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INDIA-PAKISTAN SUL PIEDE DI GUERRA
SALE LA TENSIONE

“Operazione Sindoor” è il nome dato all’attacco missilistico dell’esercito indiano verso le “infrastrutture terroristiche” presenti in Pakistan.
Sono state colpite principalmente tre aree: Muzaffarabad e Kotli, nel Kashmir amministrato dal Pakistan, e Bahawalpur nella provincia pakistana del Punjab.

L’attacco indiano in Pakistan, avvenuto nella notte tra il 6 e 7 maggio, è una risposta all’attacco terroristico del 22 aprile, avvenuto a Pahalgam nella regione del Jammu e Kashmir, amministrata dall’India. A rivendicare l’attacco, che ha provocato almeno 26 morti, era stato il gruppo terroristico “Fronte della Resistenza”, una frangia affiliata al gruppo pakistano “Lashkar-e-Taiba”, secondo l’India sostenuto dal governo del Pakistan.
La risposta dell’India ha provocato almeno 30 morti e la distruzione di 9 campi di addestramento dei terroristi, secondo il governo indiano.

Mentre il governo di Islamabad dichiara di aver abbattuto 5 aerei militari indiani.
Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha affermato che “l’atroce atto di aggressione non rimarrà impunito”.

Si riaccende insomma la miccia del Kashmir, zona storicamente contesa dai due governi sin dal 1947. Sulla base dei precedenti e della natura dell’Operazione Sindoor, un’escalation su larga scala sembra comunque improbabile. L’India si è impegnata a mantenere l’attacco su obiettivi non militari ma legati a gruppi terroristici.

C’è preoccupazione nel mondo, la diplomazia mondiale si è attivata sin da subito per evitare un escalation tra i due Governi.

Gennaro Mallozzi