GDF FIRENZE: operazione della Dda della Procura della Repubblica di Firenze, con l’ausilio dei finanzieri fiorentini, nei confronti di un’associazione a delinquere – operante anche a Napoli – costituita da cittadini albanesi ed italiani. sequestrati beni per un valore di 2 milioni di euro.
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GDF FIRENZE: operazione della Dda della Procura della Repubblica di Firenze, con l’ausilio dei finanzieri fiorentini, nei confronti di un’associazione a delinquere costituita da cittadini albanesi ed italiani. sequestrati beni per un valore di 2 milioni di euro. Di seguito il comunicato stampa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze a firma del Procuratore Filippo Spiezia.
“Questa mattina la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Firenze,
con l’ausilio dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, ha
eseguito il decreto preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze,
emesso nell’ambito del procedimento penale inerente a un’associazione per delinquere,
costituita da cittadini albanesi e italiani, finalizzata all’appropriazione indebita aggravata e
all’ autoriciclaggio, dedita all’acquisizione di locali di ristorazione nel centro turistico della
città di Firenze. Il sequestro è indirizzato verso beni per un valore di circa 2 milioni di euro,
provento dell’appropriazione indebita e frutto del reinvestimento di proventi illecitamente
accumulati.
L’esecuzione ha interessato le province di Firenze, Napoli e Modena.
Oggetto del decreto di sequestro preventivo sono auto di lusso (due Ferrari del valore di
6000.000,00 euro), denaro contante per un ammontare pari a 476.200,00 euro, collane,
bracciali d’oro, preziosi e quote di società di due S.R.L. con sede a Firenze, proprietarie del
ramo di azienda di un “ristorante” e di un “Bar-gelateria-Caffetteria”.
Contestualmente, sono in fase di esecuzione in Firenze decreti di perquisizione e sequestro,
emessi dal pubblico ministero, nei confronti di ulteriori 14 attività economiche riconducibili
agli indagati, i quali, abusando del loro ruolo di amministratori e soci, hanno cagionato un
ingente danno patrimoniale alle loro stesse società.
Le risultanze delle attività eseguite saranno vagliate dal Giudice preposto e, dunque, la
responsabilità delle persone sottoposte alle indagini dovrà essere vagliata nelle successive fasi
del procedimento penale.
Il principio di non colpevolezza che vige nel nostro ordinamento impone di ritenere accertata
la responsabilità solo in esito all’intervento di una sentenza definitiva”.




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