Pietro, il 29 giugno 1972, in occasione della ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, pronunciò un’espressione sibillina, rimasta scolpita nella storia e nella memoria collettiva. Un’affermazione incredibilmente attuale: “Ho la sensazione, che da qualche fessura, il fumo di Satana sia entrato anche nel Tempio di Dio”. In un piccolo manoscritto redatto da un figlio spirituale di Padre Pio, e cioè Luigi Gaspari, si legge un passaggio profetico in cui sono riportate delle parole rivelate da Gesù. Ecco le parole riportate in quel piccolo opuscoletto manoscritto, che concretamente, potrebbero riassumere le ragioni salienti degli eventi predetti dalla Madonna nel Terzo Segreto di Fatima, e forse mai lette finora: “I castighi non li provoco Io. Non sono Io a mandarveli. Siete voi a provocarli per l’uso sbagliato che fate delle cose create e delle vostre vite. L’Amore che negate a Me sottrae amore a voi stessi e alle stesse cose che ho creato per voi. L’assenza del mio amore in voi è assenza di amore tra voi. È odio che vi gela, che vi fa sanguinare e poi vi fa morire.”.

          Intervista raccolta da  Giuseppe Maiello.

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