Il Ponte di Ognissanti: Riflessioni su Velocità e Dimenticanza
Il Ponte di Ognissanti, tradizionalmente un momento di raccoglimento e memoria, sta assumendo connotazioni sempre più complesse. In passato, le famiglie si riunivano nei cimiteri, condividendo il dolore per la perdita dei propri cari. Oggi, invece, si percepisce un’accelerazione dei ritmi di vita che sembra influenzare anche il modo in cui affrontiamo la morte.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una diminuzione della presenza nei cimiteri, durante questi due giorni significativi, questa mancanza di partecipazione, soprattutto tra i giovani, si è fatta sentire molto e ha generato un profondo dispiacere. I defunti vengono pianti in un attimo, ma poi, spesso, sembrano cadere nell’oblio. Ci si domanda: perché succede questo?
La nostra società è caratterizzata da un’incessante ricerca di velocità e di immediato. Siamo costantemente bombardati da stimoli, informazioni e distrazioni. In questo contesto, il lutto e la commemorazione sembrano perdere spazio, relegati a momenti fugaci in un’esistenza frenetica. Questo non è solo un segno di superficialità, ma anche una conseguenza di una cultura che sembra sempre più disconnessa dalle emozioni e dai legami affettivi.
Personalmente credo che l’aumento della violenza e dell’insicurezza nel mondo contemporaneo, dipende da questa dimenticanza di valori. Quando la vita è percepita come precaria, può diventare difficile affrontare la morte con la dovuta gravità. Il dolore per la perdita, si somma a un senso di impotenza, rendendo difficile dedicare tempo a una commemorazione profonda e rispettosa.
Il ponte di Ognissanti dovrebbe essere un momento di pausa, non solo per ricordare, ma anche per riflettere su come viviamo le nostre vite, le nostre relazioni.
Non possiamo permettere che i nostri cari diventino solo un ricordo fugace.
Onorare i nostri defunti è fondamentale per mantenere viva la memoria, ma anche per preservare il senso di comunità e di appartenenza che queste tradizioni portano con sé. La sfida è trovare un equilibrio tra il desiderio di vivere esperienze alternative e la necessità di ricordare.
È fondamentale connettersi con le proprie radici e trasmettere poi questi valori alle generazioni future.
Sarebbe interessante aprire spazi di discussione sulla morte e sul lutto, affrontando questi temi in modo aperto e sincero, anche attraverso eventi e laboratori che potrebbero avvicinare le persone alla tradizione in modo nuovo e coinvolgente.
Stefano Canciello
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