L’8 marzo non è la festa della donna

Non chiamatela Festa della donna, per carità! Giornata internazionale della donna questa è la definizione giusta per l’8 marzo; lo scopo della sua istituzione è un invito alla riflessione sulla condizione della donna per cercare di eliminare tutti gli ostacoli che impediscono la sua piena realizzazione in un clima di ampia libertà. Nonostante siamo nel 2023 nel mondo esistono realtà sconvolgenti di limitazione della libertà specie in alcuni Paesi del Medio Oriente dove nascere donna significa davvero essere condannata ad una vita scelta dai padri e dai mariti sposati in tenera età spesso molto più grandi di loro. Molte bambine/spose muoiono per le conseguenze di atti sessuali cui il loro corpo non è ancora pronto o per i ripetuti parti che devono affrontare non potendo scegliere se e quanti figli avere; non posso studiare né camminare da sole per la strada. In Italia la donna, a rigor di legge e grazie alle lotte di tante attiviste dei decenni passati, ha raggiunto quella che viene definita Pari opportunità rispetto all’uomo. Il problema è che se, a livello governativo, esiste un ministero deputato a concretizzare nei fatti la piena parità e se a livello decentrato esistono le assessore ( ho scritto giusto, le assessore; il linguaggio deve usare le giuste definizioni al femminile ) che si occupano delle problematiche di differenza di genere significa che anche qui da noi, per quanto molto più libere di decidere cosa fare della nostra vita, in realtà tante “cose” ancora non vanno come dovrebbero andare. Ancora troppa disparità in tante piccole/grandi “cose” in ambito familiare, sociale, politico e lavorativo. Il peso della famiglia, specie quello della cura dei minori e degli anziani grava solo o, in maniera preponderante, sulle spalle della componente rosa di casa. A livello sociale e politico troppe limitazioni , soprattutto di tipo culturale, impediscono alle donne di assurgere ai livelli apicali e, quando succede, come negli ultimi mesi che il governo, per la prima volta dal 1946, viene guidato da una donna o a capo della Corte di Assise si ritrova una magistrata, le notizie fanno scalpore e meritano i titoli di apertura dei TG. Le differenze più eclatanti si ritrovano in ambito lavorativo dove le donne già al momento del colloquio di selezione viene giudicata in base all’aspetto e al suo voler o meno essere mamma. Sul luogo di lavoro , poi, sono diffusissimi mobbing, discriminazioni, violenze psicologiche ed anche sessuali. Insomma siamo una società evoluta in ambito giuridico ma le norme non servono a debellare pregiudizi e vecchie forme di prevaricazione dei maschi sulle donne. Per questi motivi e per tanti altri oggi riflettiamo su questi fenomeni e parliamone sempre di più. La festa della donna è un’invenzione commerciale per i fiorai, i ristoranti ed i locali che stasera accoglieranno le donne giovani o meno giovani nella loro serata di finta libertà perché chi esce solo stasera ha una libertà limitata nel tempo.
Teresa del prete