I 40 giorni della Quaresima: il loro significato e non solo

Siamo giunti alla prima domenica di Quaresima ed è bene rispolverare le nostre conoscenze o coprire eventuali falle in merito a questi 40 giorni che, iniziati mercoledì delle Ceneri, termineranno il giovedì Santo.
Il significato di questo periodo come tempo di preparazione lo abbiamo esposto nell’articolo precedente di questa Rubrica, ora ci soffermeremo, invece, sul perché della sua durata.
IL numero 40 ricorre sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Facendo un veloce exursus scopriamo che sono tanti i giorni che Gesù trascorre nel deserto dopo il battesimo nel fiume Giordano e 40 sono i giorni del diluvio universale; anche Mosè resta 40 giorni sul monte Sinai e il popolo di Israele impiega 40 anni prima di raggiungere la Terra Promessa. Nei Vangeli, inoltre, sono quaranta i giorni durante i quali Gesù compare quale Dio Risorto e istruisce gli apostoli prima di ascendere al cielo.
Volendo attualizzare l’uso ricorrente di questo numero e rivolgendo lo sguardo al mondo laico e ai tempi attuali ci accorgiamo che il significato di 40 giorni quale periodo di “ allontanamento” o di “disintossicazione” permane oggi nelle procedure sanitarie quale periodo di isolamento prima di poter riprendere la vita pratica dopo il contagio di malattie contagiose. Nella prassi il termine può indicare anche un periodo imprecisato e non necessariamente 4 decine di giorni. Infine, concludiamo col dire che la parola quarantena può significare anche mettere momentaneamente da parte qualcosa per poi riprenderla in altre circostanze. Pure in questo caso vale la logica di periodo che ha un inizio ed una fine nel distanziarsi e poi riavvicinarsi ad un qualcosa proprio come si fa nella Quaresima quando siamo invitati a sospendere il consumo illimitato di carni ed altri comportamenti eccessivi.


Teresa Del Prete