GRUMO NEVANO. Il Consiglio comunale di Grumo, vota a maggioranza per la trasformazione dell’Ambito 17 in Azienda. La decisione arriva a circa 10 giorni da quella del comune di Frattamaggiore. Ecco la relazione dell’assessore alle politiche sociali, Giuseppe Landolfo
GRUMO NEVANO. La relazione integrale del vicesindaco ed assessore Giuseppe Landolfo: “Prima di aprire la discussione nel merito della proposta, volevo puntualizzare alcuni aspetti che nei mesi precedenti hanno caratterizzato la redazione della bozza dello Statuto e dell’Atto Costitutivo con la Convenzione che da qui a breve sarà posta ai voti dell’assemblea e un chiarimento rispetto al parere dei revisori contabili. A tal fine volevo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla stesura degli atti, a cominciare proprio dai Consiglieri comunali che hanno proposto le varie osservazioni per la quasi totalità accolte dal tavolo dei Segretari Comunali, e mi riferisco in particolare al Consigliere Aldo Chiacchio e alla Consigliere Susy Liguori i quali, accogliendo la mia richiesta di analisi delle bozze che formano Statuto e Convenzione, hanno contribuito ad integrare e modificare alcuni articoli. Così come vorrei ringraziare il presidente della Commissione Consiliare di riferimento Ciro Gervasio il quale, consapevole dei tempi ristretti per poi poter andare in Consiglio comunale in tempo utile prima del 31.12.2021, appena insediatosi ha convocato i componenti della commissione per discutere della nascita del nuovo strumento di gestione dei servizi socio assistenziali qual’è l’Azienda Consortile Speciale che, se sarà accolta positivamente dal voto di stasera, andrà a sostituire la precedente Convenzione. E’ dallo scorso mese di maggio che questo assessorato cui mi onoro di rappresentare, ha posto in essere tutte le azioni possibili per mettere a conoscenza di tutti i Consiglieri Comunali, le varie fasi e gli atti prodotti al tavolo del Coordinamento Istituzionale dei 5 Comuni che formano l’Ambito 17, inviando ad ognuno, i documenti necessari per un’attenta lettura ed analisi della bozza di Statuto, Convenzione e Piano Finanziario pur non potendo contare sulla Commissione che non era ancora formata, e permettetemi di dire inoltre che tra i 5 Comuni, siamo stati l’unico Ente ad organizzare un convegno pubblico in questa sala consiliare con esperti della materia che hanno dato un importante contributo alla conoscenza e alle osservazioni emerse durante l’incontro. In tanti mi hanno chiesto e si chiedono per quale motivo i Comuni dell’Ambito 17, dopo un ventennio dalla nascita a seguito della legge 328, hanno deciso di cambiare lo strumento di gestione in Azienda Consortile Speciale, puntando l’indice su tre problematiche fondamentali: costi di gestione, l’organico e i debiti dei Comuni verso quello capofila accumulati dall’attuale gestione. L’attuale forma associativa come tutti noi sappiamo, è priva di una veste giuridica autonoma e quindi non dispone di autonomia organizzativa e di bilancio. Purtroppo questa mancanza negli anni non ha prodotto quei risultati sperati in termini di efficienza, efficacia ed economicità nei servizi erogati. Ad esempio, con l’attuale Convenzione, la mancanza di una propria dotazione organica, non consente la presenza di personale in pianta stabile e quindi alcuna forma di stabilizzazione di personale e di conseguenza produce una stabilità critica nella continuità dei servizi erogati. Anche il solo fatto di avere un Ufficio di Piano a Frattamaggiore e la contabilità con la cassa a Sant’Antimo, ha generato non poche difficoltà operative tradotte in lungaggini burocratiche, in particolare nei rapporti con i servizi assegnati a terzi. Tra l’altro, la mancanza di una veste giuridica, impone gli enti sottoscrittori, di individuare tra di essi un Comune capofila che assume la rappresentanza legale di tutti gli enti associati, e ospita nel proprio bilancio, la gestione contabile dei servizi e delle prestazioni svolti in forma associata, compreso la titolarità di tutti i rapporti di lavoro attivati con la Convenzione attuale (sia di lavoro dipendente che autonomo), anche se finanziati con il Fondo Unico di Ambito.Ebbene la spinta verso un nuovo strumento di gestione, arriva proprio dalla volontà di tutti e 5 i Comuni, di cui tre in dissesto finanziario, di non poter e di non voler assumere il ruolo di capofila dopo la scadenza del 31.12.2021 dell’attuale Convenzione, per l’oggettiva mancanza delle condizioni ottimali dei singoli Comuni e di conseguenza, evitare un commissariamento, approfittando anche della spinta della Regione Campania in tema di premialità. Su questo aspetto, il Collegio dei Revisori ha espresso un parere condizionato agli atti che la Regione Campania dovrà adottare per il prossimo triennio relativamente ai fondi premiali agganciati alla legge regionale per i trasferimenti delle quote annuali ad ogni singolo Ambito. Premialità già prevista dalla D.G.R. n. 638 del 29/12/2020 per quegli Ambiti che si sono costituiti in Azienda entro marzo 2021, nella misura del 20% del Fondo Regionale assegnato ogni anno a copertura dei costi di gestione dell’Azienda e che sarà riconfermata. Il Piano Finanziario allegato alla delibera per la gestione dei costi dell’Azienda, tra l’altro fortemente richiesto dal nostro Ufficio Finanziario al tavolo del Coordinamento Istituzionale, prevede una premialità dalla Regione Campania di 277.000 euro a fronte di 170.000 euro di costi operativi, con un attivo di 107.000 euro che nei fatti, andrebbe a coprire ampiamente la quota pro capite dello 0,50 previsto dalla nuova Convenzione a carico di ogni cittadino dei 5 Comuni che, in totale è pari a 55.000 euro, con un avanzo finale di 52.000 euro. Per quanto concerne i costi di avviamento dell’Azienda, contrariamente al parere dei Revisori Contabili, il responsabile del settore finanziario Dott. De Biase, in Commissione consiliare ha verbalizzato che la copertura dei costi di avviamento dell’Azienda sono presenti nel Bilancio al capitolo 5.000. C’è da aggiungere ancora che oltre alla premialità della Regione, sono da considerare anche le agevolazioni statali in tema di organico per ciò che concerne le assunzioni dei profili di assistente sociale a tempo indeterminato, con la legge 178/2020, che ha introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale, definito da un operatore ogni 5.000 abitanti, ai fini di potenziare il sistema dei servizi sociali comunali, con l’erogazione di un contributo economico a favore degli Ambiti sociali territoriali (ATS), in ragione del numero di assistenti sociali impiegati e in proporzione alla popolazione residente. Il contributo, di natura strutturale fino al 2030, prevede 40.000 euro annui per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato. Quindi, se per certi versi l’Azienda Consortile Speciale potrebbe sembrare una scelta obbligata, dettata dallo stato di salute dei 5 comuni e dalla Legge Regionale 11/2007 che altrettanto obbliga i Comuni alla gestione associata dei servizi socio assistenziali e sanitari, appare principalmente una scelta di opportunità da cogliere al volo rispetto a tutte queste forme di agevolazioni che mirano ad ottenere una gestione ottimale dei servizi con efficacia, efficienza ed economicità. In questa ottica, l’Azienda Consortile Speciale – gode di autonomia imprenditoriale; ad essa è imposto l’obbligo dell’osservanza del principio di efficacia, efficienza, economicità, oltre che al pareggio di bilancio. Inoltre è dotata di personalità giuridica pubblica rispondendo delle proprie obbligazioni tramite il proprio patrimonio e non dei singoli associati, godendo di autonomia patrimoniale ed è infine, ente strumentale dell’Ente Locale, conservando dunque un carattere pubblico in termini di natura e fini sociali, dove l’Ente Locale, realizza una forma diretta di gestione del servizio pubblico e per soddisfare un’esigenza della collettività attraverso l’azienda. L’obiettivo prioritario deve essere l’aumento dei servizi alle famiglie e, con le forme consortili, questo diventa meno complicato. Le esperienze già maturate in altri Ambiti sono positive e la Regione Campania sta promuovendo queste forme associative, garantendo il massimo apporto sia amministrativo che finanziario. E’ quello che tutti noi ci auguriamo avvenga per il futuro dei servizi socio assistenziali e sanitari che interessano un bacino di utenza di circa 109.000 abitanti dei 5 Comuni che compongono l’Ambito Sociale 17, ma in primis, è quello che si augurano i cittadini di Grumo Nevano, Città storicamente sempre stata all’avanguardia nell’erogazione di servizi sociali già prima dell’avvento della Legge 328 e degli Ambiti Sociali.
L’Assessore alle Politiche Sociali
Giuseppe Landolfo