GRUMO NEVANO: VANDALIZZATA LA PANCHINA “LA SOSTA DEL RIFUGIATO” INAUGURATA STAMATTINA PRESSO LA VILLA COMUNALE

GRUMO NEVANO. Abbiamo riflettuto prima di pubblicare la notizia, abbiamo fino all’ultimo pensato che ci fosse stato un errore, che non avevamo capito bene, poi abbiamo dovuto arrenderci all’evidenza, alle foto che alcuni ospiti del centro Astalli hanno scattato nella villa comunale ed inviato alla presidente Giovanna Lauro: la panchina inaugurata stamattina in occasione della giornata del rifugiato è stata danneggiata. “Non è possibile “ ha commentato la sociologa Carmela Giametta che stamattina ha preso parte alla cerimonia. “Tristezza totale” ammette un’assistente sociale. “Avvilente” è il leit motiv dei commenti. Giovanna Lauro, presidente del Centro Astalli – che ha donato due panchine al comune, una come simbolo di integrazione in occasione della giornata mondiale del rifugiato e l’altra poi tinta di rosso dagli scout, a ricordare la condanna della violenza sulle donne – dice: “Non ho parole, questa mattina è stata una giornata bellissima, di integrazione, con la partecipazione delle istituzioni, di altre persone che hanno voluto condividere l’evento, dopo poche ore ecco che arriva la sorpresa”. Sconcertato anche l’assessore alle politiche sociali e vicesindaco Giuseppe Landolfo: “Appena dopo poche ore dalla posa di una panchina in villa comunale a ricordare la giornata mondiale del rifugiato, ignoti hanno organizzato un raid per distruggerla e dare un segnale chiaro di intolleranza. Condanno con forza questo atto che non può assolutamente infangare il nome della città di Grumo Nevano, città di accoglienza e non di esclusione sociale. Spero che le forze dell’ordine possano identificare gli autori di questo atto vandalico”. Al centro Astalli però evidenziano che Grumo è una città inclusiva e che l’ipotesi più probabile sia che una banda di giovanissimi balordi abbia vandalizzato la panchina. Ipotesi non peregrina visto che da alcuni mesi una baby gang si è impadronita degli spazi pubblici, ricordiamo i disturbi notturni alle quiete pubblica in piazza Miele di fronte al comando di polizia locale dove non hanno esitato a prendere a pallonate la gigantografia delle vittima innocente di camorra a cui è dedicata la piazza. Senza contare le scorribande con motorini. Altro teatro di esibizione del gruppo di balordi, piazza Pio XII, di fronte al sagrato della chiesa. Immortalate dalle telecamere le bravate. Alcuni sono stati fermati anche dai carabinieri. Sono però minori. E’ una questione di cultura: tutto ciò che è pubblico non è di nessuno e si può distruggere. La vera rivoluzione culturale deve cominciare dalla famiglia, che è la vera responsabile del comportamento del figlio. Atteggiamenti che si riverberano anche in classe. Una piaga che dilaga e che non può essere risolta se non identificando gli autori, che sono minori, e sanzionando economicamente le famiglie. Senza sconti. Per questi comportamenti non serve detenzione, non servono schiaffi, ma è necessario toccare le tasche dei genitori. Che chiederanno conto ai proprio figli dei comportamenti che assumono all’esterno delle loro abitazioni. E puoi darsi solo allora che avranno rispetto per tutto ciò che è pubblico. Naturalmente occorre più sorveglianza anche elettronica.