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Habemus Papam: Leone XIV. Un ponte di pace, il primo Papa statunitense. Editoriale di Mena Cristiano

Non riesco ancora a contenere la mia emozione. Oggi, 8 maggio 2025, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, abbiamo ricevuto un dono che sento profondamente un po’, anche come risposta alle mie preghiere. Abbiamo un nuovo Papa: Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, un agostiniano americano che è diventato Vescovo di Roma nel cuore della primavera mariana.

Quando la fumata bianca ha tagliato il cielo sopra la Cappella Sistina, è esplosa una gioia incontenibile. E poi, il silenzio carico di trepidazione. Quando è apparso alla Loggia delle Benedizioni, e ha pronunciato le sue prime parole: “Pace a voi”, le stesse che Gesù Risorto rivolse ai discepoli, ho pianto.
Quelle parole credo sono risuonate nel cuore di tutti, una chiamata alla pace, alla fratellanza, al dialogo. E mentre parlava, ho sentito che non è una rottura col passato, ma una continuità feconda.
Papa Leone XIV ha raccolto l’eredità spirituale di Papa Francesco, quella fatta di prossimità, di attenzione agli ultimi, di ponti costruiti invece di muri innalzati.

Mi ha commossa profondamente quando ha detto:

“Cerchiamo di costruire ponti attraverso il dialogo, non muri.”
Questa è l’anima del suo pontificato: un Papa costruttore, che vuole unire mondi, culture, popoli. E il fatto che, dopo aver parlato in italiano, abbia rivolto un saluto in spagnolo a tutta l’America Latina, è stato un gesto carico di amore e di appartenenza. Un Papa americano che parla al mondo intero, un Papa Agostiniano che sceglie di pregare un Ave Maria insieme al popolo di Dio

Ma il cuore non basta. È importante sapere anche chi è questo nuovo Papa.
Nato a Chicago nel 1955, è stato missionario in Perù, dove è stato a lungo Vescovo, a stretto contatto con il popolo. È un religioso agostiniano, e questo già dice molto della sua spiritualità: introspezione, ricerca della verità, comunità.
È laureato in diritto canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) e ha ricoperto incarichi importanti nella Curia Romana, fino a diventare prefetto del Dicastero per i Vescovi, sotto Papa Francesco. Un uomo di Chiesa, ma soprattutto un uomo di ascolto.

Chi lo conosce lo descrive come equilibrato, mite ma deciso, profondamente pastorale, capace di coniugare dottrina e misericordia. È uno che non ama i riflettori, ma che sa parlare al cuore delle persone. E oggi ha parlato a tutti noi.

Io non avrei potuto desiderare un Papa più adatto a questo tempo. Un tempo segnato da guerre, da muri, da parole che feriscono. Un tempo che ha bisogno di ponti, di mani tese, di voci credibili che sappiano unire.
Leone XIV, sembra essere tutto questo. E sono convinta che lo Spirito Santo ci abbia sorpreso ancora una volta, scegliendo non solo un americano, cosa che nessuno si aspettava, ma un figlio di Sant’Agostino, formato nell’umiltà, che sa parlare a tutti. A colpirmi sono stati anche i suoi occhi lucidi e profondi di fronte alla piazza…

Oggi è un giorno che non dimenticherò mai. Non solo perché abbiamo un nuovo Papa, ma perché ci è stato donato un uomo secondo il cuore di Dio.

Lode a Dio e Grazie a Maria

Mena Cristiano